Se prima ti chiamo Peppino e poi ti affondo la mozione

Il match consiliare di Cassino va alla maggioranza. Con Mario Abbruzzese un po' Nostradamus un po' Cavour. Con Fardelli che fa outing, Fontana che perde le staffe ed Evangelista che si gioca la carta haters e perde la mano sugli aiuti ai bisognosi. Contro il mastino Maccaro.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Le opposizioni battono in ritirata, il primo match del post Covid a cassino se lo aggiudica il sindaco Enzo Salera. Con fierezza ed orgoglio ha snocciolato in Consiglio comunale i numeri dell’emergenza. Si è incuneato nelle contraddizioni delle minoranze, le ha fatte implodere. Per la prima volta dopo un anno, miracoli del Coronavirus, si è rivolto all’ex sindaco ed ex amico Giuseppe Golini Petrarcone con un affettuoso “Peppino. E alla fine, dopo molte polemiche, restano i fatti: i consiglieri di opposizione Massimiliano Mignanelli, ‘Peppino’ Petrarcone, Michelina Bevilacqua e hanno ritirato la loro mozione sulle misure che chiedevano da mettere in campo nella fase due, per la ripartenza.

Stessa sorte è toccata a Luca Fardelli. L’unico che è riuscito a passare all’incasso è stato il consigliere Renato De Sanctis: l’assise ha deliberato l’ok al senso unico per i pedoni e all’incentivo della mobilità ciclabile.

Via le tasse ai commercianti

Un momento dell’assise in sala Restagno

Tattiche, strategie, colpi sotto la cintura. Veleno sputato in abbondanza, nonostante la mascherine. Il teatro dello scontro è stata la sala Restagno, sala che per la prima volta ha ospitato il Consiglio comunale in quanto l’unica in grado di garantire le distanze di sicurezza. La seduta si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare ed omaggiare le vittime del Covid. E’ stato il primo ed unico minuto di unità.

Poi quattro ore di guerra totale. L’opposizione di Lega e Italia Viva (con la leghista Michelina Bevilacqua che ha preso le distanze anche fisicamente dal suo capogruppo Franco Evangelista. Come? Accomodandosi al fianco di Salvatore Fontana) aveva messo sul tavolo una mozione. Quell’atto poteva creare non pochi grattacapi all’amministrazione. C’era la precisa richiesta di cancellare i tributi comunali per i commercianti e l’addizionale Irpef per i cittadini danneggiati dalla pandemia. Non una semplice sospensione dovuta alla pandemia, come già fatto dal Comune.

Resta il problema, sentenziato da varie Corti dei Conti, di dover indicare però da dove si andranno allora a prendere i soldi con cui compensare le mancate entrate. In quella mozione non ce n’era traccia.

Ma è il gesto politico ad essere importante, non tanto quello amministrativo. Il modello è quello del ‘sano’ populismo: cavalcare la rabbia dei cittadini. E poi evidenziare sulla stampa e sui social (soprattutto sui social) la bocciatura della mozione da parte dell’amministrazione.

Inapplicabile

Giuseppe Golini Petrarcone mentre interviene in Sala Restagno

Questa volta però c’è stato un cambio di strategia in corsa. Perché ad illustrare la mozione è andato Giuseppe Golini Petrarcone, non un novello improvvisato alla Cosa Pubblica.

Due volte sindaco. Uno che sa bene come funziona la macchina amministrativa. Sa bene che quello che era scritto nella mozione anche da lui firmata era di difficile applicazione.

Infatti nel suo intervento sottolinea a più riprese: “Noi vorremmo aiutare i commercianti della città con qualche agevolazione”. Non parla di abolire le tasse, non fa riferimento esplicito a quanto scritto nella mozione. Fa un discorso di sano buonsenso, impossibile da non condividere.

Match nel match: Ranadi vs Fontana

Il momento del match tra Fontana e Ranaldi

Quindi chiede la parola il capogruppo del Pd Gino Ranaldi e domanda se quella mozione è da ritenersi nulla. Ma si spinge oltre e condisce il suo intervento con qualche accusa di troppo.

Dalle file dell’opposizione renziana Salvatore Fontana si innervosisce e spiega che la mozione resta intatta. Rimprovera Ranaldi per le parole usate durante l’intervento. A quel punto il capogruppo del Pd va su tutte le furie: “Salvatò, ma proprio tu parli!” Si rischia uno scontro fisico a tutti gli effetti, debbono intervenire gli uomini della polizia locale a riportare la calma.

Il Mario istituzionale

Mario Abbruzzese

In soccorso del sindaco va quindi Mario Abbruzzese: “Questa mozione non va né bocciata né approvata, va ritirata e ridiscussa in commissione bilancio”. Petrarcone annuisce.

È a quel punto che ritrova il feeling con Salera. Sono felice di rivedere il Peppino che noi tutti conoscevamo dice il sindaco.

