Se Bill impalla la finestra ma allunga la tettoia

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. La profezia inascoltata di Bill Gates sui virus. Ed ora il suo nuovo allarme

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Quando si nasce al caldo, si ha un tetto sulla testa, si mangia tutti i giorni a pranzo e cena, risulta difficile immaginare un mondo diverso. Per capirci: provate a dire ai quindicenni di oggi che voi, i genitori, quando avevate la loro età, nella casa dei nonni non c’era l’acqua corrente, il gabinetto in casa era un lusso, più di qualcuno se aveva il pranzo non poteva immaginare la cena.

È difficile, per chi nasce al caldo, immaginare un mondo che sta al freddo. Esattamente quello che ci è accaduto quando nel 2005 circa Bill Gates, quello che ha creato Microsoft ed impallato miliardi di computer con il sistema operativo Windows, profetizzò che prima o poi sarebbe arrivata una pandemia e ci saremmo dovuti attrezzare. Nessuno lo fece e lo presero per scemo.

Bill Gates (Foto swiss-image.ch)

Ci siamo attrezzati in fretta. Pensando che il Covid 19 sia un virus e debellato questo sia finita. Non è così. Dovremo fare i conti con altre pandemie e con altri virus. Bisognerà attrezzarsi per fare in modo che i vaccini possano essere preparati più in fretta: prima di Covid-19 si impiegavano due anni, con Covid-19 ci abbiamo messo un anno, Bill Gates ora ha finanziato milioni per accelerare la messa a punto di vaccini.

Per darli ai Paesi più poveri. Perché se ci vacciniamo noi, ma quelli che stanno peggio di noi non lo fanno, il virus non fa differenza: continua a proliferare e si sviluppa. E resta in giro con le sue varianti ad infettare tutti.

Eccola l’altra cosa che stando al caldo abbiamo dimenticato: che dobbiamo fare un tetto più resistente come sta facendo Bill Gates e metterci sotto anche gli altri.

Senza Ricevuta di Ritorno.