Scintille Meloni – Berlusconi, tensione sulle Regionali

Le tensioni per la formazione del nuovo Governo rischiano di creare tensioni anche sul fronte delle Regionali nel Lazio. Il borsino delle candidature. Leodori: stessa alleanza che finora ha lavorato bene

Si sono visti in cinque, nell’ufficio del Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Marco Vincenzi. Con lui ieri c’erano i capigruppo dei tre Partiti di centrodestra: Orlando Tripodi della Lega, Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia, Giuseppe Simeone per Forza Italia. Il quinto nome è quello di Daniele Leodori: vice presidente del Consiglio regionale e reggente dal momento in cui il governatore Nicola Zingaretti rassegnerà le dimissioni.

Si sono visti per parlare proprio di quello: le dimissioni di Zingaretti e definire il percorso che porterà alle elezioni. Delimitare il periodo entro il quale si tornerà alle urne. Lo Statuto prevede novanta giorni dalla sopraggiunta indisponibilità del presidente: Nicola Zingaretti l’altro giorno ha detto che si dimetterà subito dopo avere approvato il Collegato al bilancio. (Leggi qui: Zingaretti: «Dimissioni entro tre settimane»).

Partire subito per arrivare a fine gennaio

Daniele Leodori (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

I tre capigruppo hanno chiesto al Presidente del Consiglio Regionale ed al vicepresidente di chiudere il prima possibile la discussione sul Collegato. Vogliono arrivare in fretta al voto. Il punto di caduta che è emerso dall’incontro e ritenuto realistico è il 22 o il 29 gennaio. Ma si deve cominciare subito il percorso verso l’approvazione del Collegato.

Per questo, lunedì alle ore 15 nella sala Etruschi del Consiglio regionale si riunirà la IV commissione Bilancio, Programmazione Economico-finanziaria. All’ordine del giorno c’è un solo punto: l’inizio dell’esame della Proposta di legge regionale n. 346 del 10 ottobre 2022, concernente: ‘Disposizioni collegate alla legge di Stabilità regionale 2022 e modificazioni di leggi regionali‘. In pratica, il Collegato.

Tensioni a destra

Silvio Berlusconi al voto (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Centrodestra e centrosinistra stanno definendo le alleanze e le strategie. Il fronte più sensibile in questa fase è quello di Forza Italia: lo scontro con Fratelli d’Italia per la formazione del nuovo governo rischia di condurre ad un punto di rottura. Che avrebbe conseguenze anche sulle alleanze per le Regionali.

Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni sono ai ferri corti. Pesa molto la decisione di Forza Italia che l’altro giorno non ha votato Ignazio La Russa come presidente del Senato. Pesano ancora di più gli appunti lasciati in favore di teleobiettivo, che rivelano cosa pensa il Cav in merito alla leader di FdI: “supponente, prepotente, arrogante, offensiva”. Lei venerdì sera salendo in macchina ha commentato “Mi pare che mancasse un punto però a quelli elencati da Berlusconi, che non sono ricattabile”.

In cosa consiste il ricatto? Nella minaccia di non andare insieme al resto della coalizione a colloquio con il Capo dello Stato. Ma andarci da solo e proponendo un nome diverso da Giorgia Meloni per la formazione del nuovo Governo. Per nessuno è un mistero che in Forza Italia ci sia una contrapposizione di vedute tra la colomba Antonio Tajani ed il falco Licia Ronzulli.

Le Regionali nel mirino

Claudio Fazzone

Se la mediazione di Matteo Salvini non raffredderà il clima, la prima rappresaglia potrebbe avvenire in occasione delle Regionali del Lazio.

Tace e non manda segnali il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone. In questi mesi è stato abile a lavorare su entrambe le sponde del fiume. Alle provinciali di Latina i numeri dicono che è stato fondamentale per l’elezione del renziano Gerardo Stefanelli. Alle provinciali di Viterbo Forza Italia e Pd hanno appoggiato lo stesso candidato. E da anni a Gaeta c’è un pezzo di Pd nei governi cittadini guidati da Forza Italia. Ma altrettanto Claudio Fazzone ha lavorato sul fronte del centrodestra: partecipando alla caduta del sindaco di Latina Damiano Coletta, rivelandosi determinante in molte partite alle Comunali.

Una sua candidatura come Governatore del Lazio veniva inserita nel novero delle possibilità la scorsa estate. In caso di esplosione del centrodestra nazionale si ritroverebbe sulla linea del fronte.

Il borsino delle candidature

Roberta Angelilli (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Inoltre, nel borsino delle candidature inizia a sbiadire il nome di Nicola Procaccini: parlamentare Ue, dotato di lunga esperienza amministrativa avendo fatto più volte il sindaco di Terracina, preparazione politica solidissima viene dalla scuola di formazione frequentata insieme a Giorgia Meloni della quale è stato portavoce ai tempi in cui lei era ministro. Contro di lui c’è per ora un solo fattore: il ritardo nella definizione delle recenti indagini che hanno portato alle dimissioni del sindaco di Terracina Roberta Tindari. In quel lavoro investigativo ci sono anche alcune telefonate dell’ex sindaco Procaccini prima di diventare parlamentare Ue. E sul candidato di Fratelli d’Italia non devono esserci nemmeno le ombre.

Tra gli addetti ai lavori circola il nome di Roberta Angelilli: deputata a Bruxelles per 4 mandati, vicepresidente del Parlamento Ue nei suoi ultimi cinque anni, prima dei non eletti in Consiglio Regionale cinque anni fa è stata in Aula per un breve periodo surrogando Adriano Palozzi.

La stessa squadra

Nel centrosinistra il vice presidente Daniele Leodori rompe il silenzio ed invita i Partiti a mantenere il dibattito sul piano regionale. Senza lasciarsi coinvolgere nelle dinamiche nazionali. “C’è un gran dibattito in questi giorni sulle elezioni regionali. Credo sia utile dire quello che penso, con chiarezza. In questi anni abbiamo fatto tanto. Non serve ripeterlo, è sotto gli occhi di tutti. Ma ci sono progetti importanti che vanno portati a termine. A cominciare dai fondi del Pnrr che vanno spesi per i trasporti, le infrastrutture, il sociale e così via”.

Per il vice presidente il percorso è obbligato. “Ora per portare a termine questo lavoro c’è una sola strada. Essere uniti. Farlo con la stessa squadra che ci ha portato fin qui. Uniti. Credo sia sbagliato dividere questa squadra. Ci farebbe fare un salto indietro di dieci anni“.

Nel Lazio da anni lavora un’alleanza che vede insieme tutti gli esponenti del polo Progressista: uniti sui progetti prima che dai numeri. A rendere complessa la conferma di quell’alleanza sono Carlo Calenda e Giuseppe Conte. Ma per dinamiche che nulla hanno a vedere con il Lazio. Puntano a frantumare il Pd per prenderne poi le macerie.

Scrive Daniele Leodori sulla sua pagina Facebook “Credo che il livello nazionale sia una cosa e quello locale un’altra. Il centrodestra, che pure in questi anni ha avuto posizioni diverse rispetto al Governo non ha mai messo in discussione il governo delle Regioni e delle città. Farlo sarebbe sbagliato– prosegue Leodori- Credo e spero che prevarrà l’interesse di cittadini sulla diversità delle visioni politiche. I cittadini del Lazio se lo meritano“.