Sbadigli e tanto caldo, i sindaci approvano il bilancio

Tra gli sbadigli, 51 sindaci approvano un Bilancio della provincia nel quale non potevano fare modifiche. Era già stato definito nei giorni scorsi dal Consiglio. Un contrario (Ceccano) e un astenuto (Pastena).

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Una formalità, sbrigata in pochi minuti. Complice l’afa che nel pomeriggio soffocava Frosinone ed una legge Delrio che ha reso il ruolo dei sindaci poco più che rappresentanza. Nel pomeriggio i sindaci hanno ratificato il Bilancio messo a punto ed approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale. (leggi qui L’Anatra Zoppa in Provincia? È quella dell’opposizione). In 51 hanno votato a favore, 1 contrario (Roberto caligiore, sindaco di Ceccano), 1 astenuto (Arturo Gnesi sindaco di Pastena). Folklore: perché la norma non gli consente di cambiare alcunché nel Bilancio, i sindaci possono solo approvare o respingere.

Un’obbligo che mortifica i sindaci ed il loro ruolo. Non è un caso che 84 sindaci su 91 abbiano già sottiscritto un documento con cui chiedono di tornare al vecchio assetto. E cestinare la riforma che vollero con tanta convinzione Matteo Renzi e Graziano Delrio, seguendo ciò che chiedeva in quel momento la pancia degli elettori.

Antonio Pompeo cerca di dare un po’ di dignità a questo ente che in altre parti d’Italia ormai è poco più che un’assemblea di sindaci, svuotato di competenze e di obiettivi concreti. Al presidente della Provincia di Frosinone va dato atto che ci sta provando in tutti i modi a trovare un senso a queste province. Non è un caso che sia la punta di diamante dell’Unione Province nel Lazio.

Deve parlare di Bilancio e di traguardi. Di ruoli e di cose fatte dalla Provincia. Lo fa evidenziando il lavoro svolto sul dimensionamento scolastico. Ribadisce il’impegno messo in campo per la tutela dell’ambiente e per modernizzare il vecchio ciclo dei rifiuti. Con soddisfazione cita il nuovo assetto dell’Agenzia di Formazione che ora ha i conti sotto controllo ed eroga i corsi. Può vantare un cartellone culturale che grazie al suo vice Luigi Vacana ha cercato di accontentare tutte le piazze, portando eventi di grande respiro: a chi in inverno a chi in estate.

Cita i 5 milioni di euro per la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade. A metterci 3,5 milioni è stato il Ministero delle Infrastrutture per finanziare 44 interventi su diverse zone della provincia. Il restante 1,6 milioni è per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Il presidente rivendica il lavoro svolto nell’area di Crisi Complessa ma dimentica di dire le cifre portate nei giorni scorsi dai sindacati: le misure attuate sono state inefficaci e non hanno prodotto nuovo lavoro.

Nel settore dell’edilizia scolastica il presidente Pompeo ha ricordato che la Regione Lazio ha accolto i progetti presentati dalla Provincia: quasi 4 milioni di euro per l’Isituto Tecnico Commerciale e per Geometri ‘Brunelleschi’ di Frosinone, l’Istituto di Istruzione Secondaria Nicolucci di
Isola del Liri e per quello di Ceccano, per l’Istituto tencico Industriale ‘Don Morosini’ di Ferentino. Quei soldi verranno impiegati per la manutenzione e per l’adeguamento, per l’efficientamento energetico, per l’adeguamento alla normativa antincendio. In bilancio l’altro giorno sono stati messi quasi 2 milioni per altri interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, portando il capitolo a quasi 6 milioni di euro.

Torna a puntare il dito sulla riforma. È il primo a chiedere il ritorno alle vecchie Province, su questo è daccordo con la Lega che però non è daccordo con il Movimento 5 Stelle. Certo è – sottolinea il presidente Pompeo – che i risparmi portati dalla Delrio siano stati poca cosa e la confusione tanta. Per fortuna che nessuno vuole buttarla in caciara altrimenti verrebbe da ricordare che è stato Matteo Renzi a volere la riforma e lui è stato uno dei pilastri renziani sul territorio. Tutti erano renziani. Come ora sono zingarettiani.

Arturo Gnesi si astiene e chiede ancora una volta quello che ha già chiesto la volta scorsa e forse chiederà anche la prossima: un laboratorio provinciale antimafia per sostenere il cambiamento culturale nelle nuove generazioni di amministratori. Un presidio culturale che dia coraggio alle attività commerciali ed imprenditoriali sulla strada per la legalità. Chiede un impegno per portare all’attenzione del governo nazionale la riforma scolastica: Pastena si sta spopolando e sta perdendo le Scuole Medie, Gnesi vorrebbe una deroga.

Si va al voto: 51 favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto. Ma era una formalità.