“Se chiudono i cantieri l’Italia si ferma”. Picano chiede le garanzie Sace

Il responsabile regionale del dipartimento Crisi Aziendali di Fratelli d'Italia chiede un piano per salvare l'Edilizia. Passando per le garanzie Sace

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Se le grandi imprese sono pronte a mollare i super cantieri nei quali lavorano, figuriamoci quelle piccole, che da sempre fanno fatica“: è preoccupato Gabriele Picano, vice presidente provinciale di Fratelli d’Italia e responsabile regionale del dipartimento Crisi Aziendali. Ha esaminato il grido d’allarme lanciato dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili ciociara: con i vertici regionali del Partito sta studiando le richieste da sottoporre all’attenzione del governo e della Giunta del Lazio.

La situazione in ogni caso è complicata. Rischia di complicarsi ancor di più: “È diventato fortemente antieconomico lavorare per le imprese edili” ha affermato Picano. “Sono strette in una sorta di tenaglia, tra il reperimento delle materie prime e l’aumento esponenziale dei costi energetici. E questo va ad appesantire una situazione già difficile, in cui le imprese edili stavano uscendo con molta difficoltà dalla crisi Covid“.

A rischio anche il PNRR

Edilizia
Foto © Imagoeconomica

Tante imprese hanno chiuso i battenti tra il 2019 ed il 2020, chi ha resistito si trova indietro con i contributi alla Cassa Edile, ma stava cercando di rialzare la testa. Ora il colpo dell’energia e delle materie prime rischia di diventare davvero mortale.

Ma il problema non è solo delle imprese. Per Picano tutto quello che sta accadendo, a cascata, potrebbe pregiudicare anche l’attuazione del PNRR. “Sono a rischio le opere infrastrutturali legate al piano – sottolinea l’esponente di FDI – perché ci sono una serie di opere pubbliche, considerate strategiche, che vedono le imprese edili protagoniste“.

È per questo che secondo Picano ora la palla deve necessariamente passare al Governo che può e deve fare di più. “Gli interventi sono troppo timidi. Il decreto che è stato varato mira solo ad un contenimento con pochi milioni di euro. In questo momento – afferma Picano – si deve puntare meno al reddito di cittadinanza, che non ha portato lavoro, per pensare di più a quello vero di lavoro, quello che portano le imprese, aiutandole“.

La chiave è nelle garanzie SACE

La sede di Sace Simest (Foto: Carlo Carino © Imagoeconomica)

E’ arrivato il momento, per l’esponente del partito di Giorgia Meloni, di smetterla con mance da Prima Repubblica, andando a lavorare su soluzioni che possano permettere di affrontare il momento e guidare la nave in tempesta verso porti più sicuri. “Se le imprese non ce la fanno, è dovere dello Stato metterle in condizione di tornare ad essere protagoniste“.

Sì, ma come? La chiave è in Sace, la società a partecipazione pubblica che si occupa di garanzie assicurative per le imprese, per rafforzare la loro liquidità e la competitività anche sul territorio estero. “Il Governo potrebbe varare un grande pacchetto assicurativo con SACE, facendosi garante, per far sì che le materie possano essere reperite con un prezzo più basso per le imprese. – Questa la ricetta di Picano, che prosegue – È questa l’unica risposta al reperimento antieconomico, ad esempio dei metalli, in questo momento. E questo per quel che riguarda le materie prime“. Per i costi dell’energia invece Picano chiede più audacia al Governo, focalizzando l’attenzione soprattutto sulle imprese, perché dilazionare i pagamenti potrebbe significare solo allungare l’agonia.

È la dead zone

Gabriele Picano

E’ giusto pensare alle famiglie – afferma l’esponente di FDI – ma si deve pensare soprattutto alle imprese, perché altrimenti qui si rischia che i cantieri, come altri settori, vanno a bloccarsi e le famiglie dei lavoratori restano a secco di stipendio, oltre a dover pagare lo stesso le bollette. Con il danno che si ferma per intero un comparto che da sempre è il motore di ogni sviluppo“. Non c’è più tempo quindi, Picano parla di dead zone con decine di imprese che rischiano di sparire.

La provincia di Frosinone, per l’edilizia, si è sempre fondata sulle piccole e medie imprese, specie nell’area di Boville, Veroli e Monte San Giovanni Campano. Microimprese con pochi operai che adesso non sanno davvero come fare. E’ a loro che dobbiamo guardare, è a loro che guarda Fratelli d’Italia e speriamo che il Governo non si volti dall’altra parte“.