Seggio conteso, le schede per il ricorso ci sono

Seggio conteso tra Udc e Fratelli d’Italia, dopo il ricorso di Antonio Lecce al Tar di Latina la Prefettura di Frosinone riconta i voti di cinque seggi. E su 4mila schede, ne trova sei che rispondono alla tipologia di quelle contestate anche se correttamente attribuite in base alle istruzioni ministeriali. A luglio la decisione del Tar che potrebbe far saltare lo scranno di Salvatore Meglio

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Sei schede elettorali dubbie. Che rispondono alle ipotesi configurate nel ricorso. È quello presentato al Tar di Latina il 16 novembre 2021 dall’avvocato Antonio Lecce, già presidente del Consiglio Comunale di Sora durante l’Amministrazione del sindaco Roberto De Donatis. Un ricorso che potrebbero ribaltare l’esito elettorale e restituire all’avvocato Lecce lo scranno nell’Assise civica di Sora dove ora è sindaco Luca Di Stefano. Lo toglierebbe a Salvatore Meglio che, invece, il seggio lo ha preso nella lista dell’Udc con soli cinque voti di scarto rispetto a quella di Fratelli d’Italia.

Lo scorso nove febbraio il giudice amministrativo aveva accolto la richiesta di Lecce e incaricato la Prefettura di Frosinone di occuparsi della “verificazione delle schedeesprimendosi anche sulla corretta attribuzione (leggi qui Quelle schede elettorali contese che logoreranno il Centrodestra).

Ed è quello che gli uffici della Prefettura hanno fatto nella giornata di venerdì, sostenendo già che i voti sono stati correttamente assegnati rispetto alle istruzioni ministeriali. Ma proprio su questo aspetto si fondava il ricorso dell’ex consigliere di Fratelli d’Italia: ossia il principio della prevalenza del voto di lista sul voto di preferenza che non sarebbe regolato per i Comuni con più di 15mila abitanti.

Quattromila

Antonio Lecce (Foto: IchnusaPapers)

Quattromila. È approssimativamente questo il numero delle schede che nella giornata di venerdì sono state ricontrollate. Oltre dieci ore di lavoro nel palazzo della Prefettura a Frosinone durante le quali sono stati riaperti i sigilli delle urne inerenti ai seggi elettorali numero 5, 9, 15, 18 e 25 e analizzate tutte le schede. Oltre quattromila così come disposto dal Giudice amministrativo di Latina.

Erano presenti Antonio Lecce e il suo avvocato Andrea Chiappetta dello Studio legale Scaccia, il consigliere comunale Salvatore Meglio accompagnato dal suo avvocato, il professor Francesco Scalia e dal suo collaboratore l’avvocato Mario Cioffi. Per la Prefettura era presente la commissione coordinata dal viceprefetto vicario Stefania Galella. Sono stati loro a procedere alla verificazione disposta dal Tar con cui appurare l’esistenza di circa 40 schede i cui voti, secondo Lecce, non sarebbero dovuti andare alla lista dell’Udc. Che, fra l’altro, era la lista civica direttamente collegata al candidato sindaco del centrodestra Federico Altobelli.

È lo stesso candidato sindaco della lista di Fratelli d’Italia, al punto tale che oggi il consigliere di opposizione Altobelli fa parte proprio dello stesso raggruppamento politico di Lecce (leggi qui Altobelli riporta i Fratelli d’Italia in aula consiliare. E qui La rivincita dei Fratelli a Sora e la Regione contesa fra Maura e Caligiore).

Sei in bilico

Salvatore Meglio

Dei circa quaranta casi segnalati ce ne sarebbero almeno sei in bilico secondo Lecce. Fra i sei e gli otto secondo gli avvocati di Salvatore Meglio. Molti di più secondo altri ma non sarebbero stati conteggiati a favore della lista Udc.

Tutta teoria per il momento. Perché l’ordinanza del giudice amministrativo ha dato indicazioni chiare e precise: controllare soltanto la rispondenza di eventuali casi alle questioni sollevate da Lecce.  Sei casi che rientrerebbero secondo Lecce nel primo motivo del ricorso. E tanto basterebbe a rimettere tutto in gioco.

