E la Sirenetta scrisse a Buschini: «Con Saxa ora come la mettiamo?»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

From: Mrs. Sirenetta
Langelinie, 2100 København Ø
Copenhagen – Danimark

 

To: Mr. Mauro Buschini
Regional Minister of Ambient
Rome – Italy

 

and To: Alessioporcu.it
Italy

 

Gentile signor Assessore,
come Ella ben sa, avendo studiato con profitto la Geografia, da circa 104 anni mi trovo qui sul golfo di Langelinie a Copenhagen, appoggiata su un freddo supporto in bronzo, ad osservare il nulla del panorama che sta alle mie spalle. La Danimarca non è certo l’Italia in materia di paesaggi.

Sarà forse per questo, signor Assessore, che quei buontemponi che governano la città in cui risiedo, hanno deciso di cambiare in maniera radicale la vista a disposizione delle migliaia di turisti che ogni anno vengono ad ammirarmi.

Alle mie spalle sta sorgendo un termovalorizzatore.

La prego: non getti via questa lettera. So bene, poiché leggo quei buontemponi di Alessioporcu.it, che Ella appena sente pronunciare questa parola viene scosso da tremiti, suda freddo e chiude subito ogni conversazione nel fondato timore che qualcuno cerchi di corromperla pur di indurla a costruire nuovi impianti per bruciare rifiuti. Le assicuro che non è il mio caso.

Ormai da un annetto, alle mie spalle sta prendendo forma, come Le dicevo, un termovalorizzatore. È unico al mondo: all’interno i forni bruceranno le immondizie producendo energia elettrica, all’esterno sarà un gioiello di design da fotografare insieme alla mia liscia ed eternamente giovane linea raccontata con struggente tristezza da Andersen. Sui suoi tetti sarà possibile sciare in inverno mentre in estate ci si potrà pattinare. Tecnologia, design, green economy.

Perché la importuno. Oltretutto, risiedendo in un Comune che è al di fuori del suo Collegio elettorale.

Vede, signor Assessore, i lavori qui da noi in Danimarca procedono in maniera molto spedita. I Tar impiegano pochi giorni a decidere. E quelli che fanno causa solo per bloccare i lavori e ricattare le imprese, si guardano bene dal farlo se non hanno un fondato motivo. Altrimenti vanno incontro, con rapidità, a costose conseguenze.

Pure per lo stesso motivo, nessun ambientalista dell’ultima ora, nessun professionista della protesta contro qualsiasi cosa, osò contestare e nemmeno rallentare l’opera. Capolavoro di estetica e tecnologia, tale da essere ostentato come gioiello per impreziosire il mio vuoto panorama.

La disturbo perché ebbi la vanità di avanzare una proposta allorquando venne progettato questo gioiello di tecnologia, per bruciare i rifiuti proprio alle mie spalle, senza emettere fumi, tanto che sul tetto ci si andrà a sciare e pattinare.

Lei lo sa, la vanità è donna. Così chiesi che la strada destinata ai turisti, per potermi raggiungere e fotografare, avesse un tocco della struggente bellezza italiana. Soprattutto dell’eterna decadenza della città Capitale della Regione in cui Ella è assessore.

Chiesi che la strada fosse realizzata in sanpietrini. Si, quei cubetti in basalto che rendono poeticamente uniche città come Roma, Napoli, Palermo… Lei immagini: l’amministrazione comunale di Capo d’Orlando in Sicilia, ha voluto che un tratto della strada per il nuovo porto turistico venisse così realizzata. Poesia e tecnica eterna ed antica.

Poteva, il sindaco di Copenhagen, dire no alla Sirenetta?

Infatti, non si oppose.

Gli scettici, caro assessore Buschini, provarono a farmi notare che le cave di basalto ormai non esistono quasi più. Ormai solo la Cina è capace di produrre quei cubetti.

E qui entra in scena Lei, signor assessore.

Nel suo Collegio, per la precisione ad Anagni, alcuni spiriti liberi con sede a Londra, qualche tempo fa hanno fatto un piccolo investimento: giusto per tappare la bocca al senatore Francesco Scalia, che è pur sempre il potente segretario di Presidenza della Commissione Industria del Senato della Repubblica. Cosa vuoi che sia un investimento da 15 milioni di euro per una finanziaria londinese che muove ogni giorno pacchi da centinaia e centinaia di milioni su tutti i mercati?

Si convinsero così a comprare la ex Ceramiche Marazzi, storico stabilimento in quel di Anagni.

Salvarono tutti i posti di lavoro. E con il marchio Saxa Gres realizzarono la più grande fabbrica di piastrelle fuori dallo storico distretto industriale di Sassuolo.

Ma i finanziatori londinesi, siccome hanno la testa ed il portafogli a Londra, sono anche degli innovatori. Mentre voi siete un popolo di santi, poeti, navigatori, trasmigratori. Ma anche conservatori.

Cosa voglio dire? Che quegli innovatori di Saxa Gres, caro Assessore Buschini, si sono inventati ed hanno brevettato in tutta l’Europa, una cosa geniale. Hanno messo a punto i sanpietrini senza basalto, realizzati in fabbrica: più resistenti del basalto, più duraturi degli originali, meno scivolosi per le macchine, dotati di una maggiore presa per le gomme delle vetture.

Che bellezza, signor Assessore. Proprio quello che occorreva a me. Con il sindaco di Copenhagen siamo corsi a fare un’ordinativo. E sa cosa ci è stato risposto da Anagni? Ci hanno detto: mettetevi in fila. Ma come ‘mettetevi il fila’? Si, Saxa Gres ha presentato le sue piastrelle alla fiera di Ecomondo: un trionfo, tanto che ha piazzato in prevendita la produzione dei prossimi tre anni.

