Se si ferma la produzione il Paese e la Ciociaria sprofonderanno nel baratro

Vertice in videoconferenza tra Unindustria e i sindacato. Via libera agli ammortizzatori sociali e a un protocollo per tutelare la salute nei posti di lavoro ai tempi del Coronavirus. Ma fermare tutto significherebbe cancellare il futuro. L’importanza della posizione di Giovanni Turriziani.

Unindustria da un lato, Cgil, Cisl, Uil di Roma e Lazio dall’altro si sono riuniti in videoconferenza per avviare  un costante monitoraggio dell’evoluzione normativa a livello nazionale e locale sull’ emergenza epidemiologica da Covid19 con l’obiettivo di proseguire un dialogo costruttivo tra  imprese e sindacati.

Nella nota di Unindustria c’è un passaggio chiave. Segue tutta la premessa relativa alle sicurezza nei luoghi di lavoro che – hanno detto con chiarezza le parti – deve essere garantita. Il passaggio dice: “Unindustria e Cgil, Cisl, Uil di Roma e Lazio si sono trovate d’accordo, ovviamente nel  rispetto dei rispettivi ruoli, a elaborare azioni condivise volte a sciogliere nodi e criticità che si potranno presentare nella Regione Lazio”. (leggi qui La rabbia dei sindacati: “Misure anti contagio non rispettate”. Turriziani: “Agire subito”).

Capacità di dialogo

Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria, durante la video conferenza

È il segnale della capacità di dialogo che Unindustria e sindacati hanno saputo costruire sul territorio. Capacità di confronto nel rispetto dei rispettivi ruoli. Perché – come ha detto l’altro giorno ad Alessioporcu.it il vicepresidente di Unindustria Lazio Giovanni Turrizianiil Paese è formato da imprese e lavoratori“. Non dappertutto c’è questa convinzione, non dappertutto c’è questa sintonia. È per questo che non c’è dappertutto il tessuto industriale che invece esiste nel sud Lazio.

Il messaggio lanciato da industriali e sindacalisti vuol dire l’utilizzo di ammortizzatori sociali nel caso alcune aziende dovessero fermare la produzione. Ma vuol dire che all’interno di Unindustria la posizione è quella espressa dal presidenza della sezione di Frosinone, Giovanni Turriziani. Quella cioè di trovare intese in grado di rappresentare tutte le esigenze. Evitando però di fermare la produzione, perché questo avrebbe delle conseguenze fortissime sull’intero apparato economico ed industriale della Ciociaria, del Lazio e del Paese.

Divisione nazionale

Nella notte, inoltre, l’accordo è arrivato anche a livello nazionale, su scala più ampia, tra Governo, Imprese e Sindacati. Al termine della videoconferenza tra sindacati e imprese è stato firmato il “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro“. Emblematico il commento dei sindacati: “Bene protocollo, salute è priorità”. Il governo ha assicurato ammortizzatori sociali per tutti e le fabbriche faranno qualche giorno di chiusura nell’attesa di attuare il protocollo.

Al tavolo c’erano Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Confapi. Cgil, Cisl e Uil puntavano a un protocollo condiviso sulle regole da seguire per garantire la sicurezza di quanti non possono essere messi in smartworking.

Il segretario generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli durante la videoconferenza

Le imprese, però  insistevano per un “codice di autoregolamentazione”, meno stringente e privo di sanzioni. Una sorta di vademecum di buone prassi volontarie a cui le aziende possono o meno attenersi, in totale autonomia senza discuterne con le rappresentanze dei lavoratori. E senza, soprattutto,  essere costrette a chiudere, anche solo pochi giorni, per consentire la sanificazione degli ambienti e mettersi in regola.

Sintonia laziale

Il punto vero è quello di conciliare la necessità di mantenere attiva la produzione con la sicurezza sui luoghi di lavoro. Un tema che il presidente di Unindustria Giovanni Turrriziani ed i sindacati del Lazio avevano immediatamente messo al centro del dibattito.

La preoccupazione è che una chiusura ulteriore delle attività possa portare ad un punto di non ritorno. Gli ammortizzatori sociali sono naturalmente fondamentali, ma senza un accordo vero per continuare a produrre in sicurezza non si potrà andare molto lontano.