Gay Pride e moschea, la Sardellitti sceglie la linea identitaria

Da quando è stata eletta consigliere provinciale del Pd ha accelerato sui temi di forte dibattito politico e “culturale”. Nel capoluogo resta un Pd potenzialmente forte, nel quale però ognuno va avanti da solo.

Mai il Partito Democratico di Frosinone Città si era ritrovato ad esprimere due consiglieri provinciali, Alessandra Sardellitti e Vincenzo Savo. Segno di un’indubbia forza. Eppure nel capoluogo le posizioni all’interno dei Dem restano molto lontane.

Non tanto per le diverse aree di appartenenza (a quella di Francesco De Angelis fa riferimento Savo, in quella di Antonio Pompeo si riconosce la Sardellitti). Quanto per il fatto che in consiglio comunale e più in generale nel dibattito cittadino  non si dà mai la sensazione di un gioco di squadra.

Fra l’altro nessuno sembra porsi il problema che in ogni caso, prima o poi, si andrà alle elezioni comunali. Fra tre anni se Nicola Ottaviani completerà il mandato da sindaco, prima se dovessero cambiare le condizioni per una sua candidatura alla Camera, al Senato o alla Regione.

Il centrosinistra cittadino è rimasto fermo alla sconfitta del 2012, quella della lacerazione tra Domenico Marzi e Michele Marini. Nel 2017 non era cambiato niente. Il rischio è quello che non cambi nulla neppure la prossima volta.

Nel frattempo però qualcosa si sta muovendo. Alessandra Sardellitti tiene delle posizioni molto nette (e molto di sinistra) sui due temi “caldi” del dibattito cittadino. Sul Gay Pride ha detto che la sfilata deve avvenire nel centro della città e non relegata in periferia. Proprio per sottolineare la valenza di una manifestazione basata sul rispetto dei diritti e sulla messa al bando dell’intolleranza.

Per quanto concerne l’ipotesi della costruzione di una moschea a viale America Latina, Alessandra Sardellitti si sta muovendo sotto traccia. Ma la sua posizione è chiara: sì alla moschea, dove è stata prevista. Su questo tema altri esponenti del Pd hanno esternato una posizione diversa, vale a dire che sarebbe più opportuno verificare tutte le opzioni e non scartare la soluzione di costruire il luogo di culto in una zona meno centrale del capoluogo.

Sulle stesso posizioni della Sardellitti è Norberto Venturi. Mentre sul Gay Pride tutto il Pd ha una posizione unitaria, anche se ognuno la esterna per conto proprio. In ogni caso, dopo l’elezione a consigliere provinciale, Alessandra Sardellitti sembra aver definito una strategia molto chiara: marcare bene i confini tra centrodestra e centrosinistra non soltanto sulle questioni di tipo amministrativo, ma soprattutto su quelle di valenza identitaria e culturale.

E ha intenzione di andare fino in fondo.