Se una bambina mette a nudo la crisi del Pd

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Fu un bambino a dire, nella favola "Il Re è nudo". È una bambina a ricordare i limiti di un'opposizione in cerca di identità

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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La crisi in atto nel centrosinistra è la cosa più logica che potesse accadere. Lo aveva pronosticato il padre del Comunismo italiano, Antonio Gramsci, in una delle sue memorabili lettere dal carcere nel quale lo aveva recluso il fascismo sperando di ingabbiare così anche le sue idee.

Gramsci scrisse: Noi siamo una grande forza democratica di trasformazione. E dobbiamo trasformare per primi noi stessi per essere costantemente al passo con le persone che ci candidiamo a guidare.  

Berlinguer tra gli operai (Foto: Archivio Mimmo e Dario Carnevale)

Oggi il Partito Democratico non è la bandiera dei proletari, dei salariati, dei poveri, dei licenziati, dei pensionati, dei precari, degli ultimi. La dimostrazione: nessuno ricorda una sua iniziativa in loro favore, nelle fabbriche o nelle borgate. L’ultimo segnale di condivisione con quel mondo fu il congresso fondativo, tenuto al Lingotto di Torino. Fine.

Rimasti senza bandiera, quei mondi sono andati a farsi rappresentare da altri. Dalla Lega prima, dal Movimento 5 Stelle poi, da Fratelli d’Italia infine.

È l’ultimo indizio che mancava per avere la prova di quanto sta accadendo: il totale distacco dalla realtà.

In crisi per una bambina

Giorgia Meloni al G20 di Bali

Il Pd è all’opposizione. Forse ha dimenticato come si fa. Nei giorni scorsi c’era stata la polemica sull’articolo, maschile o femminile, con cui chiamare ‘il’ presidente del Consiglio Giorgia Meloni. (leggi qui: Ci estingueremo tutti: per colpa di un articolo).

Ora ne è stata innescata un’altra: legata al fatto che il presidente Meloni sia andata al G20 portandosi appresso la figlia; se l’avesse lasciata a casa, sicuramente altrettanti l’avrebbero rimproverata per questo. Chiuderla nello sgabuzzino, non si poteva. (Leggi qui).

Siamo un Paese dalla mentalità provinciale: quella polemica ne è la dimostrazione. Ad altre latitudini avrebbero assediato la premier rimproverandole le tensioni con la Francia, l’assoluta mancanza di tatto del presidente del Senato Ignazio La Russa con il Capo dello Stato, l’assenza di risposte vere sulla Finanziaria che si sta mettendo a punto.

Ma siamo provinciali. E chi dovrebbe svegliarci, facendoci guardare nella giusta direzione, non è sintonizzato sul Paese reale, non si è saputo trasformare come invece suggeriva Gramsci. Ecco perché è in crisi.

Senza Ricevuta di Ritorno.

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