Il professore Francesco Scalia riparte dall’inquinamento atmosferico

Prima uscita ufficiale di Francesco Scalia dopo avere chiuso la sua esperienza con la politica attiva. Uno studio sull'efficacia del sistema che controlla l'inquinamento nel mondo e compensa le varie quote di emissioni. Roba, ormai, per professori universitari

Energia, efficienza, inquinamento atmosferico, le diverse norme mondiali sui veleni nell’aria: la nuova vita del senatore Francesco Scalia riparte da qui. Dal suo studio legale associato, dalla cattedra nell’Università di Cassino. E dall’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica.

Proprio quella branca dell’Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ha notato il peso degli studi dell’ex senatore Dem. E sulla sua area News & Eventi ha segnalato un lavoro portato avanti da Scalia insieme a Agime Gerbeti, Docente nell’Università Lumsa di Roma.

Si tratta di uno studio condotto per l”Astrolabio organo d’informazione degli Amici della Terra Italia, che si avvale di collaboratori scientifici ed esperti riconosciuti. È uno strumento aggiornatissimo sulle tematiche ambientali, energetiche, della sostenibilità. Ma anche delle politiche correlate, mantenendo un alto standard scientifico-tecnico e individuando, laddove possibile, scelte, priorità e soluzioni.

Il lavoro di Francesco Scalia e Agime Gerbeti riguarda il sistema di scambio delle quote di emissione europeo, ETS. Lo studio arriva alla conclusione che non è stato – almeno sino ad oggi – all’altezza delle aspettative. Colpa di un sistema poco efficace? Per l’ex parlamentare di Ferentino ed il suo collega no: imputano l’inadeguatezza anche alla Strategia energetica Nazionale, al prezzo troppo basso delle quote di emissione, che non incentiva investimenti in tecnologie low-carbon.

Roba da professori e non più da senatore.

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