Scintille tra Fardelli e Costanzo: «Parli alle mie spalle», «Falso candidato»

Scintille tra Simone Costanzo e Marino Fardelli a margine della visita di Nicola Zingaretti. «Tu la devi finire di parlare male di me». «Che avrò mai detto. che non sei un vero candidato. Embé?»

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Sono arrivati alla spicciolata e si sono attentamente evitati.

Il primo ad arrivare è stato Mauro Buschini: in avanscoperta, in cerca di qualcuno che andasse a stringergli la mano. Come se stringerle per primo e poi lasciarle già strette ai suoi avversari, gli desse più possibilità di vincere le elezioni.

Dopo pochi secondi arriva Simone Costanzo, con il giaccone nuovo e gli occhiali stile Blues Brothers. Si aggira circospetto, tutto vestito di scuro, come se dovesse guardarsi le spalle dai sicari piazzati in mezzo alla folla da Buschini.

Infine, trafelato giunge Marino Fardelli. Si fa notare con sgommata e frenata all’ingresso del piazzale. Scende con un balzo degno del migliore Kevin Costner in Bodyguard seguito da Valentina Calcagni e Tiziana Iannarelli in versione grande spolvero: manca solo l’effetto al rallentatore. Uno spettacolo puro!

 

Nicola Zingaretti non è ancora arrivato a Roccasecca. Ha detto all’ultimo momento che voleva andare ad incontrare i lavoratori della Ideal Standard: ha cambiato i piani e l’agenda di tutti. (leggi qui La rabbia di Zingaretti all’Ideal Standard: «Atto criminale, non la passeranno liscia»)

 

La scena che segue è da grande cinema. Simone Costanzo, segretario provinciale del partito Democratico e candidato in pectore alle prossime Regionali, si avvicina ed accoglie con un sorriso che va da orecchio ad orecchio il cinematografico consigliere regionale uscente e candidato per diritto (secondo lui) alle stesse Regionali Marino Fardelli.

Costanzo, stendendo la mano: «Ecco pure Fardelli che a Cassino ha fatto finta di non vedermi».

Fardelli, ritraendo la mano: «Tu la devi finire ad andare in giro a parlare male di me».

Costanzo, sbigottito: «Ma che dici?!»

Fardelli, risentito: «Quando la smetterai di parlare male di me tornerò a salutarti».

Costanzo: «Io non vado a parlare male di te in giro»

Fardelli: «Invece ti dico di si: ripassati i conti e vedi con chi hai parlato in questi ultimi giorni. Fai la tua campagna elettorale, chiedi i voti per te ma smettila di parlaee male degli altri candidati e cioè di me».

Mauro Buschini, che è a due passi, applica la saggezza che gli è stata trasmessa dai vecchi Compagni del Pci: quando due ex democristiani litigano, tu lasciali fare e poi affronti solo quello che resta in piedi. Così, quieto quieto, si smaterializza e riappare diversi metri più in là in un capannello di operai.

Costanzo si arrocca: «Che cosa ho detto? Che il vero candidato di Francesco Scalia è Barbara Caparrelli e non Marino Fardelli? Embé, non è vero? Ho detto la verità».

Fardelli, nel sentirselo ripetere davanti al muso, diventa rosso di collera fino alle orecchie: «Tu la devi finire: pensa a te. Parla di te e della tua componente».

Buschini da lontano scuote la testa e dice a chi gli sta vicino: “Stì due non sono lucidi: si stanno dicendo tutto questo a due passi da quelli di Alessioporcu.it… Non sono lucidi, è chiaro…

Intorno gli assistenti si preparano a lanciarsi per dividerli se Fardelli e Costanzo dovessero arrivare alle mani.

Arriva la macchina con Zingaretti, fine del match.

Chissà se hanno mai letto la storia dei capponi di Renzo, diretto dall’avvocato Azzeccagarbugli con  quattro capponi da donargli, tenuti in mano stringendoli per le zampe legate insieme e a testa in giù, con le povere bestie “le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”.