Ma quei simpaticoni di Londra hanno dimenticato una cosa elementare: Anagni non è nel Regno Unito. E nemmeno in Danimarca. Ma sta in Italia.

Hanno presentato ai Suoi uffici, assessore, la richiesta necessaria per avviare la produzione.

Una cosa nuova: quei cubetti debbono essere fatti impastando la cenere di termovalorizzatore. Come quello che stanno costruendo alle mie spalle. In pratica? I rifiuti li bruci e ci fai la corrente, ma la cenere poi che fine fa? Fino ad oggi in tutta l’Europa è stata sotterrata o sepolta nelle cave di argilla. Poi a qualcuno è venuto in mente che per risparmiare suolo e spazio era possibile impastare quelle ceneri inertizzate, mischiandole con l’argilla. E facendone un componente per le mattonelle.

Saxa Gres è andata oltre. Invece di farci le piastrelle da giardino ha brevettato i sanpietrini: così il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio non deve più smaltire in discarica le sue ceneri. Proprio per questo, l’Unione Europea ha fissato un incentivo alle fabbriche come Saxa. Perché allo stesso tempo fanno risparmiare suolo e smaltiscono le ceneri.

Dove sta il problema?

Sta nel fatto che nel Lazio una cosa simile non s’era mai fatta prima. E così, ad Anagni, il povero direttore dello stabilimento è stato ben 800 giorni ad aspettare che il postino suonasse, non due ma una sola volta, per recapitargli la lettera con la risposta. Un banale foglio sul quale scrivere si o no: si può applicare o no, anche qui ad Anagni nel Lazio, la tecnologia europea che viene finanziata dalla Ue, già in uso in altre regioni italiane e dell’Unione?

Fuffa, rispetto al termovalorizzatore che è alle spalle della Sirenetta. Ma nessuno ha risposto per due anni e mezzo. E quando la risposta è arrivata, è stato il solito esempio di genio italico: né si né no, così nessuno si prende una responsabilità precisa.

Poi, quando tutti ormai se n’erano dimenticati e stavano in spiaggia con secchiello e paletta a godersi l’ultimo sole, ecco che sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio arriva il parere della Direzione Risorse Idriche, Difesa del Suolo e Rifiuti. È la stessa che nelle settimane scorse ha rinnovato l’autorizzazione al termocombustore della Marangoni, salvo poi dire che non è definitiva quando le proteste rischiavano di affondare l’assessore. (leggi qui)

In pratica: oggi la Regione oggi ha rilasciato l’autorizzazione alla Saxa Gres a sperimentare la produzione di gres porcellanato mescolando nell’impasto anche una parte di ceneri provenienti da termovalorizzatori.

Via a tre tre cicli completi di lavorazione. E poi toccherà ai laboratori dell’università La Sapienza e del Critevat di Rieti verificare che il sampietrino di Saxa Gres abbia effettivamente assorbito i materiali nocivi presenti nelle ceneri.

Ora, signor Assessore, va bene tutto. Ma posso vivere con questa angoscia? Quanto impiegherete adesso per dirci se quei sanpietrini sono velenosi o non lo sono? Perché ci sono voluti 800 giorni per dire un semplice ‘proviamo‘?

Ma, soprattutto, lei che è assessore all’Ambiente, mi aiuti a capire una cosa: nella fabbricazione dei cementi già si usano le ceneri di termovalorizzatore. E non viene classificata come attività velenosa. Qui le ceneri vengono intrappolate nell’impasto: come fa ad essere pericoloso?

Anche qui in Danimarca è arrivata l’eco della lettera che la Regione inviò qualche tempo fa ad Anagni. Spiegando che «L’utilizzo delle ceneri non pericolose è previsto solo nell’ambito produttivo dei cementifici mentre per le ceneri di natura pericolosa non esiste alcuna specifica norma». Cioè: siccome nessuno ha mai utilizzato le ceneri di un inceneritore per fare il gres – ma il cemento si – c’è bisogno di sperimentare.

E sia. Bravo assessore. Ma ora quanto impiegherete: altri 800 giorni per ricevere la relazione dei professori, più altri 800 per leggerla, più ottocento per rispondere. E magari dire di nuovo né si e né no?

La colpa non è sua, assessore, lo sappiamo bene. Ci sono le leggi, i decreti, i lacci ed i vincoli di una burocrazia rimasta ai tempi di Bisanzio.

Però, lei lo sa, ogni donna, quando si tratta di mattonelle, ha le stesse reazioni che suscita una borsa o un vestito.

La prego, mi faccia sapere nei tempi che il suo maestro Francesco De Angelis indicava allorquando era assessore regionale alle Attività Produttive: i tempi delle imprese non sono i tempi della politica.

Qui nel frattempo si perdono ordini, commesse, soldi che se ne vanno in Cina e non ad Anagni.

Tempo ne è già passato abbastanza. La fabbrica appena comprata era considerata «cattivo pagatore» e quindi niente acqua o elettricità. Fare il passaggio di proprietà della cava d’argilla è stato una via crucis ed è stato necessario finora far arrivare la materia prima da Sassuolo.

Ma si rende conto?

La prego assessore, almeno lei, mi dia una certezza. La posso fare questa strada con i sanpietrini di Anagni o li devo comprare in Cina? Sono sicuri o sono pericolosi?

Di questo passo, rischio di farmi la strada con le ceneri del bellissimo termovalorizzatore alle mie spalle.

Ma il fascino italiano, caro assessore Buschini, nel mondo ha tutto un altro valore.

Simpaticamente sua,

Sirenetta

 

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