Scalia sotto attacco: «Tentano di forzargli la mano»

Per difenderlo sono scesi in campo quelli che contano: gente come i senatori Luigi Marino e Salvatore Tomaselli. Sono persone che al Senato prendono la parola in nome del Partito Democratico e di Area Popolare, sono quelli che stanno portando avanti il disegno di legge sulla ‘Concorrenza’ con il quale picconare decenni di privilegi e rimettere in moto il Paese. O almeno così dovrebbe essere.

E Francesco Scalia è uno di loro: non come loro ma quasi. Perchè è capace di leggersi una carta e comprendere cosa c’è scritto (cosa non scontata, nel Senato di oggi). Soprattutto, i testi è capace di crearli: quelli con le nuove leggi, comprese quelle strategiche.

Tre righe incomprensibili ed un miliardo e mezzo delle compagnie di Assicurazione si sposta da qui a lì. Altre otto righe ed il mercato delle bollette elettriche viene rivoluzionato (a favore o contro gli utenti, dipende da quale punto di vista si vuole osservare la cosa).

Per questo si sono ‘scomodati’ loro. Scalia è sotto attacco: lo dicono le mail che gli arrivano sul computer, le ‘sollecitazioni’ ad approvare un testo scritto in un modo piuttosto che in un altro.

In particolare per l’articolo 8 del ddl concorrenza, cioè quello che rivede ‘il risarcimento del danno non patrimoniale’ in caso di incidenti

Rivelano i senatori Luigi Marino e Salvatore Tomaselli che qualcuno sta tentando di limitare e condizionare il senatore Francesco Scalia «nella sua autonoma determinazione».

Chi vuole forzare la mano a Scalia? «Interessi di parte che, per quanto anch’essi ovviamente legittimi, si esplicano con argomenti infondati, denigratori e quasi intimidatori e che vedono per protagonisti alcuni dei soggetti coinvolti nelle vicende in questione (associazioni varie)».

Al centro dell’attacco c’è la questione dei risarcimenti in caso di incidenti (leggi qui il precedente). L’emendamento proposto da Scalia vale 1,5 miliardi.

Un regalo alle compagnie di Assicurazione? No, secondo i due relatori di Palazzo Madama perchè «la proposta Scalia, nel lasciare intatto il testo attuale e, quindi, il riferimento esplicito alle cosiddette “tabelle di Milano”, unanimemente riconosciute le più favorevoli al cittadino che abbia subito un incidente, intende promuovere una semplificazione nella determinazione del danno e una riduzione del contenzioso, alla luce appunto delle citate tabelle».

Tradotto: con la correzione introdotta da Scalia si semplifica e si fa chiarezza, sostengono. Va a svantaggio degli avvocati, perchè si riduce il contenzioso, si ricorre meno alle carte bollate.

Le proposte di segno contrario a quella di Scalia «avrebbero la conseguenza di alimentare notevolmente il contenzioso, a beneficio, con tutta probabilità, di una serie di soggetti coinvolti nella filiera del contenzioso (avvocati, periti, consulenti) più che del cittadino che ha diritto al risarcimento equo e quanto più rapido possibile» assicurano i due relatori.