Scontro sulla discarica di Lozza a Roma: 3 ricorsi al Tar

Foto © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

Via ai ricorsi contro l'area individuata per la realizzazione della discarica di Roma. L'ex cava di Monte Carnevale è della Ngr (Valter Lozza). Tre ricorsi: "pareri negativi stravolti".

È partita la battaglia legale sulla discarica di Roma nella cava di Monte Carnevale. I comitati della Valle Galeria, attraverso i legali dell’associazione Raggio Verde, hanno depositato al Tar del Lazio tre ricorsi. Uno di questi chiede la sospensione della delibera della Giunta Capitolina dello scorso 31 dicembre. È quella in cui veniva individuato come sito in cui realizzare la discarica della Capitale la cava di Monte Carnevale di proprietà della Ngr. (leggi qui I rifiuti di Roma nella nuova discarica di Lozza. E Raggi va due volte ko).

Foto: © Imagoeconomica, Virginia Raggi

L’atto del Comune di Roma Capitale era legato all’ordinanza dello scorso 27 novembre del presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Tra le altre cose, intimava al Comune di individuare il luogo, dentro i confini di Roma, dove localizzare l’impianto di smaltimento, pena il commissariamento e la contestuale denuncia penale per omissione in atti d’ufficio.

I comitati hanno impugnato anche il documento firmato dal governatore, come pure l’ordinanza di inizio gennaio con cui cessavano gli effetti della prima ordinanza e tutti gli atti amministrativi regionali legati all’autorizzazione della cava di Monte Carnevale come discarica per inerti e fanghi.

Il cavallo di Troia

Abbiamo impugnato sette diversi provvedimenti con tre ricorsi – ha spiegato l’avvocato di Raggio Verde, Alessandro Di Matteo, ai cittadini di Valle Galeria – Dall’ordinanza di Zingaretti fino al provvedimento della Raggi che designava Monte Carnevale. Perché quando ci siamo interessati della discarica questa nasceva come impianto di smaltimento degli inerti e da subito dicemmo che si trattava di un cavallo di Troia perché i codici che volevano approvare erano talmente tanti che non c’erano solo gli inerti ma anche i fanghi.

La valutazione di impatto ambientale concessa era, appunto, un cavallo di Troia che in futuro avrebbe permesso di fare altro. Purtroppo ci avevamo visto bene perché quel sito é stato designato dalla collaborazione Zingaretti-Raggi“.

Normative eluse

Rifiuti in discarica

 Per il legale “hanno talmente eluso le normative a tutela dell’ambiente che hanno realizzato un mostro. Quella discarica ha grandissime possibilità di inquinare l’ambiente.

È stata fatta in un posto totalmente inidoneo. Oltre alle determine della Regione Lazio e del Comune di Roma, abbiamo impugnato la conclusione della conferenza dei servizi e il progetto sulla base del quale è stata approvata l’autorizzazione.

In conferenza dei servizi hanno fatto diventare positivi dei pareri in realtà negativi. Gli enti preposti alla tutela dell’Ambiente avevano detto ‘la discarica li’ non si può fare’ ma attraverso un meccanismo particolare sono riusciti a eludere anche i provvedimenti negativi, ad esempio dell’Arpa.

È stato emesso un provvedimento in violazione di qualunque normativa, comunitaria e nazionale. Abbiamo trovato una marea di errori, tecnici e giuridici. Le nostre impugnazioni sono fondate, e ve lo dice chi negli anni di impugnazioni in materia ambientale ne ha fatte tante”.

Esposti e denunce

E non finirà qui, perché stanno per partire anche esposti e denunce penali.

Intanto il comitato della Valle Galeria, insieme ad altri presenti a Roma, è stato ascoltato in commissione Rifiuti alla Pisana sul piano regionale 2019/2025 che proprio la Commissione sta per esaminare.

Rifiuti in discarica

Tra le richieste pervenute dai cittadini quella di “ridiscutere il concetto del sub-Ato di Roma, di ampliare l’analisi sulle effettive capacità di ospitare altri mega impianti in aree strettamente comunali, di includere l’impegno per la valorizzazione della Capitale non in subordine ma in primo piano all’interno dell’Ato provinciale. Di non gravare ulteriormente sui territori già compromessi, di tutta la Regione, dove siano gia’ presenti installazioni altamente inquinanti“.

E ancora, tra le altre cose, “che si escluda ogni ipotesi di riconversione o revamping del Gassificatore di Malagrotta“.