“Io sono sempre quello, per la verità”, risponde il consigliere.

Fontana, che aveva momentaneamente abbandonato l’aula, capisce che tutto sta finendo nel peggiore dei modi. “Bisogna votare”, urla da fuori la sala. Ma Petrarcone e Mignanelli accettano di buon grado di ridiscutere eventuali provvedimenti in commissione.

L’opposizione esce dal Consiglio con le armi spuntate. Già in premessa il sindaco aveva evidenziato come una parte della minoranza aveva collaborato. Questo “mentre altri mi hanno ritenuto addirittura responsabile della diffusione del virus con dei continui post su facebook”.

Ringrazia Abbruzzese: “Ricordo il suo sms quando ero in riunione con il Prefetto e chiedeva di battermi per far sì che Cassino non diventasse zona rossa. Ci siamo riusciti. Siamo stati i primi in regione Lazio e tra i primi in Italia ad erogare buoni spesa. Tanto da ricevere i complimenti di tutti, ci hanno contattato anche i giornali nazionali”.

Salera e il lusso della concretezza

Enzo Salera

Parla della crisi nel commercio, della soluzione legata alle aree pubbliche nelle quali spostare le attività fino a quando non si troverà un vaccino.

“Ora il nostro impegno è quello di mettere a disposizione i parcheggi pubblici e, dove possibile, anche qualche strada per bar e ristoranti e proveremo a chiedere al Governo di erogare il bonus bici in base al quoziente di inquinamento e non con la soglia minima dei 50.000 abitanti“. Questo triste primato dello smog potrebbe insomma tornare utile, forse!

Poi chiude con un ringraziamento ai cittadini: “E’ vero che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce ma grazie al corretto comportamento di tanti cittadini siamo riusciti ad evitare il dilagare dei casi, nonostante le continue strumentalizzazioni”.

Mario Abbruzzese è il primo a prendere la parola. Invita il sindaco dividere le opposizioni. Sveste i panni del consigliere, veste quelli di Nostradamus e dice: “La crisi economica adesso non si vede, si vedrà tra due mesi. E la gente non potendo andare da Conte verrà a protestare qui, sotto al Comune. E noi dobbiamo essere pronti e uniti, come succederà a livello nazionale dove a settembre ci sarà un governo di unità nazionale per fronteggiare l’emergenza. Poi mi direte: lo aveva detto Abbruzzese!.

Match due: Maccaro vs Evangelista

Franco Evangelista, che ha ‘duellato’ con l’assessore Maccaro

Si scivola intanto verso il secondo punto all’ordine del giorno: l’interrogazione di Franco Evangelista sui buoni spesa e sul servizio “Cassino Risponde”. Tutto nasce dalle rivelazioni fatte da Alessioporcu.it. Evangelista ne chiede conto all’amministrazione cittadina: possibile che il sindaco ed i suoi collaboratori abbiano scambiato il suo disinteressato lavoro per i cittadini per bieco clientelismo? Oppure è un’invenzione del giornale on line? Nelle due pagine d’interrogazione viene ricostruito tutto.(leggi qui Covid-19, veleni sugli aiuti del Comune. «Vendetta per non avere dato i buoni per gli amici»).

Prima di arrivare al punto però il capogruppo del Carroccio è un fiume in piena e tocca vari argomenti. Punta il dito contro la delibera anti-haters e picchia duro sulla Tav. “Sindaco, se lei pensa di fare il presidente della Provincia cedendo la stazione dell’Alta velocità a Ferentino ha fatto male i conti, sono finiti questi giochetti”.

Salera non replica. Al microfono (una sola postazione per tutti, regolarmente disinfettata dopo ogni intervento) va Luigi Maccaro.

Luigi Maccaro

Risponde nel merito dell’interrogazione. E si leva più di qualche sassolino dalle scarpe. Incassa la standing ovation quando rivela un retroscena: “Vi racconto un episodio che è emblematico di una situazione che la nostra Amministrazione si è incaricata di cambiare radicalmente.

Nelle prime settimane di lavoro come Assessore ho chiesto di vedere la parte del Bilancio che riguarda i Servizi Sociali. Eravamo credo verso la fine di luglio. Una delle voci riguardava un fondo per sostenere persone in difficoltà nel pagamento delle bollette e ammontava a circa 12 mila euro. Ho domandato quanto ci fosse ancora disponibile dato lo stanziamento e dato il fatto che eravamo già praticamente ad agosto. La risposta è stata ‘I 12 mila euro sono tutti lì, non abbiamo usato niente’. E come è possibile? Mica le bollette si pagheranno solo nel secondo semestre? Volete sapere la risposta? ‘Eh, assessò che volete, prima veniva sempre qualche consigliere che accompagnava qualche persona in difficoltà e noi, verificato lo stato di bisogno, gli pagavamo la bolletta. Poi, a febbraio è caduta l’Amministrazione e quindi non è venuto più nessuno, perciò i soldi stanno ancora là'”.

