Se in campagna elettorale citi pure le Sacre Scritture

Durante i comizi spesso bisogna inventare. Andare a braccio per coprire i ritardi del ministro che è atteso e rappresenta il centro dell'evento. Ma se il ministro tarda un'ora e mezza, capita di doversi attaccare anche alle Sacre Scritture

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Tra le doti principali di un politico c’è l’oratoria. È quella capacità di sapere sempre cosa dire, di non restare mai senza parole. Di saper interessare il pubblico dei potenziali elettori e di saper scaldare quello dei militanti.

A volte bisogna parlare senza dire: nella Prima Repubblica era stato coniato il termine “politichese“, per identificare proprio questo. Altre volte, capita che si debbano fare voli pindarici non da poco. Ma finora non era capitato di ascoltare un politico che facesse riferimento ai testi sacri, e che citasse l’Altissimo per motivare le proprie tesi.

Gli agricoltori di Tiero

Enrico Tiero

Tornerebbe in mente il concetto di “libera Chiesa in libero Stato“. È capitato l’altra sera a Latina ad un incontro di Fratelli d’Italia per la campagna elettorale di Enrico Tiero, candidato consigliere regionale del Lazio. Tiero, che molti anni fa fu anche assessore alla Caccia della Provincia di Latina: per questo l’altra sera aveva convocato in massa i cacciatori del territorio, calcolando che i temi attualmente sul tavolo di una riforma del settore e anche le polemiche inerenti abbattimento di cinghiali o daini potessero essere di interesse.

Dall’altra parte del tavolo, aveva convocato il ministro dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida, pronto ad ascoltare le richieste delle associazioni.

Associazioni che, non a caso, poche ore prima aveva anche incontrato per un confronto tecnico presso il ministero. Un incontro in cui i temi sono passati dalla tradizione della caccia all’indotto economico generato da essa, dal valore dell’Italia nella produzione delle armi alla tutela dell’ambiente e della biodiversità, fino alla necessità del contenimento delle popolazioni di lupi, cinghiali, daini, attraverso selezione e abbattimenti controllati.

Onorevoli cacciatori

Francesco Lollobrigida (Foto Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Lollobrigida ha quindi lanciato un endorsement per Tiero: «Rocca ha bisogno di uomini di qualità ed esperienza come Enrico Tiero -ha evidenziato Lollobrigida- è una persona che potrà in Regione Lazio fare quello per cui un rappresentante del popolo è pagato. Ovvero mantenere gli impegni, riuscire a dare risposte, concretizzare i bisogni che gli vengono segnalati e azioni concrete per risolvere le criticità del territorio. Il mio sostegno ad Enrico l’ho rappresentato con la mia presenza in questo incontro con le associazioni venatorie».

Non prima di aver rassicurato i cacciatori: «Occorre assicurare la sopravvivenza di questo importante settore, che garantisce prodotti di qualità e la tutela stessa degli ecosistemi su grandi appezzamenti. Io credo che i cacciatori abbiano pieno titolo a partecipare come sentinelle sul territorio e come soggetti dotati di una formazione maggiore rispetto agli altri cittadini».

Sulla stessa linea Tiero, per il quale «occorre salvaguardare le peculiarità dei cacciatori e della loro comunità. Io voglio dire che occorre finirla di considerare il cacciatore come il distruttore dell’ambiente perché è esattamente il contrario. Concorrere alla protezione degli ecosistemi attraverso il contributo fattivo del cacciatore perché particolarmente attento alla salvaguardia ambientale».

Le Scritture secondo Procaccini

NICOLA PROCACCINI

Ma, come spesso accade, i ministri arrivano con un leggero ritardo. Leggero: un’ora e un quarto. D’altronde, l’altro pomeriggio c’era anche un Consiglio dei ministri. E il cerimoniale di un comizio impone sempre che la personalità più importante parli per ultima. Il candidato, per penultimo. E Le associazioni dovevano parlare in presenza del ministro.

Tolti questi, per poter intrattenere gli astanti in attesa del ministro, c’era rimasto solo lui: l’europarlamentare Nicola Procaccini. Che, difatti, ha intrattenuto, per quasi mezz’ora: «FdI non difende la caccia in sé, ma una tradizione, un sentimento, un bisogno antico come la notte dei tempi». Argomentando con sempre maggiore fervore il valore della caccia e dei cacciatori quali tutori dell’ambiente e soprattutto della biodiversità e dell’ecosistema.

E Procaccini, responsabile dipartimento Ambiente ed Energia di FdI, per proporre esempi di valore della caccia, ha citato nientemeno che le Sacre Scritture. Prima, l’Antico Testamento: «Nella Genesi, libro che definisce l’origine della nostra civiltà, è scritto “Di tutto ciò che si muove e ha vita, tu ti nutrirai”». Poi, passa al Nuovo Testamento: «Negli Atti degli apostoli è detto “Uccidi e mangia”». «La caccia – conclude – è qualcosa che attiene alla nostra identità spirituale: nessuno ama gli animali come un cacciatore».

Finalmente il ministro

A quelle parole, finalmente, il ministro ha fatto il suo ingresso in sala, ascoltando prima le doglianze delle associazioni venatorie, in particolare su riforma della legge di settore 157/92, ritenuta ormai datata e inadeguata. Poi sull’imminente proibizione di pallini al piombo in favore di quelli in acciaio, e su altre tematiche. Rassicurando poi, nel suo intervento, che gli abbattimenti, «selezionati» di cinghiali, lupi e daini possono essere necessari (i primi per contrastare la peste suina, i secondi per evitare gli assalti agli allevamenti all’aperto, i terzi per non impedire la naturale esistenza dei cervi), e che comunque «non avverranno in parchi o zone urbane».

Per poi passare ai risultati ottenuti dal Governo nei suoi primi cento giorni di vita. E concludere con la campagna elettorale per le regionali. Da Ora pro nobis a votate pro nobis.

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