Sergio non si fida di Silvio: perché Nicola dovrebbe?

Sergio Marchionne ha detto no alla proposta di Silvio Berlusconi di scendere in politica (a proposito: perché non salire?). Stessa cosa ha fatto il ministro Carlo Calenda, molto apprezzato dalle associazioni di categoria e dagli imprenditori. Il Governatore della Bce Mario Draghi non ha bisogno neppure di smentire ipotesi del genere.

Silvio Berlusconi in un’intervista al quotidiano Il Messaggero ha detto che non sente il bisogno di scegliere tra l’europeismo di Antonio Tajani e il filo leghismo di Giovanni Toti. Gli indizi politici sono chiari, precisi e concordanti: il futuro politico di Berlusconi è… Silvio Berlusconi.

Indipendentemente dal verdetto dell’Alta Corte Europea sulla vicenda che riguarda sostanzialmente la possibilità di una sua ricandidatura. Nel caso dovesse arrivare il via libera, sarebbe ancora Silvio Berlusconi a concorrere a premier. Proporzionale o maggioritario, Italicum o Porcellum, poco importa. Se proprio lui non potesse allora, al massimo, potrebbe toccare a Marina Berlusconi.

Sta bene a tutti: al Cavaliere ma anche alllo sterminato esercito di colonnelli e generali del Partito.
Un’ipotesi del genere però rischia di mandare in frantumi l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini e con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Sbarrando la strada perfino ad una riconciliazione con Alternativa Popolare di Angelino Alfano.

Allora il successo alle recenti amministrative potrebbe rappresentare, a posteriori, il canto del cigno di una formula politica, quella del centrodestra che resterebbe ancora schiacciata sulle posizioni di Sua Emittenza. Forza Italia potrebbe avere più voti? Non significa nulla, specialmente con un sistema proporzionale.

Specularmente, anche Matteo Renzi ha vinto a valanga le primarie nel Pd, ma senza alleanze il partito è destinato alla sconfitta.

A livello locale una eventuale ricandidatura in prima persona di Silvio Berlusconi avrebbe effetti diversi. Destinata a non incidere molto alle regionali, dove Mario Abbruzzese è sempre più convinto di riconcorrere. Mentre alle politiche gli effetti sarebbero forti. Intanto perché, al di là di un’operazione di maquillage superficiale, la vecchia guardia sarebbe ricandidata in blocco. Inoltre il sindaco Nicola Ottaviani non si muoverebbe di un millimetro dal suo scranno di viale Mazzini.

Il primo cittadino sa leggere la politica, vede lontano, immagina un’allenza Renzi-Berlusconi per tentare di mettere all’angolo Beppe Grillo. Con il rischio invece di spalancare le porte ai Cinque Stelle, magari nel 2020.

Se non si fida Marchionne perché dovrebbe fidarsi Ottaviani?

§

Foto: copyright A.S.Photo Andrea Sellari, tutti i diritti riservati all’autore

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright