Serie A, inizia l’Atto Terzo del Frosinone (di E. Ferazzoli)

Dopo la decisione d'Appello che conferma la Serie A per il Frosinone. Non sono stati quattro palloni ad uccidere il calcio italiano ma chi non ha saputo perdonare al Frosinone tutto quel cuore, quella bravura, quell’inaspettata vittoria. Ora inizia il Terzo Atto.

Elisa Ferazzoli

Giornalista in fase di definizione

Ufficialmente e definitivamente in Serie A. Nel pomeriggio di ieri “La Corte Sportiva d’Appello Nazionale-Sezioni Riunite ha respinto il ricorso presentato dal Palermo in merito ai fatti accaduti durante Frosinone-Palermo, finale di ritorno del play-off di Serie B.” (leggi qui respinto-il-ricorso-del-palermo)

 

E che se ne facciano una ragione. Avversari, tifosi, radio, giornali e televisioni tutte. Gli opinionisti di tutta Italia e i moralizzatori calcistici dell’ultima ora tornino pure ad ignorare il Frosinone Calcio come hanno fatto fino ad oggi, salvo riservarsi la briga di compararla “ad un’atmosfera da calcio inglese” quando ormai era fuori dai giochi o accusarla di comportamenti antisportivi pur di non accettare la grandiosità dell’impresa calcistica appena compiuta.

 

Perché non è grazie ad un episodio dubbio che la squadra di Longo ha raggiunto la massima serie. Tutto il contrario. Nonostante il sonoro schiaffone rimediato da Gori a Palermo a gioco fermo e non segnalato, nonostante il fallo di Pezzi su Dionisi non rilevato, nonostante in campionato il Frosinone detenga il primato di rigori contro, nonostante i tanti episodi a sfavore passati sotto silenzio per 42 giornate, nonostante Foggia e gli infortunati.

 

È vero che tra i palloni gettati in campo nel finale ce n’era uno proveniente dalla panchina del Frosinone. Ma è altresì innegabile che l’arbitro La Penna per quell’episodio – ininfluente sulla prestazione del Palermo – ha assegnato 2’ ulteriori di recupero. Un tempo che il Frosinone ha saputo capitalizzare e il Palermo no.

 

Perché le partite devi saperle vincere sul campo e non a tavolino. E devi saperle raccontare. Perché far passare in secondo piano il destro di Maiello e il sinistro di Ciano vuol dire negare la realtà, sconfessare un risultato in maniera pretestuosa, marginalizzare una prestazione di squadra netta. E chi non ha reso merito ai protagonisti di questa storia come invece avrebbe dovuto, non solo è venuto meno al dovere di cronaca ma ha perso la rara occasione di raccontare un’incantevole impresa calcistica ed umana.

 

Non sono stati quattro palloni ad uccidere il calcio italiano ma chi non ha saputo perdonare al Frosinone tutto quel cuore, quella bravura, quell’inaspettata vittoria.

 

“Dietro al successo c’è qualcosa di terribile: gli italiani perdonano tutti, i ladri, gli assassini, i delinquenti di tutti i tipi, meno che il successo”.

 

Perdonateci se potete. Ma siamo stati i migliori. Siamo in Serie A.

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