Se Coletta si facesse “onorevole”? Anche Terra ci pensa

Gli scenari possibili dopo il commissariamento del Comune e l'imminente decisione del Consiglio di Stato. Ma anche le liste che si stanno formando per Montecitorio. Dove si sta creando una corsia per i sindaci

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

La tempesta è perfetta. Latina è commissariata in attesa di ripetere le elezioni in 22 delle sue sezioni, il Governo nazionale è saltato per assenza di una maggioranza. Le elezioni alle porte.

Nell’arco di poco più di due settimane di questo caldissimo luglio, la politica è stata sconvolta ad ogni livello. Dalla sentenza del Tar fino allo scioglimento delle Camere, nulla è come avevamo imparato a conoscere. Martedì ulteriore capitolo della vicenda che riguarda Latina, con la discussione collegiale del Consiglio di Stato in merito alla sospensiva.

Damiano Coletta

Sono parole scritte sulla sua bacheca Facebook da Damiano Coletta, sindaco in sospeso di Latina per sentenza del tar. Il passaggio chiave: “nulla è come abbiamo imparato a conoscere”. (Leggi qui: Latina, elezioni annullate: si torna al voto in 22 sezioni).

E allora facciamoci sopra dei ragionamenti. Si vota tra poche settimane per rinnovare il Parlamento; la sentenza del Consiglio di Stato ci sarà tra pochi giorni. (Leggi ui: Coletta presenta ricorso sulla scia del caso Siracusa).

SCENARIO A: IL RITORNO

Se il Consiglio di Stato accoglie la sospensiva c’è il ritorno di Coletta al Comune. In pratica, viene sospesa la sentenza del Tar nella parte in cui dichiara ‘non eletto‘ il sindaco e riapre le urne riportando gli orologi allo scorso ottobre.

C’è però una sostanziale differenza. Ritorna lui ma non si trova intorno gli stessi cavalieri della tavola rotonda. Certo Lancillotto c’è, Parsifal pure ma non troverà più i cavalieri di Claudio Fazzone con le bandiere di Forza Italia disposti a sostenerlo; dandogli quella maggioranza che non è uscita dalle urne.

Claudio Fazzone

Il coordinatore regionale di Forza Italia lo ha detto con chiarezza in queste ore: «Forza Italia sta con il candidato sindaco del centrodestra Vincenzo Zaccheo». E il sostegno assicurato a Coletta in questi mesi? «Lo abbiamo fatto esclusivamente perché c’era una situazione di ingovernabilità, non aveva la maggioranza. Forza Italia ha voluto evitare che il Comune di Latina fosse commissariato a pochi giorni dall’esito elettorale. Si sarebbe tornati alle urne dopo un anno di commissariamento. Quindi, sulla base di punti programmatici, abbiamo dato l’ok, pur restando fuori dalla giunta». 

Quindi l’anatra zoppa uscita dalle scorse elezioni comunali di Latina non solo torna ad essere claudicante ma ha difficoltà anche a nuotare. Sarebbe un rientro difficile, in attesa poi del pronunciamento dei giudici nel merito. Con il rischio di una nuova campagna elettorale.

Un paesaggio pieno di nebbie, anche se lui, il sindaco Coletta, insiste «Vogliamo andare avanti, come prima e più di prima. Tuttavia, non posso non sottolineare un aspetto: se il Consiglio di Stato dovesse accogliere le nostre richieste e alla fine di questo procedimento annullare la sentenza del Tar, tutta questa vicenda si concluderebbe soltanto con un’inutile perdita di tempo». Sarebbe però come il ritorno di Napoleone dall’Elba ma con Parigi in mano ai parrucconi. Sarebbe non guerra ma guerriglia.

SCENARIO B: LA VIA D’USCITA ONOREVOLE

Ci sono le elezioni nazionali, il Partito democratico deve cercarsi alleati dopo che iL Movimento 5 Stelle si è rilevato a dir poco inadeguato. Tra gli interlocutori possibili, oltre a Bersani, Calenda, Tabacci e fate voi, ci sarebbe anche il Partito dei Sindaci. E potrebbe essere proprio questo l’alleato del Partito Democratico.

