Se il superbonus scade come il latte e poi il tetto te lo paghi tu…

Vantaggi, insidie e lacci del Superbonus 110, con il 'tic tac' che incombe. Massaro, Formisano e D'Aguanno fanno il punto.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Il Superbonus 110 è bello e, udite udite, è anche funzionale a quell’idea di sviluppo che dovrebbe accompagnare l’Italia nella transizione green. Però… C’è sempre un però in Italia. Molte volte perché non ci accontentiamo, ma molte altre perché ci sono delle oggettive problematiche. In questo caso il problema reale che pone un limite a questo strumento eccezionale è il tempo.

Ma andiamo con ordine. Cosa è il Superbonus 110?

Di cosa stiamo parlando

Il Superbonus è una misura che eleva al 110% la detrazione delle spese per i lavori fatti sulle nostre case dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022. Non tutti i lavori: ci rientrano gli interventi in ambito di efficienza energetica, gli interventi antisismici, l’installazione di impianti fotovoltaici. Si scalano anche le infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Ulteriori sei mesi di tempo (31 dicembre 2022) per le spese sostenute per lavori condominiali. O realizzati sulle parti comuni di edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate. Edifici posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche se, al 30 giugno 2022, è stato realizzato almeno il 60% dell’intervento complessivo.

Massaro: Superbonus e orologio

Angelo Massaro

Il problema sta proprio in quelle date, in quei tempi. Lo ha sottolineato dagli studi di A Porte Aperte su Teleuniverso, il Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili ANCE Angelo Libero Massaro. Poi il presidente della Banca Popolare del Cassinate Vincenzo Formisano.

L’allarme lanciato è riassumibile in una frase detta da Angelo Massaro. E cioè: «Qui se non interverrà una proroga, rischiamo di completare al massimo il 10% di quello che ci siamo preventivati». Sì, perché la grande contraddizione di questo enorme strumento è il fatto che esista una data di fine dei giochi, e basta.

Se io oggi faccio partire un cantiere, devo assolutamente terminare i lavori al 30 giugno 2022. Ma non stiamo parlando di ristrutturare un bagno. Gli interventi cosiddetti trainanti – cappotto termico che avvolge la casa ad esempio – hanno un tempo di posa in opera molto lungo. E non solo. C’è tutta una fase preliminare, c’è tutta una fase burocratica. E c’è tutta un’analisi tecnica da effettuare prima che prende davvero molto tempo. «Qui non si sono resi conto – ha sottolineato ancora Massaro – che c’era necessità almeno di fare un anno di rodaggio. Ma con un anno e mezzo ci chiedono di terminare tutti i lavori».

Rischio: rimetterci di tasca propria

Stefano Patuanelli (Foto: Imagoeconomica / Livio Anticoli)

Insomma, si rischia che ci si ritrovi oggi o domani con un tetto scoperchiato al 30 giugno 2022. E con l’intervento da terminare davvero di tasca propria. Con una opportunità che si trasforma in un danno.

E’ per questo che l’ANCE anche a livello nazionale sta spingendo col Ministero dello Sviluppo Economico sulla proroga della misura oltre il 2022.

A dirla tutta, la volontà dell’ormai ex Ministro Patuanelli era quella – ipse dixit – di proporre all’Europa una possibilità. Quella di rendere strutturale, attraverso i fondi del Recovery un progetto di questo genere. Cosa significa? Un progetto che non abbia più una data di scadenza. Una possibilità anche per i prossimi anni per svecchiare l’Italia nel suo patrimonio immobiliare, rendendo un servizio all’ambiente e all’economia.

«Se davvero si arrivasse a rendere strutturale questa norma – ha affermato Massaro – l’edilizia riprenderebbe ad essere davvero il motore dell’economia. Anche perché adesso come adesso e con questo poco tempo a disposizione, abbiamo anche difficoltà a trovare manodopera specializzata. Soprattutto per la posa in opera dei cappotti».

Formisano: finanziamo a monte

VINCENZO FORMISANO

Il mondo del credito è entrato subito all’interno della partita, come ha sottolineato il presidente della Banca Popolare del Cassinate Vincenzo Formisano.

Nello scorso mese di agosto aveva organizzato un approfondimento con il sottosegretario all’Economia Alessio Mattia Villarosa; lo aveva fatto nella sua veste vice presidente nazionale di Assopopolari e professore di Economia all’università di Cassino. (Leggi qui E Formisano rivela: a settembre il nuovo network nazionale).

«Io penso che le banche debbano e possano fare di più. Specialmente una banca di territorio come la nostra. Cioè finanziare tutta quella parte che va dall’inizio del lavoro fino al pagamento del primo Stato di Avanzamento dei Lavori. Che poi dà la possibilità di acquisire il credito».

Insomma, sembra tutto semplice. Lo è per chi ha dimestichezza con le pratiche, la burocrazia, le banche. Il principio base è: io devo fare i lavori su casa mia, il Bonus 110% consente di ristrutturare casa praticamente gratis perché permette di scalare completamente la fattura dalle tasse; e per chi non ha tasse da pagare permette di vendere quel credito d’imposta: ad esempio all’impresa che sta realizzando i lavori, sarà lei ad usarlo anziché pagare le tasse. Oppure potrà venderlo alle banche: e loro potranno anticipare i soldi per fare i lavori.

Semplice? La difficoltà sta nel fatto che non è tutto automatico.

L’obiettivo della Bpc è quello di finanziare il committente, frazionando il credito. Così il padrone di casa paga la ditta almeno fino a quando il credito non è maturato (il primo Stato di Avanzamento Lavori) e poi può partire il circolo.

Intervento di sismabonus a Cassino

Poi la Bpc ha deciso di fare di più. «Noi abbiamo organizzato una piattaforma che ci consente di mettere dei tecnici a disposizione. Tecnici che permettono di valutare la documentazione ed effettuare ipotesi e fattibilità». Un lavoro esternalizzato a terzi perché, come ha sottolineato Formisano, la banca si deve concentrare sulla sua missione che è quella del credito.

D’Aguanno: non solo Superbonus

Ma non c’è solo il Superbonus 110, con i suoi vantaggi ed i suoi limiti. Sono altre le misure che lo Stato mette a disposizione e che molte volte non vengono prese in considerazione. Per questo è molto importante la valutazione preliminare di un tecnico. Lo ha confermato l’ingegner Ernesto D’Aguanno della “D’Aguanno Consult & Service”.

L’ingegnere è partito da un assunto di base: il Superbonus 110 non è a rischio zero. E la responsabilità è del committente, sempre.

Uno degli interventi in atto

Quali sono le altre misure? «Ci sono il 50% per attività di manutenzione straordinaria come rifacimento bagno, infissi o impianto elettrico. Il 65% per coibentare con cappotto o tetto, ma anche nuovi impianti con caldaia o pompa di calore. Fino alle soluzioni più convenienti. Quelle dell’80 o 85% migliorando energeticamente o sismicamente l’abitazione o il condominio. E pagando solo il 20 o il 15%, ma con una complessità minore del 110, sia burocraticamente che a livello temporale».

Insomma, alla fine il discorso è sempre lo stesso: le opportunità ci sono, il ventaglio tra cui scegliere è ampio, così come sono tante le insidie. Tutto sta nel conoscere i provvedimenti ed affidarsi a chi ne sa di più.