Senza Marzi e Marini il Pd non canta messa

ALESSANDRO REDIROSSI per L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Senza Marzi e Marini non si canta messa. È uno dei dati che emerge chiaramente dall’analisi di quanto accaduto negli ultimi mesi e settimane a proposito delle strategie del Pd per le elezioni del 2017. Le primarie per scegliere il candidato sindaco, prima sicure, ora sono in forte dubbio: al 50% si faranno, al 50% si forzerà la mano per arrivare all’individuazione del candidato unico.

Guarda caso, proprio 20 giorni fa (quando per le primarie l’unico dubbio era sulla data) Domenico Marzi in un’intervista a L’Inchiesta le aveva bocciate in maniera impietosa affermando: «Personalmente appoggerò solamente un candidato vincente: sono contrario alle situazioni conflittuali. Mi auguro che il centrosinistra sappia trovare una soluzione unitaria: in quel caso ci sarà un impegno mio, altrimenti no» e sottolineando: «Le primarie non mi entusiasmano assolutamente, soprattutto in una città dove votano 20mila persone. Le ritengo ridicole. L’ho sempre detto e lo confermo. Se le primarie si devono fare solamente per placare i protagonismi di alcune persone significa che non c’è un dirigente capace di arginare i protagonismi e di farli sfogare. Non è che i protagonismi si possono rappresentare candidandosi perchè si ritiene di essere i migliori. In una coalizione che sa sciegliere si sa individuare chi è la persona più adatta contro un candidato forte quale Ottaviani. Se queste considerazioni una coalizione non le sa fare allora manifesta degli evidenti limiti organizzativi e strutturali nei suoi rappresentanti».

Opinioni e punti di vista che non devono essere passati inosservati, così come la chiosa di Marzi, che recitava così: «Il candidato che emergerà dovrà essere condiviso. Credo che alcuni possano essere condivisi dai Socialisti e altri no. Qui sta la capacità della politica di trovare un candidato». Tradotto: fra Venturi, Pizzutelli e Cristofari si potrebbe ipotizzare di intavolare un dialogo con i Socialisti solo per quest’ultimo visto che Venturi e Pizzutelli (da ex socialisti) potrebbero essere non graditi.

Fatto sta che Marzi ha parlato, le sue riflessioni sono filtrate e, guarda caso, le primarie non sono più così sicure.

E pesantissima risulta anche la posizione di Michele Marini. È lui il primo ostacolo all’investitura di Fabrizio Cristofari. Marini non appoggerà la candidatura del presidente dell’Ordine provinciale dei medici a sindaco dopo le ruggini della campagna elettorale del 2012. L’unica possibilità per Cristofari sembra essere quella di cospargersi il capo di ceneri pubblicamente per ricucire con Marini. Altrimenti l’ex sindaco potrebbe sostenere uno fra Venturi e Pizzutelli. Anche lui ago della bilancia, insomma. D’altronde nel 2012 Marini da candidato sindaco al primo turno collezionò 6921 preferenze, Marzi 6541. Il listino di Marzi mise insieme 2856 preferenze, quello di Marini 1436. Insomma i due ex primi cittadini contano su una potenza di fuoco non trascurabile in termini elettorali e nessuno vorrebbe veramente rischiare di trovarseli contro all’interno del Pd.

E riuscirli a tenere dalla stessa parte, anche se non si parlano e si detestano, sarebbe vitale per i Dem

 

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