Scalia propone una nuova tassa: si inventa la ImEA

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Il senatore Francesco Scalia ha proposto l’introduzione di una nuova tassa. Ed ha convinto altri 19 senatori a firmare la sua mozione. Che ha un peso specifico particolare considerando il fatto che Scalia è Segretario della potentissima Commissione Industria.

Che tassa vuole introdurre l’ex presidente della Provincia di Frosinone? Si chiama ImEA ed è un’imposta sulle emissioni aggiunte di gas serra.

Non è un modo per spremere altri soldi in maniera subdola ai contribuenti. E’ il risultato di un complicato studio che parte dall’Italia, attraversa l’Europa, si sofferma in Cina e nei Paesi nei quali le normative ambientali sono più di manica larga.

Tutto nasce da un’analisi compiuta dall’associazione ambientalista Amici della Terra. Hanno evidenziato quello che oggi è ritenuto uno dei punti deboli del sistema di politiche energetico-ambientale europee della UE: in pratica, il sistema di imposte che attualmente va a pesare sulle industrie in base a quanto inquinamento producono è «inefficace e controproducente per l’economia europea» secondo Amici della Terra. Perché? Grava solo sulle industrie europee. Eppure le fabbriche del nostro continente sono quelle che contribuiscono in misura assolutamente minore alle emissioni di gas capaci di cambiare il clima. Ad inquinare e compromettere il clima sono invece gli stabilimenti cinesi e dell’area asiatica in generale.

Quindi Francesco Scalia è intervenuto con una mozione che propone di cambiare l’Emission Trading Scheme (ETS) cioè lo schema attraverso il quale oggi si ‘pesano’ le produzioni di gas serra e si tassano le aziende.

In che modo il senatore di Ferentino propone di modificare il tutto? Introducendo l’imposta sulle emissioni aggiunte (ImEA) cioè una manovra fiscale non discriminatoria con la quale riconoscere il valore della diversa intensità carbonica dei prodotti. Insomma: più carbonio immetti nell’atmosfera per realizzare i prodotti con la tua fabbrica e più tasse paghi.

Invece l’attuale sistema di tassazione penalizza le produzioni sostenibili delle industrie italiane ed europee, avvantaggia le produzioni di Paesi come la Cina, contraddistinte da bassi standard ambientali ed elevate emissioni di CO2 perché si alimentano con combustibili a basso costo ma fortemente inquinanti.

La mozione tiene conto di un dettaglio fondamentale: in Europa è in corso un dibattito che potrebbe far cadere una parte delle attuali barriere commerciali con la Cina favorendo l’arrivo di suoi prodotti. Se passasse questo provvedimento in Ue ci sarebbe un’ondata di importazioni ad alta intensità carbonica dall’Asia, a danno dei prodotti industriali italiani e UE che rispettano elevati standard ambientali con conseguenti aumento delle emissioni “importate” e perdita di posti di lavoro nell’area Euro. Con la tassa Scalia invece, si terrebbe conto proprio di quanto si è ecologici ed eco compatibili nella fabbricazione.

Soddisfazione è stata espressa da Monica Tommasi, presidente degli Amici della Terra secondo la quale «La mozione costituisce un importante segnale per il cambiamento delle politiche energetico ambientali europee che si sono rivelate inefficaci e persino autolesionistiche. Gli Amici della Terra intendono estendere l’iniziativa a tutti gli attori sociali ed economici interessati, in particolare ai settori industriali ambientalmente più avanzati e ai sindacati, per costruire un’alleanza capace di promuovere le eccellenze nel campo dell’efficienza energetica».

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