Se il matrimonio non è una scelta naturale

Sposarsi sembra la scelta più naturale. Invece è solo convenzionale. Sposarsi è una scelta radiale, perché è nella famiglia che si rammendano gli strappi e si getta il seme del futuro. Ma spesso non siamo preparati

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Papa Francesco. Le coppie di sposi costituiscono la grande maggioranza dei fedeli, e spesso sono colonne portanti nelle parrocchie, nei gruppi di volontariato, nelle associazioni, nei movimenti. Sono veri e propri “custodi della vita”, non solo perché generano i figli, li educano e li accompagnano nella crescita, ma anche perché si prendono cura degli anziani in famiglia, si dedicano al servizio delle persone con disabilità e spesso a molte situazioni di povertà con cui vengono a contatto.

Dalle famiglie nascono le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata; e sono le famiglie che costituiscono il tessuto della società e ne “rammendano gli strappi” con la pazienza e i sacrifici quotidiani. È dunque un dovere di giustizia per la Chiesa madre dedicare tempo ed energie alla preparazione di coloro che il Signore chiama a una missione così grande come quella famigliare”.

(Prefazione agli “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale” ).

Sposarsi non un è una scelta semplice

Custodi della vita: Papa Francesco ha il raro dono della sintesi efficace. Riesce spesso ad esprimere in poche parole concetti a volte ardui e complessi. Questo inno agli sposi ne è un esempio.

Cosa c’è di più trascurato nella società civile del matrimonio? Per fare qualunque cosa c’è bisogno di scuola, di preparazione, di corsi, di esami: lavorare, guidare una macchina, esercitare una professione. Per sposarsi, per vivere insieme, mettere al mondo figli, educarli… no. Sembra sia un fatto naturale e invece non lo è.

Costituire una famiglia è una scelta radicale che cambia profondamente tutto il nostro essere. Quel che pronunciamo davanti al prete o all’ufficiale di Stato Civile è la solenne dichiarazione che da quel momento in poi la nostra vita non sarà più la stessa, perché sarà condivisa con la persona che abbiamo scelto e con i figli che verranno.

Ebbene, per tutto questo non c’è preparazione se non  quella piccola esperienza del corso prematrimoniale in parrocchia. Nient’altro, se non l’esperienza della  nostra vita familiare che spesso ci porta a ripetere gli stessi errori che i nostri genitori hanno commesso con noi oppure, quando le cose diventano difficili, per qualsiasi motivo, a prendersela con la società moderna che ha perso i valori.

Ma la società siamo noi

Papa Francesco (Foto: Andrea Giannetti / Imagoeconomica)

Ma la società moderna siamo noi. Siamo noi a costituire quella custodia della vita umana, cui papa Francesco pone gli sposi come responsabili più importanti. E se pensiamo alla nostra vita ci rendiamo conto di quanto abbia ragione: ai nostri genitori, o a chi ne ha fatto le veci, dobbiamo la vita, la salute, la cura, la scuola, gli affetti, la casa, i vestiti…

Pensate ad una società in cui le famiglie perdano valore, pregnanza: non ci sarà più nessuno a prendersi cura degli anziani, dei malati, dei disabili. Sarebbe il tracollo totale del vivere in comunità.

D’altronde, più di 2000 anni fa, Cicerone chiamava la famiglia seminarium rei publicae, il luogo dove si educa alla vita civile. Più le famiglie funzionano meglio va la società. Se è così però dobbiamo dedicare tempo e risorse alla preparazione di coloro che sentono la chiamata a sposarsi. Non possiamo lasciarli soli.

È dovere di giustizia, come dice papa Francesco. 

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