«Irresponsabile!», «Impreparata»: Segneri (M5S) e Buschini (Pd) litigano sui soldi della mobilità

Scontro frontale tra la deputata del M5S Enrica Segneri ed il capogruppo di Zingaretti in regione Lazio Mauro Buschini. Lei li accusa della sparizione di 13 milioni destinati alla Mobilità. Lui le risponde dandole dell'impreparata.

Lei lo accusa di essere un irresponsabile. Lui di essere un’impreparata che scambia il camposanto per la stazione.

Non è una lite tra le mura domestiche bensì lo scambio di battute che si è infiammato in queste ore si Facebook. Protagonisti: la deputata Enrica Segneri (Movimento 5 Stelle) ed il capogruppo in Regione Lazio Mauro Buschini (Pd).

Al centro dello scontro ci sono i lavoratori di Vertenza Frusinate e gli altri che come loro sono rimasti senza sussidi dopo avere perso il lavoro e ultimato la mobilità (leggi qui Qualcuno gioca sporco sulla pelle dei lavoratori ex Vdc)

 

ROBA DA PD

A lanciare il cerino acceso nella polveriera è la deputata a Cinque Stelle. Accusando la regione Lazio di avere fatto sparire 13 milioni di euro. «Servivano per le Mobilità dell’Area di Crisi complessa. Che fine hanno fatto?».

Sulla sua bacheca ricostruisce che nello scorso mese di febbraio, nel pieno della campagna elettorale per le Regionali, il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore Mauro Buschini «dicevano che i soldi in Regione Lazio c’erano per coprire tutte le mobilità in deroga per il 2018. A testimonianza di ciò fu sottoscritto anche un “accordo” con i sindacati. Ad oggi si scopre che invece i soldi non ci sono. Anzi: secondo quanto dichiarato dall’assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino, mancherebbero all’appello 13 milioni di euro».

La deputata definisce la situazione «vergognosa che attesta la totale mancanza di responsabilità di tali esponenti politici. Oggi dovrebbero chiedere scusa ai disoccupati che stanno prendendo in giro».

 

La pallina dei lavoratori

Una situazione che nelle ore scorse l’onorevole Enrica Segneri ha spiegato direttamente ai lavoratori di Vertenza Frusinate. Dicendogli, nella sostanza, “è inutile che bussiate a me o agli altri parlamentari: perché l’accordo lo ha firmato la Regione Lazio e quindi compete alla Regione trovare le risorse”.

Così i lavoratori sono tornati ieri sera a parlare con la Regione Lazio, approfittando della presenza dell’assessore regionale Gian Paolo Manzella e del capogruppo Dem Mauro Buschini alla Camera di Commercio di Frosinone per l’annuncio dei dettagli dell’Accordo di Programma firmato in mattinata al Ministero per lo Sviluppo Economico. (leggi qui Di Maio e Zingaretti firmano l’accordo: via all’Area di Crisi Complessa).

Hanno riferito all’onorevole regionale Buschini la risposta ricevuta dall’onorevole nazionale Segneri. Chiedendo alla Regione di attivarsi e far uscire subito i soldi.

 

Taci, impreparata

Il capogruppo Dem in regione Lazio non ha gradito. Al punto che ha deciso di rispondere pubblicamente. Sullo stesso canale usato dalla parlamentare grillina.

Oggi scopriamo, con stupore, che una deputata del nostro territorio, della quale ci sfuggono le grandi iniziative prese per la nostra provincia, ci accusa di aver fatto sparire le somme stanziate per la mobilità in deroga. Se la deputata avesse non dico studiato, ma almeno letto le carte anziché parlare a vanvera si sarebbe accorta che:

  • i soldi stanziati per le Aree di crisi complessa sono sempre stati e continuano ad essere 14,5 milioni di euro, somme non sufficienti per l’intero 2018 come scritto in maniera chiara nell’accordo di febbraio che lei cita ma evidentemente non conosce;
  • le somme assegnate alla Regione restano allocate presso il Ministero che con proprio atto, dopo la determina della Regione, autorizza l’Inps al pagamento;
  • in tre anni i governi del Partito Democratico hanno stanziato oltre 40 milioni di euro per pagare la mobilità in deroga;
  • l’attuale governo ha stanziato zero euro.

 

Insomma, nella versione di Buschini si sapeva benissimo che quei soldi non sarebbero bastati per tutti allo stesso modo in cui non erano bastati negli anni precedenti. Infatti i governi a guida Renzi e Gentiloni – ricorda il capogruppo – hanno messo in cassa 40 milioni per consentire il pagamento. ma l’attuale governo non lo fa.

 

La pistola fumante

Mauro Buschini individua anche la pistola fumante in mano al ministro Luigi Di Maio. Per dimostrare che i fatti stanno come dice lui, cita l’interrogazione presentata in Senato sulla questione dei lavoratori di Vertenza Frusinate. In quell’occasione il ministro venne informato di come stavano i fatti. Rispose con una generica promessa di non lasciare a piedi nessuno. E non negò la competenza del Governo. (Leggi qui Finalmente in Senato l’emergenza lavoro in Ciociaria: ma i nostri parlamentari non c’entrano)

 

Sostiene il capogruppo Dem che «Da quanto spiegato sopra in maniera talmente semplice che anche una impreparata deputata può comprendere, si capisce che non è sparita alcuna somma. Ma che le somme ci sono e stanno allocate materialmente al Ministero. Solo la manina che aggiunge e toglie commi all’interno del Governo sarebbe in grado di farle sparire. Quindi se la deputata non crede a me chiedesse al ministro Di Maio».