Scimitarra e fioretto: così Piacentini sta cambiando Forza Italia

Dopo le elezioni Comunali sarà necessario rimettere mano ai Partiti. Il quadro interno di Forza Italia. Con la contrapposizione tra Piacentini e Abbruzzese. Dove potrebbe condurre. E con quali conseguenze.

Quando il potentissimo senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale del Partito, gli affidò l’incarico di commissario e coordinatore provinciale di Forza Italia, Adriano Piacentini capì immediatamente che non sarebbe stato facile. Ma d’altronde lui è abituato alle sfide: sul piano professionale oltre che politico.

A pochi giorni dalle elezioni del 4 marzo, quella nomina era da maneggiare con cura. Lo ha fatto e continua a farlo, cercando di non apparire ma di rasserenare.

Se oggi il centrodestra si presenta unito sia a Ferentino che ad Anagni, il merito è proprio di Piacentini, capace di mediare con la Lega del rampante Francesco Zicchieri dopo lo scontro di quest’ultimo con Mario Abbruzzese.

 

Già, Mario Abbruzzese: l’ex consigliere regionale e attuale vice responsabile nazionale degli Enti Locali per Forza Italia, non ha mai accettato il commissariamento. E soprattutto non ha fatto nulla per nasconderlo. Adriano Piacentini ha risposto colpo su colpo, ma contemporaneamente ha tenuto ferma la linea del Partito. Riuscendo ad evitare strappi.

Insieme al sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, Piacentini da anni si batte per un maggior peso del capoluogo non soltanto nei posti chiave del Partito, ma anche sul piano della rappresentanza.

Mai una candidatura eleggibile alla Camera o al Senato, mai alla Regione. Con l’unica eccezione di Riccardo Mastrangeli nel 1994, all’inizio.

Poi Forza Italia è stata dominata dall’era di Antonello Iannarilli (Alatri), da quella di Alfredo Pallone (Fiuggi) e poi da Mario Abbruzzese (Cassino).

 

Il fatto è che adesso le posizioni geografiche si sono invertite. La roccaforte non è più il cassinate, dove infatti Abbruzzese ha perso il 4 marzo nel collegio maggioritario della Camera sud. Sconfitto dalla pentastellata Ilaria Fontana.

Al nord, invece, Ottaviani e Piacentini hanno dato un contributo decisivo all’elezione del deputato Francesco Zicchieri (Lega) e del senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia).

Proprio Ruspandini in questi mesi ha tenuto un filo diretto con Piacentini, che agisce a tutto campo. Adesso, dopo le comunali, si dovrà mettere mano al Partito. Riorganizzandolo e preparandolo alle nuove sfide.

 

A livello nazionale Silvio Berlusconi è intenzionato a circondarsi di un comitato ristretto formato da Antonio Tajani, Giovanni Toti, Mara Carfagna, Maurizio Gasparri e Niccolò Ghedini. Vedremo. Poi bisognerà declinare la strategia sui territori.

Adriano Piacentini è l’unico ad avere i medesimi buoni rapporti con Antonio Tajani e Claudio Fazzone.

Forza Italia dovrà essere rilanciata. Non servono rivoluzioni, ma una sterzata vigorosa ci sarà. Cambierà la musica. Forse anche qualche suonatore.

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