Se Confindustria torna ad essere il quarto Partito

Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

Carlo Bonomi incassa i complimenti di Giorgetti e Berlusconi, oltre che l’attenzione della Ghisleri. Ormai non rappresenta più soltanto un mondo produttivo. E c’è il programma per l’Italia 2030 scritto da un “dream team” di professori.

Ai tempi dell’Avvocato Gianni Agnelli Confindustria veniva definita “il quarto partito”. L’episodio è tornato alla mente dopo l’attacco che Carlo Bonomi, presidente degli industriali, ha sferrato al Governo presieduto da Giuseppe Conte nel corso del confronto agli Stati generali.

Bonomi non vuole fare politica, ma intanto il suo ruolo sta crescendo. Al punto che Alessandra Ghisleri (Euromedia Research) vuole cominciare a testarne la popolarità.

Il premier Giuseppe Conte incontra il presidente di Confindustria Carlo Bonomi © Imagoeconomica / Filippo Attili

Certo è che Bonomi ha incassato i complimenti di Giancarlo Giorgetti (numero due della Lega) e di Silvio Berlusconi (leader di Forza Italia) per quello che ha rappresentato come programma per far ripartire il Paese. Il quotidiano dei Vescovi, L’Avvenire, ha ricordato come Il manifesto di ciò che serve all’Italia secondo Carlo Bonomi, il nuovo presidente di Confindustria, è tutto in “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo”. Il libro, presentato dall’editore La Nave di Teseo, è nato da un’idea di Bonomi quand’era presidente di Assolombarda e raccoglie i contributi di undici economisti, accademici e ricercatori.

La benedizione dei vescovi

Scrive L’Avvenire: “Sono nomi autorevoli che aiutano a capire quali idee animano la nuova presidenza di Confindustria, che ha avuto la sfortuna di debuttare durante la peggiore crisi economica della recente storia italiana e subito si è fatta notare per un atteggiamento fortemente critico verso il governo a cui il passato presidente, Vincenzo Boccia, non ci aveva abituati. Alla base del testo, l’idea che in questo momento sia fondamentale creare quella che Bonomi definisce democrazia negoziale, dove la politica dialoga con i corpi intermedi, come i sindacati e la stessa Confindustria, in quanto capaci di cogliere le trasformazioni in atto, valutarne le possibili conseguenze economico-sociali e di definire strategie che tutelino gli interessi delle varie componenti della comunità».

Eccoli i nomi di chi ha contribuito a scrivere le proposte per lo sviluppo:  Marcello Messori, economista della Luiss e direttore della School of European Political Economy, Renato Carli, di Assolombarda, Elio Franzini, rettore dell’Università degli Studi di Milano, don Luca Bressan, Vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale dell’Arcidiocesi milanese.

Giuseppe Conte

I dieci saggi del libro sono scritti dagli economisti Salvatore Rossi (ex direttore generale della Banca d’Italia oggi presidente di Telecom), Massimo Egidi (Luiss), Pierpaolo Benigno (Università di Berna), Agar Brugiavini eCarlo Carraro (entrambi Ca’ Foscari), Enzo Rullani (Venice International University), dai sociologi Carlo Trigilia(ex ministro della Coesione, sociologo dell’Università di Firenze) e Ilvo Diamanti (Università di Urbino), il giurista Marcello Clarich (La Sapienza), l’urbanista Gabriele Pasqui (PoliMI). Insomma, nomi di primo piano per un programma ambizioso, che non è partitico, ma che guarda invece alla rappresentanza del mondo produttivo.

Le richieste

Carlo Bonomi, agli Stati Generali, ha chiesto “il pagamento immediato di 50 miliardi di debiti arretrati della Pa, l’immediato rispetto per la sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato”.

Quindi ha attaccato sulla cassa integrazione: “E’ stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane. Gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità. Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee”.

Non resta che attendere il livello di gradimento nel Paese.

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