Scintille tra Cardinali e Ambrosetti: il senatore prova a mediare

Le scintille in casa dei Fratelli d'Italia. Che ad Anagni stanno sia in maggioranza che all'opposizione. Ambrosetti mette nel mirino Cardinali. E Ruspandini si prepara a mediare

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

L’indiscrezione è gustosa (oltre che confermata dai piani alti dell’amministrazione comunale). Ad Anagni la querelle che agita i vertici locali di Fratelli d’Italia è ancora lontana dal trovare una soluzione decente. Qualcosa che permetta di trovare un accordo, non si dice di pace, ma almeno di non belligeranza tra il volto maschio della destra locale, al secolo Riccardo Ambrosetti, ed il fratello ribelle, al secolo Alessandro Cardinali. Due che già prima del terremoto, per un evidente problema di ego, non si parlavano poi tanto. Mentre ora si mandano, letteralmente, a quel paese. (Leggi qui Cardinali se ne va. Natalia gli augura buon viaggio).

Un problema di equilibri

Riccardo Ambrosetti con il sindaco Natalia

La scena che segue si sarebbe (secondo le indiscrezioni) svolta qualche giorno fa all’interno del palazzo comunale. Il tema, oramai consueto, è quello relativo agli equilibri interni nella sezione locale di Fdi. Ad Anagni infatti, come noto, il Partito dei meloniani vive una situazione quantomeno paradossale.

Fdi è infatti il partito di maggioranza relativa nella coalizione del sindaco Natalia. Con tanto di incarichi di prestigio, come quello al manutentivo di Riccardo Ambrosetti. Ma ha una rappresentanza notevole anche all’opposizione, visto che Alessandro Cardinali, dopo avere rinunciato ad ogni incarico di maggioranza ha deciso di andare in opposizione, ma restando sempre in Fratelli d’Italia. (Leggi qui Un consiglio senza Cardinali: ed è fumata bianca).

Nel migliore dei mondi possibili ci si aspetterebbe un chiarimento di qualche tipo. Perché è evidente che le due cose insieme non possono stare. Non a lungo almeno. Ed infatti, un minuto dopo l’uscita di Cardinali dalla maggioranza, il consigliere Ambrosetti aveva annunciato urbi et orbi che avrebbe interessato i vertici provinciali e regionali per definire la cosa. Inutile dire che tutto è rimasto esattamente come era prima. (Leggi qui E Cardinali ora deve dire con quale Papa vuole stare).

Le mattonelle nel futuro

Daniele Natalia e Alessandro Cardinali

Cosa che, evidentemente, non deve aver causato una reazione positiva al volto maschio di cui sopra. Che, dice chi c’era, qualche giorno fa, riferendosi a Cardinali, ne avrebbe sollecitato l’uscita dalla carriera politica. Più esattamente, avrebbe detto “quello lo rimando a raccogliere le mattonelle!”. Un riferimento, neanche a dirlo, all’attività professionale del fratello ribelle. Intonato, dice sempre chi c’era, con quell’inflessione a metà tra il dialettale e l’autoritario che da sempre è la cifra stilistica dell’Ambrosetti anagnino.

Insomma, le acque sono ancora agitate. Ma i toni di Ambrosetti, oltre che essere la dimostrazione di una situazione tesa, sono anche il sintomo di un problema politico tutto interno a Fdi. Problema che potremmo riassumere così; esattamente, chi comanda in Fdi ad Anagni?

Perché è chiaro a tutti che quella che si sta consumando è una guerra di potere per capire chi tira le fila del partito ad Anagni. Da una parte Cardinali che ha tutto l’interesse a restare, per far contare il proprio peso (politico). Dall’altra parte Ambrosetti, che ha invece la necessità di far seguire alle parole i fatti. Perché se, dopo averlo detto più volte, non riuscisse a far spostare Cardinali dal Partito, sarebbe chiaro a tutti chi è che conta davvero per Fdi, nella città dei papi.

La mediazione del Ruspa

Massimo Ruspandini

Il fattore che potrebbe raffreddare il quadro è la ‘mediazione’ del presidente provinciale Massimo Ruspandini. Iniziata in maniera soft in queste ore con una telefonata: “Ragazzi, che succede?”. Sia Cardinali che Ambrosetti sono militanti di vecchia data e “sono amici” ha ricordato il senatore ai più vicini di entrambe le parti.

Un abbassamento della temperatura che potrebbe essere alla base dell’irritazione manifestata ultimamente da Ambrosetti. Con il suo temperamento pugnace avrebbe preferito risolverla con un regolamento di conti. Politico, s’intende.