La lezione

Luigi Maccaro con i beni alimentari

A questo punto, quello che va in scena è una lezione di etica della politica. È la demolizione totale del modello Evangelista.

Io credo – evidenzia Maccaro – che esistano due modi di fare politica: il primo consiste nell’adoperarsi per trovare soluzioni a beneficio di tutti i cittadini, il secondo consiste nel trovare soluzioni a problemi individuali di singoli cittadini. Nel primo caso il consenso si guadagna esclusivamente sulla base dell’opinione pubblica,  nel secondo caso il consenso si guadagna sulla base della relazione personale fra il cittadino che ha avuto bisogno di una soluzione e il politico che si è adoperato per trovare quella soluzione”.

Ecco io credo che in un Paese civile se c’è un budget per pagare le bollette, si dice pubblicamente, si fa un avviso pubblico, i cittadini fanno la domanda, si stila una graduatoria e si danno i soldi. I consiglieri comunali non si possono sostituire agli assistenti sociali. Anche perché poi gli assistenti sociali non fanno campagna elettorale, mentre i consiglieri si. E non è bello approfittare della condizione di bisogno di un cittadino per consolidare una relazione che poi si potrebbe trasformare in un voto.

Luigi Maccaro è come un torero nell’arena: fermo sulla sua posizione, che attende l’arrivo dell’avversario e con freddezza lo infilza, punto dopo punto. Fino al colpo finale. “Per questo il lavoro di intermediazione che lei si è preso la briga di fare nella presentazione delle domande per i buoni spesa è stato giudicato male. Sin dal primo momento abbiamo detto che non avremmo accettato intermediazioni nella presentazione delle domande, men che meno da parte di politici e consiglieri comunali».

Dunque ognuno faccia il proprio mestiere: per aiutare le persone nei loro problemi personali ci sono gli assistenti sociali. Per elaborare le strategie di sviluppo di una città ci sono i politici. Bisogna solo scegliere da che parte stare perché fare le due cose insieme poi in campagna elettorale si genera una confusione a mio avviso poco rispettosa della dignità delle persone che in nessun modo devono sentirsi obbligate nell’espressione del proprio voto elettorale”.

I numeri dell’imbarazzo

Franco Evangelista

Poi rincara: “Consigliere Evangelista, dalla sua mail personale sono arrivate 55 richieste per avere buoni spesa.

“Non so nulla, se ne occupa una signorina, anche lei fa volontariato con me” la replica di Evangelista che poi lascia l’Aula.

Mette agli atti, nero su bianco, la sua contrarietà alla delibera di giunta che intende perseguire legalmente gli odiatori della rete. Ottiene l’effetto sperato. Dell’argomento si discuterà, con una integrazione all’ordine del giorno, nel Consiglio comunale di martedì prossimo.

La consigliera Alessandra Umbaldo è incredula. Quasi tutta l’opposizione ha ormai lasciato l’Aula. L’esponente di Demos chiosa: “Non si viene in Consiglio solo per fare i protagonisti. Si portano dei progetti. Se vogliamo lavorare facciamolo seriamente”.

Chiede quindi a Luca Fardelli di ritirare la sua mozione perché molte delle cose da lui chieste sono già realtà. Come ad esempio la fibra veloce per agevolare lo smart working e la didattica a distanza.

Fardelli è ‘stufo di fare l’amante’

Luca Fardelli

Ma il fratello di Marino Fardelli punta i piedi, prima di alzare bandiera bianca. Fa capire chiaramente di voler stare in maggioranza.

Arriva a dire pubblicamente: “Al ballottaggio ho votato convintamente Enzo Salera e lo rifarei altre cento volte, anche se qualcuno della maggioranza non vuole coinvolgermi perché dice che dobbiamo restare a ‘pane e acqua’. Sindaco, voi ci dovete coinvolgere!.

Il messaggio è ai limiti dell’esplicito per farsi spalancare le porte del paradiso. Ormai, dopo un anno, è stanco del purgatorio.

Quindi Salera chiude la seduta da vincitore: “Non sono io a dividere l’opposizione, se alcuni fanno proposte serie ed altri sciacallaggio politico non è colpa mia. Alcuni ancora non riescono a superare il momento di smarrimento e a riconoscere il vincitore”.

Tutti comunque gli riconoscono di avere ben affrontato la fase uno, quella del lockdown, ma il difficile viene ora. “Ora parlo da economista – conclude – oltre che da sindaco: bisogna intraprendere la strada del new deal Roosevelt per risollevarci dalla crisi economica. Io ne avevo già parlato qualche settimana fa. Ora vedo che la teoria è stata rilanciata anche a livello nazionale. Sono fiducioso”.

Si torna in Aula martedì: e le opposizioni, c’è da scommetterlo, cercheranno la rivincita.