Scazzo con Iannarilli: e Cianfrocca rinuncia a candidarsi

Cosa c'è dietro al ritiro del candidato del centrodestra. Il ruolo di Iannarilli. E intanto nel centrosinistra...

Alla fine ha ‘sbroccato‘: ha letteralmente perso la pazienza, esasperato dall’ennesimo assedio avvenuto durante una riunione in cui definire il programma. Maurizio Cianfrocca alla fine ha detto basta. Ha ritirato la sua disponibilità a candidarsi come sindaco di Alatri per il centrodestra. Una candidatura che aveva ricevuto anche il placet dal tavolo unitario provinciale. Ora la retromarcia. Annunciata da Cianfrocca sulla sua pagina Facebook. (Leggi qui Elezioni: Alatri verso la quadra, a Sora il re è nudo).

Non dipende da me

Maurizio Cianfrocca

Lo ha fatto con un lungo post pubblicato nel pomeriggio. Nel quale spiega che era partito armato delle migliori intenzioni. «Ce l’ho messa tutta, ho dato la mia totale disponibilità. Ho dovuto superare ostacoli non facili ma alla fine ero deciso a tentare di “servire” la mia città».

Cosa è accaduto allora? Il post prosegue: «Purtroppo, qualcosa, indipendente dalla mia volontà, è andata storta. Non voglio scendere nei particolari perché non è né il modo né il momento e non è rispettoso per chi in tutto questo ha delle responsabilità. Dispiace, dispiace molto per chi ha creduto in me, dispiace non poter intraprendere un progetto ambizioso per la nostra città ma evidentemente da qualche parte tutto ciò era già scritto, doveva andare così».

Lo scazzo con Iannarilli

Quali sono i particolari che preferisce non rivelare? Nel corso della penultima riunione del centrodestra ad Alatri, martedì scorso, c’è stato uno scontro verbale violentissimo del candidato con Antonello Iannarilli l’ex presidente della Provincia ed ex deputato.

O meglio: per Iannarilli era un normale scambio di battute soltanto un po’ acceso, per chi non è abituato al tono irruento e passionale dell’onorevole invece è stato un impatto ad alta intesità.

Antonello Iannarilli

Ad innescarlo, una serie di punti da mettere nel Programma. Iannarilli è una bestia d’Aula: conosce le insidie del dibattito amministrativo in Comune, in Provincia, in Regione, a Montecitorio. Ha calcato tutti gli scenari. È per questo che ha preteso di definire prima ogni possibile aspetto amministrativo dei prossimi cinque anni. Ha sollecitato una maggiore conoscenza del Bilancio del Comune, chiesto progetti concreti. Un fuoco di fila che per un non professionista della politica deve essere stato asfissiante.

Il colpo di grazie è arrivato con l’ultima riunione: ieri sera. L’onorevole non c’era. Ma l’effetto del suo assedio di pochi giorni prima si. Sono stati i rappresentanti delle altre liste a fare proprie le sue perplessità. E reclamare le stesse garanzie.

La rottura

Un passo indietro. Al culmine del confronto di martedì, con la sua voce tonitruante e la mimica da ultras pare che Iannarilli abbia sentenziato: «Allora, se è così non ti puoi candidare».

In uno dei continui scontri dialettici del passato, Franco Fiorito avrebbe reagito lanciandogli una sedia addosso, Mario Abbruzzese gli avrebbe detto «bisogna vedere se ti puoi candidare tu». Alessandro Foglietta lo avrebbe morso in testa, Alfredo Pallone lo avrebbe fatto scomunicare. Maurizio Cianfrocca come ha reagito? Ieri, nella sostanza ha detto: «Se non mi volete come candidato fermiamoci qui, non mi candido più».

Un po’ remissivo politicamente.

Sull’altro fronte

Non festeggiano dal fronte opposto. Il centrosinistra è ancora impegnato nella scelta del candidato. Il segretario provinciale Luca Fantini ed il presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini non hanno fretta di calare l’asso. Vogliono prima sistemare tutto il tavolo da gioco. Allargandolo.

L’intenzione del centrosinistra è quella di dare vita ad un campo ancora più largo di quello attuale, coinvolgendo le civiche e le associazioni. Il dibattito sui nomi ruota sempre intorno agli stessi. Ma senza fretta. E senza scazzi.

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