Se lo buttiamo nel lavello, siamo fritti (e pure fessi)

In media, ognuno butta nel lavandino 5 litri di olio da cucina usato. Ogni litro inquina mille metri quadrati. Le iniziative dei piccoli Comuni. Con il supporto della Regione. Come si sono organizzati i grandi. per difendere l'ambiente, abbassare i costi dei rifiuti.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Siamo fritti e pure fessi. Perché, in media, ogni cittadino italiano butta nel lavandino o nel water nel giro di un anno circa cinque litri di olio alimentare usato. Ogni singolo litro, immesso nelle fogne, può inquinare una superficie d’acqua di mille metri quadri: la rende impermeabile e uccide piante e animali. I depuratori? Compromette ulteriormente il trattamento di tutti i reflui. E i costi di manutenzione li pagano i cittadini. Quindi, oltre che ambientale, è un danno economico.

In provincia di Frosinone, potenzialmente, vengono sversati ogni anno quasi 25 mila ettolitri di oli esausti nella rete fognaria. Più della metà non arrivano da ristoranti, pizzerie e rosticcerie. Ma dalla gente: dalle loro cucine.

In provincia di Frosinone sversiamo 25mila ettolitri di olio da cucina usato: Foto di Rodnae Productions / Pexels

Eppure, come tanti rifiuti, anche l’olio fritto può trasformarsi in altro: da 100 litri se ne ricavano fino a 65 di lubrificante rigenerato e 25 di biodiesel. Ed escono fuori pure un bel po’ di cosmetici e sapone.

Un buon punto di partenza? Tutti i Comuni, se non l’hanno già fatto, devono attivare la raccolta degli oli vegetali esausti. E magari mettere a disposizione più contenitori possibile. Di frittura in frittura, sarebbe semplice: basta far raffreddare l’olio e metterlo in un contenitore. E, una volta pieno, vederselo svuotare a domicilio o andare a scaricarlo nel raccoglitore. Sarà riciclabile al 100%. 

Il progetto della Regione Lazio

A livello regionale, intanto, c’è un progetto che interessa i Comuni con meno di cinquemila abitanti.

Finora hanno aderito 46 comuni a bassa densità abitativa: 18 nella città metropolitana di Roma e gli altri nelle province di Rieti (14), Viterbo (7), Frosinone (5) e Latina (2). E in totale hanno ricevuto 79 contenitori per raccogliere l’olio di scarto delle cucine.

Massimiliano Valeriani (Foto: Paola Onofri / Imagoeconomica)

A Castrocielo, uno dei nove comuni che hanno sposato sin da subito l’iniziativa orchestrata da Regione Lazio e Consorzio RenOils, i numeri sono stati oltre ogni più rosea aspettativa: nel 2020 sono stati recuperati ben 800 litri di olio esausto. “Semplicemente” perché è stato attivato un punto di raccolta all’interno dell’isola ecologica comunale. Dopo aver risposto all’invito lanciato a seguito del protocollo d’intesa firmato dalla Regione e dal Consorzio fondato da quattro realtà: Assitol, Aroe, Assimprese Italia e Papa Ecologia. Ovvero l’Associazione italiana dell’industria olearia e l’Associazione nazionale delle aziende di recupero oli e grassi vegetali e animali esausti. Con l’organizzazione di rappresentanza generale delle imprese e dei lavoratori autonomi, e un’azienda attiva nel campo in questione. Il loro accordo con la Pisana è per ora un unicum a livello nazionale nonché il primo siglato con i piccoli Comuni. 

A condividere la sfida lanciata da Renoils, presieduta dall’ingegner Ennio Fano, sono stati l’assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti Massimiliano Valeriani e la già consigliera Cristiana Avenali: ora responsabile dell’Ufficio di scopo “Piccoli Comuni e Contratti di Fiume”, che fa direttamente capo al presidente Nicola Zingaretti.

«La scelta di coinvolgere i piccoli Comuni, in partnership con la Regione Lazio, si è rivelata vincente – esulta il presidente di RenOils Fano -. La risposta della cittadinanza, che abita meravigliosi borghi e piccole cittadine, a iniziative di raccolta differenziata, infatti, è sempre molto positiva e l’esperienza che abbiamo avviato nel 2020 per gli oli esausti lo dimostra».

E per avere un quadro completo della raccolta, già più che incoraggiante, bisognerà attendere l’estate: quando avverrà lo svuotamento periodico dei contenitori. 

Piccoli ma ricicloni

Cristiana Avenali

A esprimere doppia soddisfazione per conto della Regione, a fronte dell’emergenza Covid, è proprio la referente Cristiana Avenali.

«Ancora una volta un bel lavoro di squadra ha pagato, nonostante le difficoltà riscontrate a causa della drammatica pandemia che stiamo vivendo. E i nostri piccoli Comuni hanno confermato di essere, oltre che “ricicloni”, dei veri e propri laboratori di sostenibilità capaci di dare concretamente un contributo allo sviluppo della raccolta differenziata, alla riduzione della produzione di rifiuti e all’attivazione dell’economia circolare. Un’azione semplice ma non scontata. Importante anche per diminuire l’inquinamento».

Ecco perché, infine, si appella tutti i sindaci degli altri borghi affinché entrino a far parte della rete. «Coinvolgendo cittadini e studenti – evidenzia – in azioni di sensibilizzazione». Ha anche preannunciato contributi economici o interventi sull’arredo urbano a favore di quelli che già si stanno dando da fare.

Altri si sono già organizzati autonomamente: come Aquino, nel 2019, in collaborazione con l’azienda del settore BiofarOil.

Come fanno i grandi?

E i Grandi Comuni della provincia di Frosinone? Nel Capoluogo, dall’inizio di quest’anno, sono stati collocati dieci contenitori per la raccolta dell’olio vegetale: nelle eco-isole di piazzale Vienna e Corso Lazio; e poi le vie Tiburtina, Colle Cottorino, Verdi, Sacra Famiglia, Piave, America Latina, piazzale Europa e largo Turriziani.

Un contenitore per la raccolta dell’olio vegetale

A Cassino i primi quattro erano stati piazzati sin dal luglio 2019: due al centro, nelle piazze Green e Restagno nel centro cittadino, e gli altri a Caira (piazza Marino Fardelli) e Sant’Angelo (piazza Mazzona).

Ad Alatri, già dal 2017, era stata lanciata la campagna “Riciclolio”: lo svuotamento a domicilio di taniche fornite gratuitamente alla popolazione. A Sora e Monte San Giovanni Campano il conferimento avviene nei rispettivi ecocentri. Mentre a Veroli c’è già da oltre un anno un’isola ecologica itinerante. Ci sono raccoglitori anche ad Anagni.

A Ceccano e Pontecorvo, invece, l’olio esausto non è ancora contemplato come rifiuto da affidare alla raccolta differenziata. Neanche a Ferentino, anche se la raccolta dovrebbe iniziare prossimamente nell’eco-isola in via di realizzazione in zona Ridotto-Le Mandre.

In generale, senza procedere con la lista di chi s’è dato da fare o meno, è ora che tutti – piccoli e grandi Comuni – avviino o potenzino ulteriormente tale servizio. In modo che l’olio fritto non sia più un problema da risolvere ma una risorsa da sfruttare.