Schlein – Bonaccini, chi guarda dove nel Pd ciociaro

Il Pd si avvia verso il Congresso. Presto per dire chi starà con chi: mancano ancora i nomi di grossi potenziali candidati. Ma si può dire chi, ad oggi, ascolta dove. Tra i due nomi principali. Schlein e Bonaccini hanno diversi estimatori sul territorio

Stefano Bonaccini ha rotto gli indugi domenica. «Ho deciso di candidarmi alla Segreteria nazionale del Partito Democratico. È il momento di esserci, di impegnarsi, di partecipare». Il presidente dell’Emilia Romagna lo ha detto intervenendo in diretta Facebook al circolo Dem di Campogalliano.

La sua vice Elly Schlein non lo ha ancora annunciato in modo ufficiale. Ma per lei è stato già modificato lo Statuto del Pd: fino a pochissimo tempo fa nemmeno era iscritta. Con una mezzora su Instagram ha tracciato la rotta che secondo lei il Pd deve seguire per rigenerarsi.

Bisognerà attendere il 27 novembre per sapere se a sparigliare il campo scenderà anche il sindaco di Firenze Dario Nardella. In quella data è in agenda una grande manifestazione a Roma: aperta a tutti i sindaci. E da lì potrebbe annunciare la sua rincorsa per scalare il Partito Democratico.

Una scalata che ha già detto di voler fare l’ex ministro Paola De Micheli.

Schlein, Bonaccini o…

L’onorevole Elly Schlein

Mai come questa volta sono primarie dall’esito imprevedibile. Perché il dibattito potrebbe sfociare in una clamorosa divisione. La fusione a freddo innescata con il congresso del PalaMandela a Firenze ha esaurito la sua spinta: il Partito Democratico non aggrega più, non vince, non entusiasma.

Non è stato un fallimento. Ha assolto alla sua missione di mettere insieme le due grandi forze che fino a qualche anno prima erano state antagoniste. La caduta del Muro ed i nuovi assetti mondiali rischiavano di rendere anacronistici sia i Comunisti che i Popolari. Si erano già rinnovati, adattandosi al nuovo mondo ed alla nuova Europa. La fusione non è stata un errore perché in quel tempo c’erano esponenti dei Ds che riuscivano a parlare più facilmente con l’ala della Margherita più prossima a che con alcune delle loro correnti interne. E viceversa.

Mancava però un progetto di lungo respiro. C’era un’anomalia all’origine: in genere sono i Partiti a fare i Governi, lì fu il Governo dell’Ulivo a fare un Partito, per rubare un concetto all’allora ministro Fabio Mussi che a Firenze disse ‘Buona fortuna Compagni‘ e non aderì. Il tempo ha detto che aveva ragione lui su larga parte delle perplessità sollevate.

Oggi chi guarda dove

Nardella, Astorre e Pompeo

Chi andrebbe con chi nel sud del Lazio? Troppo presto per dirlo. Il dibattito non è nemmeno iniziato. Soprattutto, la discesa in campo di Dario Nardella ridisegnerebbe molte cose. Il presidente uscente della Provincia di Frosinone è un suo sostenitore da sempre. Insieme hanno partecipato a molte iniziative. Nardella nelle settimane scorse era a Ferentino per il testamento politico di Pompeo che annunciava la candidatura in Regione e le imminenti dimissioni dalla Provincia.

Ad oggi Nardella non c’è. Fermando il ragionamento a Bonacchini e Schlein il campo è abbastanza chiaro. Non su chi va con chi ma su chi oggi guarda dove.

Alla deputata Dem presta molta attenzione Nicola Zingaretti mentre è ancora in fase di studio Goffredo Bettini. Tra i suoi sostenitori della prima ora c’è l’assessore Comunale di Cassino Danilo Grossi che ha partecipato a molte iniziative con Elly Schlein, vicinissima alla sua formazione politica regionale Pop.

Armando Mirabella

La Segreteria Schlein sarebbe attrattiva per mondi che sono usciti dal Pd ai tempi di Matteo Renzi non sentendosi più a casa. È il caso di Armando Mirabella, tra i fondatori nazionali del partito Possibile insieme a Pippo Civati. Oggi Mirabella ha ricordato che «di Elly hanno sempre colpito coraggio, intuizione, capacità, organizzazione, umiltà, dedizione, onestà intellettuale, brillantezza, comunicativa, empatia, cura e la capacità di pensare in modo non tradizionale alle questioni grandi e piccole che la politica le ha posto innanzi. Abbiamo avuto la fortuna di incrociare il nostro cammino con quello di Elly quasi dieci anni fa. Non ci sorprende che nel frattempo sia stata infaticabile e concretissima parlamentare europea, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con oltre 22 mila preferenze, e, dopo una campagna elettorale che l’ha vista in prima fila, ora deputata».

Elly Schlein è stata più volte in provincia di Frosinone, «in prima fila nel sostenere una realtà civica come Frosinone In Comune. In ogni occasione ha sempre destato grandissima impressione. Proprio qui sta la cifra essenziale di questa candidatura: Elly Schlein ha le energie e le capacità per essere quella risorsa che può ricreare un senso di comunità in tutta la sinistra, per fare sentire tutti a casa. E farlo dal partito da cui ci si aspetta un ruolo guida che con lei può essere finalmente fraterno e non più paterno, se non addirittura padronale».

Amori renziani

Stefano Bonaccini. (Foto: Paolo Lo Debole / Imagoeconomica)

Guarda con interesse all’onorevole Schlein l’area di Pensare Democratico. Ma solo un dibattito politico serio ed una battaglia congressuale nel vivo potrà collocare le varie componenti sull’uno o l’altro progetto.

Sempre ragionando sulle affinità, Antonio Pompeo viene da una matrice politica che è la stessa di Stefano Bonaccini. Entrambi sono stati renziani ed entrambi hanno deciso di rimanere nel Pd pur rivendicandosi orgogliosamente Dem diversamente renziani. Non a caso, verso il Governatore guarda il deputato Matteo Orfini eletto nel collegio di Frosinone – Latina e Presidente nazionale del Pd ai tempi di Renzi.

Orecchio teso in quella direzione anche per il sindaco di Cassino Enzo Salera. Non tanto per un’affinità con Bonaccini. Ma per una palese incompatibilità con larga parte del mondo Dem che sta su Schlein.