Dom Mario Abbruzzese: «Eccellenza, se io fossi abate… »

Le cronache del Conte della Selvotta. I consigli di M.A. per i monaci di Montecassino. E pure per l'abate. Caccia alla Gola profonda: tutti sospettano di tutti.

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

M.A. ASPIRANTE ABATE

Discorso sulla comunicazione. Fra M.A., al secolo Mario Abbruzzese, aspirante per la terza volta alla Pisana o per la prima volta a Montecitorio oppure a Palazzo Madama, e un monaco benedettino davanti all’aula pacis di proprietà dell’Abbazia di Montecassino.

Domanda M.A. al giovane con il saio che ha vissuto le esperienze con gli abati, dom Bernardo e dom Pietro: «Rispetto al passato non fate più comunicazione, perchè?»

Risposta laconica del dom: «La nostra missione è diversa da quella della politica».

M.A. incalza: «Avete, almeno, internet?».

Risposta ancora disarmante:«Funziona a singhiozzo, il segnale è debole».

Un M.A., sempre più intrigante, azzarda «ma un abate e i monaci non possono continuare a vivere in una ‘turris eburnea’ senza mandare segnali di fumo all’esterno». E a questo punto il commander osa. E dice al monaco: «S’io fossi abate di Montecassino metterei al primo posto la comunicazione, da quella religiosa a quella politica ed oltre. E quindi convegni con esperti sui temi di economia e di politica».

La comunicazione, secondo M.A., potrebbe servire a Montecassino per fare nuovi proseliti visto che la comunità monastica è di solo undici monaci. Prima per i monasteri benedettini il numero minimo dei monaci presenti doveva essere di tredici unità ma per la carenza di vocazioni tale limite è ora flessibile, come il lavoro.

M.A. conclude: «Aprite una scuola per aspiranti monaci e monache offrendo incentivi. O devo farmi monaco io per avviare questa scuola, soprattutto per selezionare le monache più belle e virtuose».

Il monaco, al suggerimento di selezionare novizie belle e virtuose, sgrana gli occhi e dice: «Abbiamo già i nostri problemi. Pure lei mi pare ne abbia avuti, vero?»

 

 

MONTECASSINO CHIUDE I LICEI BENEDETTINI

Ad ascoltarlo ci sono il cronista eterno Domenico Tortolano cioè colui che per primo narrò  sui giornali l’arrivo degli esploratori dell’avanguardia Longobarda quando Montecassino venne distrutta la prima volta; gli imprenditori vicini a Montecassino Daniele Miri (nuovo padrone delle terre benedettine) e Lello Valente esperto di telecomunicazioni ma anche di contabilità aziendale .

E sul “sacro colle” avrebbero bisogno di un esperto di scritture sacre-contabili. Infatti, anche l’abbazia di Montecassino deve fare i conti bene per evitare di incorrere nei cosiddetti “debiti fuori bilancio” come accade al comune di Cassino dove CMD’A è rimasto senza soldi “per colpa di altri”, dice in corner. E così l’abbazia non può spendere nel potenziare la linea internet e chiude, per via dei costi e per la riduzione degli iscritti, i licei della sua scuola dove si sono formati centinaia di ragazzi della terra di san Benedetto ed oltre.

Dom Donato Ogliari starebbe per rifiutare il soccorso di alcune banche, tra cui BPC, e di altre istituzioni che vorrebbero salvare i due licei.

Anche per lui, M.A. ha la ricetta giusta. «La comunicazione fatta in maniera efficace avrebbe evitato queste chiusure gravi. Vi mando io un comunicatore».

L’obiettivo di M.A., alla vigilia delle elezioni: «Votatemi. E tutto sarà risolto».

Ma monaci non gli credono.

 

 

ELEZIONI, M.A. ACCETTA LE CANDIDATURE

Mario Abbruzzese ha scelto. Sarà presente nei due collegi camerali: sia all’uninominale, dove vince chi prende anche un solo voto in più ed al listino, dove si entra in base alle preferenze.

Per fare il turista”, dicono i maligni.

Lo ha deciso lui… E che c’entra, mica decide lui chi si candida in Forza Italia» dicono quelli ancora più maligni.

A credergli, rinuncia al più impegnativo scranno della Pisana senza vista su Roma. A M.A. piace farsi vedere in televisione. Perché a Montecitorio le telecamere sono fisse.
E annuncia: «Cerco 10 (candidati) per Regione e Camere con vista: 5 donne e 5 uomini». Tra le donne di Cassino inserisce Rossella Chiusaroli e Francesca Calvani poi tre nomi, uno ciascuno per rappresentare le aree di Sora, Frosinone, Fiuggi.

Tra i maschi c’è Pasqualino settebellezze Ciacciarelli. Nella lista non figura il Benedetto benedettino Leone. Che – come riferito la volta scorsa – ha compreso come non ci sia spazio per lui.

 

 

CMD’A E LE CANDIDATURE STRILLATE CENA

CMD’A E M.A. hanno riunito i gruppi di maggioranza al comune di Cassino domenica sera nella casa-ristorante del consigliere Gianrico Langiano.

A sorpresa. M.A., però, ha preferito un altro ristorante per lasciare soli nel confessionale CMD’A e i suoi consiglieri amici-nemici. Presenti anche i civici, Fdi e NcS. Tutti polemici con Forza Italia.

Assenti i malati Carmine Di Mambro e Alessio Ranaldi e non giustificato Gianluca Tartaglia. Temi dibattuti: elezioni regionali, candidature, ma anche Saf, teatro Manzoni, Acea e i progetti delle piazze e della villa comunale.

Quando si è parlato di candidature il tono delle voci si è modificato, in un crescendo nervoso tanto che Rossella e Francesca si sono girate da un lato per non vedersi. Ma viste da CMD’A ed altri astanti. (leggi qui ‘Pugni, lividi, urla e ultimatum nella riunione di maggioranza’)

 

 

LA SPIA È UN GIUDA

La trascrizione fedele di quella riunione è stata riferita su queste colonne nelle ore scorse. E già in mattinata è partita la caccia al «Giuda che non merita di stare tra noi». CMD’A dixit. Ha passato in rassegna, uno per uno, tutti i presenti. Una serpe gli ha sussurrato all’orecchio il nome di Claudio Monticchio. E lui se n’era quasi convinto. Poi però è entrata in stanza Rossellissima caduta dai tacchi Chiusaroli, mielosa come non mai e domanda «Hai letto che schifo?».

CMD’A si ferma e analizza: fino ad oggi è stata un cobra e ora fa tutta la dolce? In poche parole, il sindaco ora sospetta che sia Rossellissima la spia. Lei invece sospetta che sia Benedetto Leone. Il quale ha dei dubbi su Claudio Monticchio. Che però è pronto a giurare che Mario Molisani in realtà sia Carlo Maria D’Alessandro.  È convinti di avere trovato le sue impronte digitali: nell’intero articolo il sindaco viene etichettato come snellissimo. «Non è vero, ha ripreso tutti i chili che aveva prima della dieta».