L’acqua di D’Alessandro e le stelle cadenti (Conte della Selvotta)

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

di Domenico Malatesta
Conte della Selvotta

 

 

Un ingente sciame di api invase il Foro di Cassino”. ANNO CCVIII a.C. Tito Livio Libro XXVII.

Tito Livio, storico romano, autore di una monumentale storia di Roma, gli Ab Urbe Condita, libri CXLII, dalla sua fondazione (tradizionalmente datata 21 aprile 753 a.C.) fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 a.C..

Cassino. 2017 d.C. Uno sciame d’api invade l’Aula consiliare durante il dibattito sull’acquedotto.

 

 

L’ACQUA DI CMD’A
E se un anno fa, dopo il suicidio assistito del Pd, la stella di CMD’A, al secolo il sindaco pro-tempore di Cassino, brillava della luce di M.A. e del suo popolo elettorale, ora dopo 12 mesi quella stessa stella è diventata opaca.

E’ riflessa nell’acqua di Acea.

E così l’eroico Carlo Maria D’Alessandro, dopo aver schierato fior di legali per cercare di tenere fede alle sue veementi promesse elettorali, si è dovuto arrendere al più potente stuolo di legali della società che fa capo al comune di Roma dell’opaca sindaca grillina. Suo malgrado, il nostro primo cittadino passerà alla storia elettorale e politica della città come il sindaco che, costretto dalle leggi, ha dovuto consegnare lo storico acquedotto comunale, ricostruito nel dopoguerra, al gestore idrico privato.

I cittadini dovranno pagare l’acqua due volte e mezza di più dell’attuale tariffa.

Il nostro CMD’A ora riflette, a differenza degli “ignoranti dell’Aula che criticano senza conoscere le leggi dello Stato” (ipse dixit). E pensa: ma che colpa ne ho io? Ma la colpa non è di chi non ha consegnato l’impianto quando lo hanno fatto tutti i Comuni nel rispetto della legge Galli e della gara d’appalto? Ma chi governava nel 2003? E poi chi governava perché non ha adeguato le tariffe a quelle dell’Autorità nazionale? Se lo avessero fatto adesso io e Petrarcone staremmo in pace.

Tutto giusto. Ma poi CMD’A riflette ancora: ma forse senza il caso Acea non avrei vinto le elezioni. E Petrarcone dice la stessa cosa: forse senza il caso Acea avrei vinto io le elezioni. Misteri di oggi e di ieri. Ai posteri l’ardua sentenza.

La stella di CMD’A, però, passata la bufera, tornerà a brillare. Ci sta già pensando il commander in chief, al secolo Mario Abbruzzese, con una operazione di strategia politica ancora segreta. Nel 2018 è tempo di votazioni. Nel 2019 non si sa cosa potrà succedere al sindaco.

 

LA STELLA (CALANTE) DEL LEONE
Se l’acqua di Acea ha offuscato (in questo periodo!) la stella di CMD’A anche per l’ex cerimoniere abbaziale quella stella non è tanto più brillante.

Ma come? “Con tutto quello che sto facendo per la gente la mia stella non brilla? Forse è tutta colpa dell’acqua” (ipse putavit)

L’assessore pro-tempore Benedetto Leone, però, ha fatto di tutto per farsi “non amare” dalle folle cittadine. Si è inimicato il popolo di anziani e pensionati: “A quelli che viaggiano in Jaguar e Mercedes manco un soldo! (Ipse dixit). Ed anche delle donne, quelle del Centro antiviolenza. E’ in guerra anche con i poveri, i quali chiedono soldi, lavoro e case. La risposta: ”Siete stati abituati male da chi c’era prima. Le vere risorse sono quelle che sto dando io a chi lo merita”. (Ipse putavit o dixit?).

Ma Leone medita un’altra vendetta. Al Centro Anziani di via Bembo (400 iscritti) a fine mese si vota per rinnovare la presidenza. “Mettiamoci uno dei nostri”. E’ la proposta leonina o del “Santo bevitore”. E se l’operazione andrà in porto dall’osteria leonina arriveranno fiumi di spumante nostrano.

 

PETRARCONE-LEONE, BACI E ABBRACCI
Hanno deposto le asce di guerra ed ora si scambiano il ramoscello d’ulivo. Sono l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone e l’assessore pro-tempore Benedetto Leone che per cinque anni si sono combattuti a carte da bollo in tribunale, per futili motivi.

Adesso, complici amicizie speciali, appena entrano nell’Aula del Consiglio si scambiano effusioni, baci e abbracci. Il che non è sfuggito al cronista a vita Domenico Tortolano che vi siede dal secolo scorso (dal 1963 d.C.). (Loro sono pro-tempore).

Il rito si ripete ad ogni seduta consiliare nell’Aula affrescata con la scena della “Pace di San Germano” (l’odierna Cassino), del 23 luglio 1230 (durante la sesta Crociata), firmata tra l’imperatore Federico II di Svevia e papa Gregorio IX. L’imperatore accordava l’amnistia a tutti i suoi nemici e revocava il bando contro la Lega Lombarda.

Perciò Leone, già cerimoniere di Montecassino e quindi fautore di pace, non gradisce gli insulti velenosi verso Petrarcone sparati dalle solite 4 (quattro) cosiddette “bocche di fuoco” che terminano puntualmente con le parole acide “è tutta colpa di Petrarcone”. Con relativa reazione “educata” del due volte sindaco.

 

LA STELLA DEL PRESIDENTE D’AULA
Brilla, invece, la stella del presidente d’Aula (pro-tempore) Dino Secondino (con esperienze abbaziali e di CL, Comunione e Liberazione). Ha resistito in Aula all’assalto degli anti-Acea e alle invettive di Mario Che Guevara Durante-De Sanctis ed altri arrabbiati con CMD’A.

Dopo la sorpresa degli invasori il presidente ha tenuto duro minacciando espulsioni dall’Aula e richiamando più volte gli agenti per l’ordine. E il popolo di Masaniello ha arretrato.

Masaniello, pescivendolo, nel 1647 fu il capopopolo della rivolta a Napoli contro la pressione fiscale imposta dal governo spagnolo. Un vicerè lo fece uccidere.

 

DESTRA NUOVA-FDI
CMD’A, al secolo Carlo Maria D’Alessandro, dopo un anno di governo (con luci ed ombre), deve guardarsi non solo dall’interno della sua maggioranza (i ribelli sono sempre in agguato, vedi i casi storici dei sindaci Tullio Di Zazzo, Bruno Scittarelli e Giuseppe Golini Petrarcone) ma anche dall’esterno dove comincia a prendere forma l’opposizione extraconsiliare, di destra e di sinistra.

E’ la ribellione degli ex alleati di CMD’A al ballottaggio.

C’è quella perenne e vociante del comunista Vincenzo Durante, quella grillina e di altri movimenti che sono contro tutti. E c’è anche e mette paura il movimento Destra Nuova vicina a Fratelli d’Italia ma in chiave critica. A guidare l’associazione sono l’ex consigliere comunale alleanzino Fabio Marino e l’avvocatessa Angela Abbatecola.

Hanno già 350 soci, una enormità rispetto ai seguaci di Fratelli d’Italia. E il numero è destinato a salire.

Si preparano alle prossime elezioni, comunali, regionali e nazionali. E naturalmente contestano il governo di CMD’A. Non perché CMD’A non volle nominare Abbatecola assessore, ma per le promesse, a loro dire, non mantenute.

In campagna elettorale, però, da secoli, si promette di tutto per poi non mantenere nulla.

 

 

§

Leggi qui tutti gli articoli del Conte della Selvotta