Se il Pd a Frosinone dimentica il proprio ruolo

Domenico Marzi nei giorni scorsi si è pienamente riappropriato del ruolo che gli compete. Ma ancora non basta se si vuole assediare la maggioranza di centrodestra. Occorre un Pd che riscopra la propria funzione, senza affidare tutto ad un Gruppo che ha un altro compito. A destra intanto si scoprono ancora 'dipendenti' dall'onnipresenza di Ottaviani

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Ci sono alcuni segnali nascosti tra le righe della polemica che in questi giorni a Frosinone ha coinvolto l’ex sindaco di centrosinistra Domenico Marzi (oggi capogruppo della lista che porta il suo nome), e l’ex sindaco di centrodestra Nicola Ottaviani (oggi parlamentare della Lega). Il motivo del disputare sono alcune cause che hanno riguardato il Comune ed hanno generato importanti debiti fuori bilancio. Cioè, spese non preventivate per le casse comunali.

Marzi si riappropria del ruolo

Domenico Marzi

Il primo segnale Di fatto l’avvocato Domenico Marzi sta assumendo il ruolo di primo oppositore e critico dell’amministrazione cittadina. Si sta insomma appropriando del ruolo che gli compete per storia politica, per esperienza e capacità, sia dialettiche che amministrative. Con pregi e limiti. Su tutti: quello di possedere indubbie doti di Stato Maggiore, meno però quelle da sergente di giornata che ha il compito di fare squadra con la truppa.

Non a caso si è ancora in attesa della conferenza stampa congiunta di tutta l’opposizione che doveva annunciare l’avvio di una nuova fase: marciare divisi dalle proprie identità politiche per colpire però uniti come una forza unica; era stata fissata e poi rinviata per la concomitante tragedia che aveva colpito il senatore Bruno Astorre

Con la recente azione di analisi critica sulla gestione di alcune delicate tematiche passate (in primis la pratica Monti Lepini ed il relativo contenzioso che ne è derivato) l’avvocato Domenico Marzi si riappropria del ruolo che aveva assunto al momento della sua candidatura a sindaco del centrosinistra nel capoluogo. Quello di alternativa al sindaco Riccardo Mastrangeli ed alla sua amministrazione.

Il Pd spettatore

Domenico Marzi e Angelo Pizzutelli

Con questa mossa, Marzi di contro rilega al ruolo di mero spettatore l’intero Gruppo consiliare del Partito Democratico. Che in questa legislatura, così come in quella passata, tranne le sortite del capogruppo Angelo Pizzutelli non riesce proprio a muoversi in maniera unitaria ed incisiva, nell’opposizione alla Giunta Mastrangeli. Evanescenza dovuta anche ad un Circolo che fatica nel concepire iniziative a supporto del Gruppo, essere presente e palpabile nella vita della città.

Eppure il Partito Democratico è il secondo partito a Frosinone dopo Fratelli d’Italia e prima della Lega: lo attestano le ultime elezioni Regionali, alle quali i voti al Pd sono stati 2808 pari al 18,95% di consensi. Molto è frutto della mobilitazione messa in atto da Francesco De Angelis con Sara Battisti, indubbiamente ha inciso la conta con il leader della componente minoritaria Antonio Pompeo, lì ci sono i voti di Angelo Pizzutelli storicamente legato a Mauro Buschini.

Ma al di là di chi ciò che conta è il quanto ed il dove: sono voti di elettori che votano a Frosinone. All’interno ed anche all’esterno del Partito andrebbe ricordato. Non solo al momento delle elezioni.

Tanti fuoriclasse senza collante

Fabrizio Cristofari (Foto: A.S.Photo / Andrea Sellari)

Angelo Pizzutelli con le sue battaglie e le sue interrogazioni in solitaria non possono impensierire più di tanto il sindaco e gli assessori. Servirebbe ben altro, orchestrato coralmente, da parte del Gruppo consiliare del Partito Democratico. Ma questo non avviene. Nonostante il Pd abbia a disposizione veri fuoriclasse del consenso.

Il gruppo può contare su personaggi come Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi, dotati di tanti voti quanta esperienza d’Aula; il primo è stato candidato sindaco contro Nicola Ottaviani, il secondo è stato presidente d’Aula. Due mostri sacri della politica cittadina che appaiono lontani dalle attività del Comune. Ma non è quella la loro missione. Che è quella invece di essere sintesi del grande consenso popolare. Ma senza un Circolo ed un Partito che si muovano alle loro spalle, si trovano isolati pure loro. Senza fanteria, senza genio, nessuna cavalleria da sola può sperare di vincere una battaglia.

Il Circolo cittadino del Partito Democratico dall’inizio della consiliatura, non è proprio mai intervenuto sulle dinamiche comunali del capoluogo. Di fatto, sta interamente lasciando la scena, sia dentro che fuori l’aula consiliare, ad altre forze politiche della coalizione. Non si sa se per scelta, o altro.

La profezia di Marzi

Luca Fantini

È il grosso limite che proprio Domenico Marzi evidenziò nella prima dichiarazione rilasciata in diretta a Teleuniverso dopo essersi congratulato per la vittoria con il neo sindaco Riccardo Mastrangeli. Mise in evidenza che non poteva essere lui il ‘cambiamento’ per il Pd e per il centrosinistra: per una questione anagrafica e di visione delle cose.

In assenza di una presa d’atto del messaggio del sindaco Marzi diventerà poi complicato, tra qualche anno, provare a rivendicare la candidatura a sindaco della città in quota Pd. Vale per la politica, così come per la vita, la regola non scritta che se si lasciano liberi alcuni spazi questi prima o poi verranno occupati da altri.  

Il paradosso a destra

Riccardo Mastrangeli

La seconda riflessione naturale che salta agli occhi. Appare paradossale che non sia l’attuale maggioranza a difendere l’azione e le decisioni dell’amministrazione. È vero che si tratta di dinamiche e pratiche (quelle criticate da Marzi) relative alla gestione Ottaviani. E che la risposta, in punto giuridico ed in punto amministrativo, è stata molto efficace. Ma l’ex sindaco di Frosinone ora sta svolgendo un altro “mestiere”. E non di pura rappresentanza. Come dimostra il fatto che sempre di più Nicola Ottaviani viene scelto per rappresentare le posizioni della Lega sui media nazionali (nelle scorse ore è tornato ancora una volta su SkyTg24). E per sostenere in Aula le posizioni del Governo. Sarà lui ad illustrare in Aula a Montecitorio il disegno di legge di conversione delle disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr. Singolare che debba trovare il tempo per difendere personalmente le sue scelte politiche di qualche anno fa.

Delle due l’una. O l’onorevole Ottaviani ha talmente tanto tempo libero a disposizione da volersi dedicare ancora alle dinamiche cittadine. Come se non fosse saturato tra copiosa attività parlamentare ed interviste sui principali media nazionali; senza considerare l’attività del suo studio legale. Oppure non si fida a delegare agli attuali esponenti della maggioranza, la “difesa” convinta e convincente delle scelte assunte durante il suo mandato da Sindaco.