Sei mesi al voto, il candidato non c’è ma si litiga già

Mancano sei mesi alle Comunali. ma il candidato non c'è. Come da tradizione. Chi reclama cosa. E perché.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Litigare ancora prima di iniziare. Ma a Latina non è una grossa novità, che il centrodestra pontino discuta – e parecchio anche fino a scindersi – su nomi, candidati e programmi.

Nel capoluogo pontino si voterà tra sei-sette mesi. E in mezzo ci sono anche le Regionali. Per cui alle Comunali di Latina ci si penserà a febbraio, subito dopo espletate le altre incombenze. Ma intanto si litiga.

A chi tocca il candidato

Claudio Fazzone

Forza Italia insiste, per bocca degli ormai ex consiglieri comunali, che il prossimo candidato sindaco unitario di centrodestra spetti a loro. Questo per un ragionamento semplice: un candidato sindaco unitario di centrodestra di Forza Italia, a Latina, non c’è mai stato.

Un tempo, a fermare le ambizioni di Forza Italia fu un’intesa ormai remota. In base alla quale “A Forza Italia va la Provincia, ad Alleanza Nazionale il capoluogo. Più recentemente il, freno sono state le rivoluzioni interne al centrodestra: prima tra tutte, la morte di Alleanza Nazionale e la nascita di Fratelli d’Italia dieci anni fa. Circostanze che ruppero molti degli equilibri in seno alla coalizione. Per il fatto che molte delle figure di primo piano dell’ex PdL passarono a FdI. Nicola Calandrini in primis e, all’epoca, l’allora sindaco Giovanni Di Giorgi, di area ex An.

Divisioni che portarono il centrodestra, nel 2016, ad andare diviso, con molti candidati sindaco solitari: Nicola Calandrini per FdI, Alessandro Calvi per FI, Angelo Tripodi con sette liste civiche proprie, e poi Salvatore De Monaco, Marilena Sovrani, Gianni Chiarato. Tutti del centrodestra, tutti allora ex assessori, ex consiglieri comunali, e anche un ex vice presidente della Provincia.

Nel 2021, poi, di nuovo uniti, con la scelta condivisa su Vincenzo Zaccheo, da nessuno auspicato, da tutti accettato come l’unica possibile.

Ipotesi azzurre

Alessandro Calvi

Così, alla fine, un candidato FI unitario non c’era mai stato. E i consiglieri hanno iniziato a chiederlo fin dalla sera stessa del 28 settembre, non appena firmate le dimissioni in massa che hanno fatto cadere Damiano Coletta. (Leggi qui: Latina, il centrodestra si dimette in massa. Coletta: «Lascio a testa alta»).

Nell’immediato, l’indicazione era per uno degli ormai ex consiglieri comunali azzurri: Mauro Anzalone, Giuseppe Coluzzi, Roberta Dellapietà, Fausto Furlanetto.

Ora, invece, la voce più insistente vedrebbe l’ascendere dell’ipotesi Alessandro Calvi, Segretario Provinciale, già assessore comunale, già consigliere comunale per più consiliature. L’esperienza politica non gli manca. Ma Forza Italia non è più quella del 1994, e neanche del 2004. A oggi, al primo turno del 2021, ha rappresentato poco più del 9%, contro il 14,92% di FdI e il 14,12% della Lega; alle ultime politiche, la situazione è cambiata ulteriormente con FdI che, in città, è arrivata al 33,7%, a scapito della Lega, scesa al 10,9% e soprattutto di FI, all’8,88%.

Ed ipotesi da Fratelli

Matilde Celentano, Vincenzo Zaccheo ed Andrea Marchiella

E normalmente il candidato dovrebbe spettare al Partito con più preferenze, in questo caso FdI, tentata dal proporre Matilde Celentano come futuro sindaco. Ma c’è un problema: se per il governatore del Lazio il candidato di centrodestra sarà Chiara Colosimo, a settembre eletta deputata nel collegio di Latina, ci saranno le suppletive per il seggio e allora la candidata sarà proprio la Celentano. Anche se l’ex senatrice Marinella Pacifico dalla sua pagina Fb ha proposto invece Fabio Rampelli come candidato governatore. (Leggi qui: Regionali, il centrodestra scopre di non avere il candidato).

Nomi a parte, a tenere banco sono però le polemiche politiche interne su a chi spetti. Il problema è che le ultime rivendicazioni di FI non sono piaciute agli alleati e proprio a FdI, la cui coordinatrice comunale Daniela Vivolo, ha risposto seccamente con una nota: «Scegliere un candidato sindaco non è come prenotare un albergo, dove chi arriva prima si prende la stanza, ma è discutere prima di tutto su chi sia il candidato migliore in assoluto; poi in una coalizione ci si confronta sempre sulle opportunità e sul peso politico di ciascuno degli alleati. Non si accettano prenotazioni su tematiche di questa rilevanza e soprattutto non si fanno le primarie su chi occuperà la stanza all’interno della propria famiglia. Siamo dinanzi ad un’idea di spartizione delle cariche che non ha senso. Oggi conta la politica, il rispetto degli alleati e soprattutto la città e i cittadini».

La Vivolo chiede quindi «rispetto», e affermando che «il candidato sindaco di Latina lo sceglieremo dentro la classe dirigente del centrodestra, con il criterio del candidato migliore per governare la città e per consentirci di vincere, consapevoli che questa volta non possiamo permetterci errori». Niente più errori dunque, come accaduto in passato. Ma intanto si discute.