Scontro azzurro: «Ricorda la fine di Alfano». Toti: «Ridotti ad un solo consigliere»

Foto: © Aif - Giorgio Di Cerbo

Dopo Frosinone anche Roma: scontro frontale in Forza Italia tra i lealisti di Berlusconi e l'ala che seguirà Giovanni Toti. "Gravi errori. Per un dispetto a Meloni, Forza Italia ha un solo consigliere"

Lo scontro si accende subito. A Roma subito dopo le province nel sud del Lazio: lì il regolamento dei conti è già cominciato (leggi qui Forza Italia, via al regolamento di conti) . Nella Capitale invece le scintille si innescano nella prima domenica di agosto. Da un lato ciò che resta di Forza Italia, dall’altro le truppe che stanno con Cambiamo, il nuovo movimento di Giovanni Toti.

Ricordati la fine di Alfano

Davide Bordoni coordinatore romano di Forza Italia e capogruppo in Campidoglio cerca di serrare le fila. Lo fa dalle colonne del quotidiano Il Giornale. «Siamo ancora un grande Partito. Abbiamo una classe dirigente preparata e motivata che amministra (e bene) le istituzioni locali. È da li’ che dobbiamo ripartire. Bisogna ripartire da un rapporto piu’ stretto con il territorio e proprio i nostri amministratori locali possono fare la differenza».

Poi l’assalto frontale al governatore della Liguria. «Siamo entrati tutti in Forza Italia per Berlusconi, non certo per Toti. Se Giovanni se ne va ce ne faremo una ragione. Il soggetto politico di Angelino Alfano, allora ministro, era piu’ strutturato eppure si e’ perso in poco tempo. Credo che Toti stia calcando lo stesso sentiero».

Ecco cosa avete fatto a Roma

Il governatore della Liguria legge e paragona le parole di Bordoni al «rumore delle unghie sul vetro. Come Gatto Silvestro quando sbaglia il balzo verso Titti e ineluttabilmente precipita verso il suolo». Giovanni Toti elenca i gravi errori strategici commessi da Forza Italia nell’ultimo anno. Proprio a Roma: «A Roma c’e’ un unico consigliere comunale (uno di numero!!) perche’ appoggiammo come sindaco un costruttore di sinistra, invece di far vincere l’amica Meloni. Cosi’, per dispetto!»

Poi il tiro si sposta sul cerchio magico. Sui paracadutati. Su gente che non ha un voto ma nonostante questo «son li’ da una ventina di anni, mai eletti che coordinano assemblee di cooptati, con l’unico compito di ripetere ogni mattina: “bravo Presidente” e chiudere le tende perche’ non si veda il mondo che cambia».

Abbruzzese: le porte sono aperte

Il vice coordinatore nazionale Enti Locali Mario Abbruzzese è tra quelli che hanno deciso dal primo momento di stare con il rinnovamento reclamato da Giovanni Toti. E dice che «Le porte sono aperte, non ci interessano deputati, senatori, coordinatori che abbiano contribuito a ridurre Forza Italia com’è oggi. Non tutti sono stati complici, alcuni hanno difeso le posizioni fino alla fine per disciplina ed attaccamento all’ideale. Molti altri invece si sono arroccati solo per salvare ancora qualche mese la proprio poltrona. Chi vuole può seguirci: ma niente posti assegnati. Questo sarà un movimento diverso, in cui tutti avranno la loro possibilità».

La fuga continua

In mattinata è stata evidente l’uscita del segretario nazionale dei giovani di Forza Italia Stefano Cavedagna (leggi qui Terremoto nei giovani azzurri, va via Cavedagna: aveva battuto Zaccari). Il quotidiano on line Affaritaliani.it dà in partenza anche il deputato bolognese Galeazzo Bignami, segretario regionale dell’Emilia Romagna.

Con lui uscirebbero anche gli unici due consiglieri regionali di Forza Italia in Emilia. A Roma hanno già dichiarato la loro attenzione per Toti il capogruppo in Regione Lazio Antonello Aurigemma, il presidente della commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli, l’ex vice presidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi.

Spiagge diverse e parallele

L’area di Giovanni Toti è sempre più orientata verso Matteo Salvini. Non voterà la fiducia al decreto Sicurezza bis perché preferisce astenersi. Con Salvini dice di essere «su due spiagge diverse, ma parallele». Il governatore della Liguria lo ha detto in un’intervista su La Repubblica. “Non ci opponiamo ai provvedimenti giusti, come il decreto sicurezza. Ma se viene posta la fiducia, allora ci asterremo. Forse lasceremo l’aula. Ma non voteremo contro“.

Evidenzia che “È difficile votare la fiducia a questo governo, ma è altrettanto difficile vedere la bava alla bocca di Forza Italia che bada più a fare un dispetto a Salvini, che il bene del Paese. Il decreto è un provvedimento utile“.

Conferma che il nome del suo nuovo movimento sarà “Cambiamo!” . E che il 2 settembre, da Matera, partirà il tour in 13 regioni”.