Scalia e Schietroma, fine guerra mai

La ruggine politica tra Gianfranco Schietroma e Francesco Scalia va avanti da anni. I due non si sopportano, non soltanto politicamente. Il leader socialista ha detto che Antonio Pompeo avrebbe dovuto dimettersi e presentarsi nuovamente come presidente della Provincia a capo di una coalizione di centrosinistra.
Pompeo fa il ragionamento opposto e cioè si sofferma sul fatto che il consigliere provinciale Gianni Bernardini fa un’opposizione alla Cinque Stelle non soltanto alla Provincia ma pure al Comune di Ferentino. Proprio il Comune di Ferentino è il vero motivo della contrapposizione tra Socialisti e Pd, area Scalia-Pompeo. In quella realtà i Socialisti sono tenuti ai margini.

La lista A Difesa del territorio, che comprende Socialisti, Sinistra Italiana, Sel, Possibile e Socialismo Tricolore di Biagio Cacciola nasce all’opposizione di Antonio Pompeo. Non potranno esserci accordi, non con l’area di Scalia comunque. Il quale ha ribaltato la situazione due anni fa arrivando ad un’intesa con Forza Italia che ha tagliato le gambe alla candidatura alla presidenza di Gianfranco Schietroma. Poi c’è stato pure il caso di Ceccano, dove lo scontro tra Psi e Scalia è stato durissimo.

Il segretario del Pd Simone Costanzo non rinuncia ad una mediazione, ma non sarà semplice. Francesco Scalia non vuole Gianfranco Schietroma dalla stessa parte.
E viceversa.

Il senatore del Pd si è lasciato scappare una battuta con i suoi: “Se Schietroma si accorda con Forza Italia a Sora, se in assemblea dei sindaci dell’acqua i suoi vanno a rimorchio di Ottaviani e D’Alessandro, se a Frosinone ha fatto perdere Michele Marini, cosa vuole da noi?”.

Buon Natale.

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