Se cade il Governo, elezioni anticipate da paura in Ciociaria

Foto: © Imagoeconomica, Livio Anticoli

Soffiano forti i venti della crisi. L’ipotesi è quella di un ritorno alle urne non soltanto per Camera e Senato, ma anche per la Regione Lazio. E forse per il Comune di Frosinone. Tantissime poltrone a disposizione e altrettante che già traballano.

“Ormai la Raggi e il Pd sono un’anima e un corpo, almeno sulla materia dei rifiuti e, stranamente, pur litigando su tutto il resto, quando si parla di immondizia, vanno d’amore e d’accordo”. Questa l’interpretazione politica del sindaco leghista di Frosinone sulla vicenda dei rifiuti di Roma trattati anche nell’impianto Saf di Colfelice a seguito di un’ordinanza del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Nicola Ottaviani non ha partecipato alla seduta dell’assemblea dei soci della Saf sul bilancio, al suo posto ha delegato Adriano Piacentini. Ma ha voluto prendere posizione nelle stesse ore in cui a livello nazionale si consumava lo strappo tra la Lega e i Cinque Stelle, con Giancarlo Giorgetti al Quirinale, con Matteo Salvini che dichiarava di non avere più fiducia nei Cinque Stelle, neppure personale. E con Luigi Di Maio che sosteneva di essere stato pugnalato alle spalle.

Le prossime ore diranno se la situazione esploderà oppure no. Il termine ultimo per la finestra autunnale di elezioni anticipate è il 20 luglio, domani. Difficile. Però la prospettiva di andare al voto in primavera è tornata e Ottaviani ha colto al volo l’occasione. Quindi ha accostato i Cinque Stelle (Virginia Raggi) al Pd (Nicola Zingaretti), dando linfa alla “narrazione” lumbard di un possibile governo tra Democrat e pentastellati. Ipotesi azzardata, ma non fa niente.

Nicola Ottaviani è abilissimo a leggere il quadro politico ed è evidente che in caso di elezioni anticipate le possibilità di una sua candidatura a Camera o Senato aumentano.

In realtà lo scenario globale è anche un altro, perché nel caso davvero ci fosse la crisi di governo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non scioglierebbe automaticamente le Camere. Proverebbe a valutare se esistono gli spazi per altre maggioranze, ricordando a tutti che la nostra rimane una Repubblica parlamentare. Però, se alla fine davvero non ci fossero spazi, allora dalle nostre parti si aprirebbe un Election day globale.

Perché, oltre al rinnovo di Camera e Senato, si tornerebbe alle urne alla Regione Lazio: impossibile pensare che il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti possa non candidarsi alle politiche. E anche al Comune di Frosinone, con Ottaviani in corsa per Montecitorio o Palazzo Madama, non ci sarebbe alternativa se non quella delle elezioni anticipate. Un intasamento enorme, con tante ambizioni e tante poltrone a disposizione.

Ma pure, anzi soprattutto, con tante posizioni da difendere. Iniziamo dai parlamentari uscenti: i deputati Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri (Cinque Stelle), Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi (Lega), i senatori Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Gianfranco Rufa (Lega). Poi i consiglieri regionali: Mauro Buschini, Sara Battisti (Pd), Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia), Loreto Marcelli (Cinque Stelle).

Quindi, ma solo per avere un’idea, l’esercito degli aspiranti candidati al Parlamento o alla Regione: Francesco De Angelis, Francesco Scalia, Nazzareno Pilozzi, Antonio Pompeo (Pd), Mario Abbruzzese, Gianluca Quadrini (Forza Italia), Nicola Ottaviani (Lega), Alessandro Foglietta, Antonello Iannarilli, Alessia Savo (Fratelli d’Italia). Per non parlare della candidatura a sindaco di Frosinone.

Nel centrodestra: Riccardo Mastrangeli, Adriano Piacentini, Massimiliano Tagliaferri, Danilo Magliocchetti, Antonio Scaccia, Fabio Tagliaferri, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli. E Gianfranco Pizzutelli.

Nel Pd più o meno la stessa cosa: Angelo Pizzutelli, Norberto Venturi, Alessandra Sardellitti, ma anche Fabrizio Cristofari, Michele Marini, Vincenzo Savo, Stefania Martini. Anche se Francesco De Angelis sembra aver già scelto su chi puntare: Mauro Vicano.

Sarebbe una Babele ad ogni livello. Meglio le elezioni però, soprattutto se anticipate. Governare è complicato e impopolare.

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