Scintille e camomilla, il dibattito frenato su Ferentino

Come va letto il confronto tra i quattro candidati sindaco di Ferentino. Promossi sul piano dialettico hanno tenuto un dibattito con il freno a mano sui contenuti. Perché quasi tutti vengono tutti dalla stessa esperienza.

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Su due cose sono tutti d’accordo. Una è di carattere amministrativo e l’altra invece appartiene all’aspetto politico. Sul piano dello sviluppo, tutti sono pronti a scommettere sul turismo; sul piano politico tutti sono d’accordo sull’idea che fosse impossibile trovare una sintesi che riassumesse il quadro di queste elezioni comunali a Ferentino.

Troppe questioni personali, troppe ruggini, troppi rancori. Lo ha messo a nudo, semmai ce ne fosse bisogno, il confronto organizzato dal quotidiano Il Messaggero nella sua redazione di Frosinone. (leggi qui).

Tutti figli di Pompeo

I candidati durante il dibattito

C’è un aspetto che ha reso alla camomilla la parte del dibattito che poteva essere invece quella più piccante. Perché ben tre dei quattro candidati sindaco vengono dall’amministrazione uscente, il che ha tolto dal campo la possibilità che ci fossero scintille sull’operato dell’amministrazione uscente. Perché criticare ora il sindaco Antonio Pompeo avrebbe significato criticare se stessi.

Infatti il gruppo consiliare di Piergianni Fiorletta fino a dicembre 2021 ha espresso il vicesindaco e tranne rari casi l’intero Gruppo consiliare non ha mai fatto mancare il voto alla maggioranza. Alfonso Musa è candidato da Antonio Pompeo e quindi ne condivide in blocco l’operato. Angelica Schietroma è assessore uscente ed a lei si deve buona parte degli eventi targati Pompeo.

Le scintille però si sono sprigionate quando è stata posta la classica domanda delle cento pistole: perché tra quattro candidati di area del centrosinistra non si sia trovato un candidato unitario.

Le scintille vengono da dentro

Fiorletta con i suoi candidati

Piergianni Fiorletta ha puntato il dito sui personalismi nell’ultimo anno: l’alleanza lunga dieci anni si è rotta sul dibattito per scegliere il successore; ad Antonio Pompeo viene imputato di non avere disegnato una strategia capace di coinvolgere la squadra ma avere tentato di designare un erede imponendolo agli altri.

Accuse rispedite al mittente da Alfonso Musa che ha parlato del sindaco uscente Antonio Pompeo come risorsa importante per il presente ed il futuro di Ferentino. Indubbiamente, sul piano amministrativo i due mandati da sindaco e da presidente della Provincia sono un forte patrimonio di esperienza. Il tema però resta quello della capacità di dare squadra. E Musa affonda il colpo su questo fronte: sostenendo che l’ampiezza della coalizione avversaria sia così vasta da prospettare difficoltà in caso di vittoria.

Nemmeno Angelica Schietroma rinnega il passato e parla di nuovo modo di fare politica basato sull’impegno e la condivisione dei progetti con la cittadinanza. Lorenzo Fiorini reputa positivo il fatto di avere quattro candidature che sono anche quattro visioni diverse di futuro.

In sintesi emerge un dibattito nel quale non è possibile criticare le scelte fatte nell’ultimo quarto di secolo: perché tutti hanno avuto un piede dentro la governo degli ultimi dieci anni, Fiorletta ha guidato il governo dei dieci anni precedenti; chi con un piede e chi con un dito stavano nel precedente governo Scalia. Non a caso, l’unico a proporre qualcosa di diverso è Lorenzo Fiorini: ha una visione più larga che non si ferma a Ferentino ma guarda alla città intercomunale.

Promossi sul piano dialettico

Alfonso Musa con Antonio Pompeo e tutti i candidati

Sul piano dialettico non ci sono stati imbarazzi. A suo agio nel confronto, nonostante la giovane età, è stata Angelica Schietroma: hanno contato i cinque anni da assessore con decine di manifestazioni che l’hanno vista in prima fila con il microfono in mano. Alfonso Musa è avvocato e l’oratoria fa parte del suo bagaglio professionale: chiaro che punti molto sull’empatia; lo si capisce nel momento in cui spiega che la sua politica si basa come sul lavoro da avvocato sull’ascolto ed il contatto quotidiano con la gente.

Piergianni Fiorletta è stato sindaco nei dieci anni precedenti ai due mandati Pompeo: il confronto non lo mette in difficoltà perché conosce la politica, sta sotto i riflettori da sempre, conosce come le sue tasche la macchina amministrativa. Lorenzo Fiorini viene dall’identità socialista e la possibilità di avanzare proposte sganciate dagli ultimi 25 anni d’amministrazione gli concede un margine dialettico più ampio.

Tutti d’accordo più o meno

Angelica Schietroma e la sua squadra

Il resto del dibattito va in una direzione obbligata, seppure con le comprensibili differenze individuali. Il turismo dovrà essere il punto fondamentale per lo sviluppo socio- economico ed occupazionale di Ferentino. Ne sono convinti i quattro candidati sindaco. Ma diverse le loro ricette; si va dalla valorizzazione del Lago di Canterno da cui possono partire giri in mongolfiera su Ferentino come propone Lorenzo Fiorini candidato del PSI; al riconoscimento di Ferentino Città del Turismo ipotizzato da Piergianni Fiorletta; punterebbe sul patrimonio artistico della città e la ricerca di fondi Alfonso Musa; indica l’idea di una piattaforma turistica con creazione di sentieri naturalistici e religiosi Angelica Schietroma.

Ma Ferentino è città di industria: lo ha dimostrato la pandemia, fa parte della periferia di quel Sistema industriale del Chimico Farmaceutico ben conosciuto oltre oceano. Anche in questo caso le ricette sono diverse nella consapevolezza che le soluzioni passano da Consorzio Industriale e Regione; talvolta ancora più in alto. Come insegna la catastrofica gestione del caso Catalent tornata in Inghilterra con il suo investimento da 100 milioni di euro perché qui nessuno gli rispondeva.

E così Angelica Schietroma dice che «Bisogna abbattere i tempi di attesa per le autorizzazioni»; Piergianni Fiorletta ricorda la competenza comunale sul fronte urbanistico: «la città si è sviluppata molto in campagna. Bisogna avere una manutenzione costante delle periferie». Per Alfonso Musa «Bisogna creare le infrastrutture, rendere le nostre aree appetibili». Lorenzo Fiorini ricorda che «Un polo chimico-farmaceutico è fondamentale vista anche la presenza di multinazionali del settore. Creare opportunità e formazione coinvolgendo pubblico e privato».