Presentato a Roma il bond con cui rifinanziare le operazioni su Anagni, Roccasecca e Gualdo Tadino. Fino ad oggi hanno reso il 10% annuo. Adesso viene allungata la scadenza ma abbassato il tasso. Aperto solo a investitori professionali. Servirà a proiettare la ceramica green nel mondo
«Il principale mercante di pietre da cantiere della Svizzera è l’erede di una famiglia che per generazioni ha estratto e lavorato i materiali da una cava, ricavandone una pietra bellissima. Ora però il filone si è esaurito e la Svizzera non intende rinnovargli la concessione: fine dello sfruttamento del suolo. Ci ha contattati. Noi siamo in grado di riprodurre quella pietra, senza dover scavare né violentare la Terra. Lo stesso genere di richieste ci è arrivato da Israele, dalla Germania, dall’Olanda… Possiamo riprodurre in maniera fedele all’originale qualsiasi genere di pietra».
La risposta si chiama Grestone. È una pietra realizzata in laboratorio con una parte di impasto per la ceramica unito a quello che una volta erano gli scarti di lavorazione, miscelato con ceneri inertizzate e demineralizzate. Protetta da 3 brevetti mondiali, la pietra Grestone è la nuova frontiera. Al punto che uno dei principali ceramisti al mondo ha commentato: «In questo settore, un’innovazione del genere avviene una volta ogni cento anni. Complimenti».
I complimenti sono per il gruppo SaxaGres di Anagni. Sono loro ad avere brevettato il nuovo materiale: il Grestone. E ora lanciano un bond riservato agli investitori professionali.
Il bond da 75 milioni
L’annuncio è stato fatto nella sede della Comin & Partners in piazza Santi Apostoli a Roma. Con una conferenza stampa riservata alla stampa specializzata.
Il prestito obbligazionario a emissione diretta è stato denominato “Grestone bond” in onore alla pietra creata in laboratorio.
L’obbligazione prevede una cedola semestrale al 7% (dal 30 dicembre 2018 al 30 giugno 2023).
Cosa ci deve fare Saxa Gres con quei 75 milioni?
Per capirlo occorre fare un passo indietro. Fino a qualche anno fa nessuno investiva in fabbriche ma in Borsa: più comodo, meno problemi, più redditizio.
Ora però i Titoli di Stato rendono pochi spiccioli, al punto che in Germania hanno un tasso negativo. Quindi è tornato conveniente investire in produzione, puntando sulle fabbriche. Che però abbiano un segmento nel quale sono leader, possedendo magari i brevetti.
Il progetto di riapertura della ex Marazzi d Anagni è nato così. Andando benissimo: al punto che agli investitori sta fruttando tanto: il 10% annuo.
E allora il progetto si amplia. Emettendo un nuovo titolo, con una cedola che garantisce il 7%
Obiettivi e caratteristiche
Il nuovo bond è quotato sulla Borsa di Vienna. Si chiama SaxaGres7%2023.
Non possono comprarlo i piccoli risparmiatori. Il titolo ha un taglio minimo da 125mila euro ed è destinato ai soli investitori professionali.
L’obbligazione prevede una cedola semestrale al 7%, dal 30 dicembre 2018 al 30 giugno 2023.
Gli obiettivi finanziari dell’operazione sono quattro.
Il primo è rivolto agli investitori che hanno finanziato negli anni scorsi la riapertura della ex Marazzi di Anagni. All’epoca hanno investito 27 milioni di euro. Stanno guadagnando. Bene. E allora gli viene offerta la possibilità di convertire quel primo bond, trasformandolo in questo emesso ora: che dura più a lungo nel tempo anche se rende un po’ di meno.
All’operazione di conversione possono accedere i possessori del vecchio bond SaxaGres10%2020 (da 14 milioni di euro, i cui sottoscrittori accetteranno una decurtazione del 3% del rendimento annuo) e SaxaGres7%2021 (da 5 milioni), dai prestiti degli azionisti (da 4 milioni), e dagli strumenti bancari supportati dagli azionisti (per 4 milioni). Gli attuali investitori manterranno l’attuale esposizione tramite il nuovo bond, con una decurtazione del 3% del rendimento annuo per gli attuali sottoscrittori del bond con cedola del 10%.
Una quota per Roccasecca
Una quota del nuovo bond andrà a finanziare la riconversione dello stabilimento ex Ideal Standard di Roccasecca.
La quota è pari a 9 milioni di euro. Verranno aggiunti al pacchetto di 19,3 milioni di Invitalia ed ai 10 milioni di Ideal Standard e che saranno sottoscritti integralmente dagli attuali azionisti.
Ma c’è anche una quota tra i 10 ed i 12 milioni con cui finanziare l’acquisto di Tagina, la fabbrica rilevata dal gruppo a Gualdo Tadino e già rimessa in produzione per assorbire una parte delle commesse che Anagni non riesce a smaltire.
C’è infine una quota per il finanziamento del capitale a sostegno delle strategie di crescita aziendali.
Quanto rende Anagni
Chi ha investito su Anagni ha fatto un 6 al Superenalotto. I numeri depositati parlano chiaro.
Lo stabilimento ex Marazzi di Anagni ha registrato nel primo trimestre del 2018, ricavi pari a 5,4 milioni di euro.
La crescita prevista fino al 2022 è del 10% annuo, e il Gruppo ha già ricevuto ordinativi per l’intero 2019.
La produzione nello stabilimento di Roccasecca, invece, partirà nel 2019. I ricavi attesi passeranno dai circa 40 milioni di quell’anno ai quasi 90 del 2020, quando il gruppo punta a raggiungere il massimo della sua capacità operativa.
Cosa vogliono fare
Il lancio del Grestone è stato cofinanziato da Invitalia, Ministero dello Sviluppo economico e Regione Lazio per oltre 20 milioni di euro. Lo hanno fatto attraverso investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. In questo modo hanno permesso al Gruppo di sviluppare tre brevetti sul prodotto, sul processo produttivo e sul rivoluzionario impasto.
L’obiettivo di Saxa Gres ora è conquistare il segmento dell’economia circolare: quella basata sulle nuove norme europee che puntano ad abbattere la produzione di rifiuti trasformandoli in nuove materie prime. Quello che è uno scarto per te può essere materia prima per me.
Saxa Gres vuole creare un polo industriale per la ceramica destinata alla pavimentazione urbana e valorizzare una best practice nazionale per il rilancio del settore manifatturiero.
Borgomeo: Altissime potenzialità
“Le potenzialità di mercato del Grestone, a livello internazionale, sono altissime“, ha dichiarato Francesco Borgomeo, presidente di Saxa Gres.
“Oggi siamo costretti a importare materiali dal Sud Est asiatico per pavimentare le nostre strade, a causa del progressivo esaurimento in Europa delle pietre dure di basalto. Il percorso che stiamo avviando, anche grazie all’emissione del bond, porterà Saxa Gres e i suoi prodotti unici al mondo a giocare un ruolo sempre più preminente nel comparto della ceramica Made in Italy, puntando su innovazione, sostenibilità, know-how artigianale e materiali di alta gamma”.