Se l’immigrato mette un’impresa: una ditta su 10 è di stranieri

I dati di Unioncamere / InfoCamere. Il 10,5% delle imprese oggi registrate alla Camera di Commercio sono state fondate e vengono gestite da stranieri immigrati. Sono una parte strutturalmente significativa del tessuto imprenditoriale nazionale.

Sono gli stranieri a dare una robusta mano alla nostra economia. Con le loro imprese stanno creando occupazione, comprando materie prime, realizzando prodotti, generando Iva: lo dicono i numeri di Unioncamere e InfoCamere con la radiografia periodica delle imprese nel Lazio ed in Italia. Quei numeri dicono che le imprese create dagli immigrati in Italia hanno ripreso a lavorare e si stanno lasciando alle spalle con rapidità la parentesi del Covid.

Stranieri oltre la pandemia

Foto: Cleyder Duque / Pexels

La radiografia dei primi sei mesi del 2021 dice che le imprese create dagli immigrati hanno ripreso slancio e supera i livelli pre-pandemia. Tra gennaio e giugno sono state più le nuove imprese aperte da stranieri di quelle che hanno chiuso i battenti. La differenza tra i due dati genera un saldo di +16.197 unità.

È un dato nettamente più elevato del corrispondente periodo del 2020, fortemente influenzato dal lockdown. Numeri più alti anche del primo semestre 2019, quando l’incremento netto delle imprese aperte da stranieri fu +10.205 unità. (La situazione nel 2019: Economia, l’allarme è dietro l’angolo: come si leggono i dati Unioncamere).

Al di là della pandemia c’è un dato con il quale non si può evitare di confrontarsi: nel complesso oggi il 10,5% del delle imprese registrate alla Camera di Commercio sono state fondate e vengono gestite da stranieri immigrati. Il fenomeno dell’imprenditoria straniera rappresenta una parte strutturalmente significativa del tessuto imprenditoriale nazionale.

Il fenomeno è più marcato nelle regioni dove c’è un forte settore manifatturiero. In valore assoluto, la terra di elezione dell’imprenditoria straniera è la Lombardia, dove hanno sede 124.603 imprese guidate da persone nate fuori dei confini nazionali. Il Lazio è al secondo posto ma a molta distanza con 81.938 imprese. Poi c’è la Toscana (58.937).

La graduatoria cambia se invece di considerare i numeri assoluti teniamo conto delle percentuali. Al primo posto c’è la Toscana dove le imprese create da stranieri sono il 14,4% del totale iscritto alla Camera di Commercio. Poi c’è la Liguria (14,3% e la Lombardia (13%. Mentre in coda alla classifica ci sono la Basilicata (3,9%, la Valle d’Aosta e la Sicilia (6,1)%.

Che imprese sono?

I numeri dicono che nella maggior parte dei casi si tratta di micro imprese. Tre attività di stranieri su quattro opera nella forma più semplice: la ditta individuale. Sono per lo più commercianti, manutentori, piccoli artigiani. Per la precisione si tratta di 484.888 imprese, il 75,8% del totale.

Un consistente numero ha scelto la forma della società di capitale: sono 105.298, il 16,5%.

In quali settori operano? Le attività più praticate sono il Commercio al dettaglio (160.415 imprese), lavori di costruzione specializzati (123.225), ristorazione (49.339).

Però il maggior numero di addetti si registra nelle attività della confezione di articoli di abbigliamento. Lì sono 17.039 le imprese registrate alla fine del giugno scorso e rappresentavano il 33% di tutto il comparto a livello nazionale.

Guardando alle sole imprese individuali (le uniche per le quali sia possibile associare la nazionalità partendo dal Paese di nascita del titolare), tra i primi dieci Paesi di provenienza i dati del I semestre 2021 segnalano l’arretramento (seppur lieve) di alcune nazionalità storiche. Scendono gli imprenditori arrivati dal Marocco (comunque stabilmente al primo posto quanto a imprese registrate: oltre 63mila, il 12,9% del totale delle imprese individuali straniere), dalla Cina e dal Bangladesh.

Salgono Romania (che consolida il suo secondo posto con 53.079 unità, il 10,8% del totale), Albania e Pakistan.

La situazione nel Lazio

Lorenzo Tagliavanti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Roma è la prima provincia italiana per numero assoluto di imprese straniere. Il numero di imprese straniere totali, al primo semestre 2021, è pari a 68.988 unità.

Nel Lazio il numero delle imprese straniere sale a 81.938 unità pari al 12,5% del totale regionale (653.586). In tutte le province sono state più quelle che hanno aperto di quelle che hanno chiuso”.

In rilievo il dato di Rieti che registra un tasso di crescita dell’8,09% nel primo semestre 2021, si pone al primo posto nazionale rispetto alla media italiana del 2,57%.

I settori dove è maggiore la concentrazione di imprese straniere nel Lazio sono quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio (25.784 imprese) e delle costruzioni (16.991).

La forte concentrazione di imprese straniere si accompagna alla prevalenza di una specifica nazionalità di nascita degli imprenditori che, nel caso del Lazio, è quella del Bangladesh seguita da Romania, Marocco ed Egitto.

I dati diffusi oggi da Unioncamere/Infocamere sulla base dei registri delle camere di commercio – ha commentato il presidente di Unioncamere Lazio, Lorenzo Tagliavanti ci mostrano, in maniera chiara, come la componente imprenditoriale straniera sia non solo integrata nell’economia del nostro territorio e del Paese, ma particolarmente dinamica, con una vitalità che anche nel Lazio ha superato i livelli pre-covid».