Scalia contro il M5S: «Guerra interna alla base delle firme false»

Nel Movimento 5 Stelle «è in atto una guerra intestina, tutti contro tutti. Le inchieste sono partite grazie a segnalazioni che venivano dall’interno. E questo la dice lunga sul clima che si respira lì dentro». A rivelarlo è il senatore Francesco Scalia (Pd) segretario di presidenza della Commissione Industria a Palazzo Madama.

Il riferimento del parlamentare è alla vicenda delle firme false grazie alle quali è stata presentata la lista M5S alle elezioni Comunali di Palermo.

Il numero degli indagati in queste ore è salito a tredici. Oltre ai dieci nomi resi noti nei giorni scorsi, risultano iscritte nel registro degli indagati altre tre persone. Sono Pietro Salvino (marito della deputata nazionale Claudia Mannino) e la parlamentare Giulia Di Vita. Il terzo nuovo indagato è Riccardo Ricciardi (marito della deputata nazionale Loredana Lupo). E’ accusato di avere materialmente consegnato in Comune la liste delle firme.

Scalia punta il dito contro il fatto che gli indagati rifiutino di rispondere ai magistrati. «La vicenda delle firme false, che il Movimento 5 Stelle cerca di far passare come una brutto pasticcio di volontari maldestri, è una macchia d’olio. Si allarga sempre di più. Siamo arrivati a 13 indagati, che si rifiutano di rispondere ai magistrati, e non è ancora finita» dice Scalia.

Il parlamentare di Ferentino ribadisce che «Le inchieste sono partite grazie a segnalazioni che venivano dall’interno dei 5 stelle. E questo la dice lunga sul clima che si respira lì dentro». Dalle indagini emerge che il deputato regionale M5S Giorgio Ciaccio, interrogato dai Pm di Palermo, ha raccontato tutti i particolari della vicenda. Ciaccio si era autosospeso dal Movimento. Alla Procura ha confermato il racconto della collega dell’Ars Claudia La Rocca. Che si era auto accusata e aveva fatto il nome degli altri grillini coinvolti.

«Altro che restitution day – attacca ora Scalia – Grillo, Di Maio e Di Battista invece di parlare di tutto tranne che degli avvisi di garanzia e delle inchieste che da Bologna a Palermo coinvolgono i pentastellati facciano chiarezza una volta per tutte”.

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