Schiavi di Roma e ce lo meritiamo

La formula è utilizzata ormai da qualche anno: Ambito Territoriale Ottimale. E’ stata sperimentata sulla gestione del servizio idrico, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: bollette aumentate e recapitate in ritardo (ma sulle quali vengono chiesti comunque gli interessi), paesi e intere zone senza acqua per lunghi periodi, perdite che non vengono riparate, sindaci e amministratori esautorati da una funzione alla quale hanno però sostanzialmente abdicato.

Adesso che gli amministratori, magari per esigenze elettorali e politiche, provano davvero ad avviare la procedura per la risoluzione del contratto, arriva il “suppostone” preventivo: l’Acea Ato2 (quello di Roma) chiede la fusione per incorporazione dell’Acea Ato5 (quello di Frosinone). Si fondono due società. Ma i rumors politici dicono che sia in realtà il presupposto per chiedere la fusione dei vari Ato idrici nel Lazio, giungendo ad un superAto regionale

Intanto un altro Ambito Territoriale si profila all’orizzonte, quello del gas. Con lo stesso identico spartito: funzioni accorpate, Comuni in seconda linea, cittadini rassegnati a ogni tipo di evenienza.

Sullo sfondo ci sono manovre di politica economica e di gestione dei servizi che tendono a bypassare la Ciociaria, a spostare il baricentro sempre più verso Roma.

Ma perché sta succedendo tutto questo? Il grimaldello è la spending review introdotta dal governo Monti e proseguita dal Governo Renzi, che si è tradotta a livello locale in operazioni come lo svuotamento delle Province, il prossimo accorpamento delle Camere di Commercio, il sostanziale ridimensionamento delle associazioni di categoria e perfino dei sindacati. Lo abbiamo visto anche in provincia di Frosinone, con la Cgil. Insomma, le prerogative dei territori vanno cancellate. Punto e basta.

Cosa dicono oggi tutti quei Soloni che plaudivano estasiati all’abolizione delle Province? Che fra l’altro non c’è stata? Quello che c’è stato è il ridimensionamento dell’ente Provincia: con pochi fondi, con funzioni striminzite, incapace e impossibilitato, l’ente Provincia, a contrastare la logica dell’Ato. Anche perché poi sindaci e amministratori si fanno la guerra fra loro. Acea lo sa e aspetta solo il momento di infilare il coltello nel burro. A qualcuno viene in mente che la Provincia poteva rappresentare un filtro e un argine contro lo strapotere del libero mercato che risponde solo alle logiche dettate dai banchieri europei e recepite dalle “truppe cammellate” degli Stati nazionali?

L’accorpamento delle Camere di Commercio comporterà altre conseguenze, come l’abolizione dei Consorzi industriali. Tutti carrozzoni? Per come sono stati gestiti certamente. Ma la loro funzione non era quella. Ecco perché oggi la classe dirigente locale non ha la legittimazione politica per poter puntare l’indice contro operazioni che si stanno verificando grazie alla loro insipienza e alla loro cecità. Tutti hanno guardano al proprio tornaconto, alla propria poltrona, alla propria fascia, al proprio “ego”. Senza vedere che il sistema-provincia sprofondava. Senza accorgersi che i continui commissariamenti sulla sanità rappresentavano il segnale di uno strapotere della Regione.

A proposito di sanità: i sindaci che hanno sfiduciato la Mastrobuono perché oggi sono muti e rassegnati davanti all’inerzia di Macchitella?

Sanità, servizio idrico, gas: stanno smontando il territorio, calpestandone la sovranità. La Ciociaria è sempre più schiava di Roma. Con la “complicità politica” di una classe dirigente semplicemente inutile. Non lamentiamoci però. Li abbiamo eletti noi.