Se ne va Alessandrini, il sindacalista non violento

Si è spento nella sua Latina Giorgio Alessandrini. È stato uno dei muri portanti del sindacato Cisl. C'è lui dietro alle teorie della solidarietà, non violenza e partecipazione

Doveva essere un congresso tutto politico, all’insegna dell’unità sindacale quello che la Cisl si preparava a celebrare nel Palazzo dei Congressi, a cavallo tra la fine di giugno ed i primi giorni di luglio del 1993. Unità soprattutto interna per il secondo sindacato italiano che in quei giorni contava circa 3,8 milioni di iscritti fra lavoratori e pensionati. Lo aveva promesso il leader Sergio D’Antoni: uno che in poco più di due anni aveva appianato le strade del dialogo tra le varie sensibilità nella Cisl.

È il XII Congresso della Cisl, il motivo conduttore del dibattito è “Dalle difficoltà alle opportunità”. Partecipano 1200 delegati, poco meno della metà vengono dal Nord, il resto da centro e Sud. Ma in quel congresso va in scena un ricambio anticipato. Deciso da Sergio D’Antoni con il suo vice Raffaele Morese. Prevede l’uscita di alcuni Segretari: la loro scadenza naturale era prevista per l’autunno. Nomi di peso e spessore, come Luca Borgomeo di Roma e Giorgio Alessandrini di Latina.

È il segno di un cambio di rotta. Quei nomi erano lì dai tempi del Segretario Franco Marini. Che ha lasciato da poco il sindacato per diventare il coordinatore della corrente democristiana ‘Forze Nuove’ e nei giorni successivi Ministro del lavoro nel Governo Andreotti VII. 

Non a caso il Segretario generale Sergio D’Antoni apre i lavori con con una relazione intitolata ‘Riprogettare il futuro.

L’amico Giorgio

Giorgio Alessandrini nel 1982 (Foto: Carlo Carino © Imagoeconomica)

Giorgio Alessandrini in quel momento rappresenta una dei muri portanti della Cisl. È nato a Roma il 9 aprile 1938 ed è professore d’Italiano e latino. La sera, dopo cena tiene lezione in cantina ai privatisti che volevano raggiungere la licenza media.

Assume un ruolo di dirigente sindacale nel pieno degli Anni di Piombo: dal 1978 è alla guida del Sism il Sindacato Italiano Scuola Media; e della Federazione Scuola, Università e Ricerca.

Le guida fino al 1985 quando viene eletto Segretario confederale della Cisl per occuparsi di Politiche sociali. Ci resta fino a quel 1993. Che per lui non è un momento di uscita. Al contrario. Fino al successivo 1997 ricopre la carica di segretario generale della Cisl sanità fino a gennaio 1997. Componente dell’Esecutivo dell’ISP il sindacato Internazionale dei Servizi Pubblici, Alessandrini è stato anche più volte Consigliere del Cnel.

All’interno del sindacato è una delle menti pensanti. Non a caso viene nominato direttore editoriale di Conquiste del Lavoro il quotidiano di informazione socio economica della Cisl. Nelle commissioni di studio e ricerca fanno a gara per averlo come componente. Nei fatti, per lunghissimi anni Giorgio Alessandrini è suggeritore con Eraldo Crea delle strategie del suo sindacato. Con una stella polare alla quale indirizza tutta la sua rotta: l’unità sindacale.

Unità e non violenza

Luigi Sbarra (Foto: Leonardo Puccini © Imagoeconomica)

Nei fatti è Alessandrini ad ispirare un’intera generazione: quella che non cede alle tentazioni della lotta armata, quella che invece si incanala sulla via per la solidarietà, l’impegno civile e politico. È una corrente di pensiero che in parte riesce a fare da argine proprio alla lotta armata, offrendogli una diversa via per la rivoluzione. Quella politica e dell’azione.

Giorgio Alessandrini si è spento ieri sera nella sua Latina. Ad annunciarlo è stato il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra. Lo ha ricordato dicendo che «Giorgio è stato un dirigente storico della Cisl Scuola, di altre federazioni del Pubblico Impiego, guida del Centro Studi del sindacato, capo delegazione del Cnel e direttore editoriale del nostro quotidiano. Con  Alessandrini, una vita intera spesa per il progresso del mondo del lavoro, se ne va un pezzo di noi».
 

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