In pratica: la formazione alla quale sta dando vita il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Che pensa di inglobare i sindaci, aprendo le porte delle candidature ai duemila che hanno firmato a favore di Mario Draghi. Damiano Coletta potrebbe trovare collocazione lì.

Si riducono i collegi per via del taglio dei parlamentari (ci saranno 400 deputati e 200 senatori), ma uno è perfetto per lui: Camera Nord che comprende Latina, Aprilia, Lepini, Pontina e Sabaudia. Un collegio difficile non appetibile ai big nazionali ma dove un colpo di mano sarebbe possibile se metti in campo una forza di sbarco di audaci e folli.

Coletta i “destri” li ha battuti due volte e non quelli di serie B: ha dato un 3 a 1 a Nicola Calandrini (senatore di Fratelli d’Italia e leader di quel Partito nel pontino); poi 3 a 2 non meno sonoro al capo storico dei destri locali, Vincenzo Zaccheo. Insomma ci si può pensare: il Pd paga poco per ottenere tanto, lui esce dal cul de sac di Latina e rilancia, rilanciandosi in una dimensione politica che non aveva.

Certo il collegio potrebbe essere anche di Antonio Terra, sindaco di Aprilia, che non ha davanti il terzo mandato possibile. Ma è “meno in difficoltà” di Coletta e quindi “meno disponibile“, per ora.

LA GIUSTIFICAZIONE TROPPO GIUSTIFICATA

Certo che lui, Coletta, ora è in una fase non facile. In questi giorni di limbo ha letto anche tradimenti, piccole vendette, mediocri ambizioni che certo lo hanno segnato. Capisce bene di avere responsabilità morali e politiche, ma sa anche che la politica è rischio, audacia, cambiare gioco mentre si gioca (è un ex calciatore).

«E con il senso di responsabilità di dovere – spiega Coletta – continuare un lavoro in una fase molto delicata per la nostra città che non può permettersi fasi di stallo. Determinerebbero un danno irreversibile per il nostro futuro. I vari progetti e finanziamenti del PNRR hanno tempi strettissimi, il completamento del “porta a porta” con l’eliminazione dei disagi che derivano da questa fase transitoria, i tanti cantieri in fase di riapertura, la sistemazione delle aree giochi e di Parco Falcone Borsellino. I concorsi che dopo 20 anni trovano a Latina finalmente un’attuazione».

Per chi ha memoria storica della vita della sinistra sa bene che i congressi socialisti delle mille scissioni venivano sempre aperti da pesanti e accorate dichiarazioni che richiamavano l’unità del movimento operaio. Salvo un minuto dopo preparare gli straccetti di quella carne di valori e lotta.

Fai quel che devi accada quel che può”: è la frase di Pietro Nenni che spiega il proprio dovere rispetto alla politica. E Coletta ora deve tutelare se stesso.

LA MISSIONE

Naturalmente come in tutti i grandi film di Hollywood l’intervento di Coletta finisce con accorato richiamo.

«È una missione che devo e voglio portare avanti, come ho detto nell’ottobre scorso e come ho sempre sostenuto in questi mesi, con tutte le forze responsabili presenti in Consiglio comunale e con le persone che come me hanno a cuore le sorti della nostra città. Forza Latina!»

Ma se le forze responsabili non si trovano, se le sorti della città chiedono altri impegni? Se i giudici complicano il complicato percorso? Quel collegio è lì e magari dopo aver battuto Calandrini e Zaccheo potrebbe provare con Giorgia Meloni (la volta scorsa è stata eletta nel collegio di Latina) del resto lui ha dalla sua la fortuna.

Si chiude una porta si apre un portone. Del resto lui è come la “cocozza, te i fiore n’….“. Napoleone preferiva generali fortunati a generali bravi.