In realtà nell’ordinanza c’è scritto che la Prefettura deve anche appurare se la procedura di attribuzione durante lo scrutinio elettorale sia stata corretta. E proprio in tal senso dal Palazzo del Governo di Frosinone si sarebbero espressi su alcune schede, almeno quattro o cinque, stando a indiscrezioni. Sarebbero state classificate come correttamente attribuite in base alle istruzioni ministeriali. Però, sono le stesse schede contestate da Lecce perché secondo lui il principio della prevalenza del voto di lista varrebbe soltanto per i Comuni con popolazione inferiore ai 15mila abitanti; e per i Comuni più grandi “il caso non è disciplinato”.

Mentre la linea difensiva del consigliere Meglio si basa proprio sulla rispondenza dell’attribuzione dei voti alle istruzioni ministeriali. E comunque nel merito si deve esprimere il Tar.

Cosa contestano?

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Ancora più semplice? Il ricorso di Antonio Lecce si basa sul presupposto che sarebbero stati assegnati dei voti alla lista ‘UDC – Federico Altobelli Sindaco di Sora’ “nonostante l’indicazione delle preferenze andasse in senso diametralmente opposto”. A chi erano state date allora le preferenze? Erano “in favore di candidati alla carica di consigliere comunale collegati a candidati a sindaco diversi da quello a cui la lista “UDC – Federico Altobelli Sindaco di Sora” risultava connessa”. 

Che vuole dire? Quando andiamo a votare per il sindaco della nostra città con più di 15mila abitanti noi su una singola scheda esprimiamo 4 voti: votiamo il sindaco, votiamo una delle liste che lo sostiene, votiamo due candidati Consiglieri. Antonio Lecce contesta che all’Udc sono stati assegnati dei voti che non gli competevano. Perché? In alcune schede gli elettori avevano votato come sindaco Altobelli e la lista Udc ma come Consiglieri avevano votato due candidati che non stavano con lui: è consentito e si chiama voto disgiunto.

Ma in questo caso quale voto prevale? È corretto contare il voto politico alla lista Udc? È il quesito sul quale ora dovranno esprimersi i giudici amministrativi.

Due motivi

L’Aula consiliare di Sora

I sei casi emersi che finiranno all’esame del giudice rientrano nel primo dei due motivi su cui si fonda il ricorso di Lecce. Ossia il voto disgiunto con il nome dei candidati consiglieri scritti sotto il simbolo della lista di appartenenza e la croce segnata invece sul simbolo della lista Udc.

La richiesta dell’ex consigliere punta a una “pronuncia innovativa a livello giurisprudenziale perché i casi non sono indicati nelle istruzioni ministeriali e non c’è stata mai alcuna sentenza”. Lecce punta a “una sentenza innovativa che riconosca l’intenzione dell’elettore nel meccanismo del voto disgiunto”. Per cui se la preferenza è correttamente scritta nella lista di appartenenza ma la croce è su un’altra lista si dovrebbe ottenere che “quello voleva essere un voto al candidato sindaco e non alla lista Udc”, data la denominazione UDC – Federico Altobelli Sindaco di Sora che avrebbe tratto in inganno l’elettore.

Tanti sarebbero invece i casi emersi in relazione al secondo motivo del ricorso. Ossia i nomi dei candidati consiglieri della lista Fratelli d’Italia scritti dagli elettori nella lista dell’Udc. Per questa fattispecie ci sono già delle pronunce che propendono alla validità del voto di listama qualcuno potrebbe anche essere annullato” secondo l’ex presidente del Consiglio Lecce.     

Le attese

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio Foto: Paris / Imagoeconomica

L’avvocato Antonio Lecce non ha dubbi. E si sbilancia. “Confido in una decisione favorevole da parte del Tar. Finora i nostri dubbi sono sati confermati”. Nemmeno Salvatore Meglio ha dubbi. Ma non si bilancia. Anzi, rimane “sereno rispetto all’Atteso giudizio del Tar perché confido nella correttezza delle operazioni svolte dal seggio centrale di Sora”.

E a proposito dei circa 40 voti dubbi evocati da Lecce di cui ne sono emersi soltanto sei? “Su questo si esprimerà il Tar. Non entro in questioni che non mi competono. Attendo fiducioso la sentenza”. Sarà infatti il Tar ora ad analizzare le carte, fra cui la relazione della Prefettura. E ad emettere la sentenza che è attesa per i primi giorni di luglio.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright