Il servo encomio e il codardo coraggio

Michele Marini continua a dire no a tutti: al senatore Bruno Astorre, al segretario regionale Fabio Melilli, a quello provinciale Simone Costanzo.

La posizione di Marini è netta: “Non sosterrò Fabrizio Cristofari, avevo chiesto che almeno partecipasse alle primarie come candidato delle liste civiche, voi avete deciso di farlo concorrere con il simbolo del Pd. Nel 2012, da segretario cittadino del Pd, mi piantò in asso e andò a sostenere Domenico Marzi insieme al capo dei socialisti Gianfranco Schietroma. Per premio lo avete candidato a sindaco. Adesso chiedete a me il senso di responsabilità? Con quale coraggio e con quale coerenza?”.


Contemporaneamente Michele Marini continua ad incontrare Nicola Ottaviani e Riccardo Mastrangeli. E anche il suo fedelissimo Antonello Galassi si confronta con esponenti di centrodestra. Come Gianfranco Pizzutelli (Polo Civico), che non ha ancora deciso cosa fare.

Però Michele Marini non esce dal Partito Democratico e non lo farà certamente adesso che hanno vinto i no al referendum. Perché? I suoi sostenitori sono ancora convinti di vederlo candidato a sindaco. Magari, nella giungla vietnamita del Pd dei prossimi mesi potrebbe accadere di tutto. Perfino il cambio del candidato sindaco?

Questo forse no, ma a Frosinone il partito potrebbe spaccarsi ufficialmente, con una parte pronta a schierarsi con Marini. Il quale potrebbe non candidarsi in prima persona e sostenere Norberto Venturi, l’altro grande ribelle.


In questa situazione di incertezza, però, le altre formazioni di centrosinistra e le liste civiche rimangono ferme. Il Psi mantiene in campo Vincenzo Iacovissi, le civiche non si sbilanciano e anzi guardano dove il vento continua a soffiare, in direzione di Ottaviani. Perfino il Nuovo Centrodestra di Alfredo Pallone rimane alla finestra. Nessuno si fida del Partito Democratico. Michele Marini lo intuisce e rimane fermo sulla linea oltranzista del no.


Stefano Pizzutelli, di Frosinone in Comune, invece ha deciso di attaccare quotidianamente Nicola Ottaviani. Perché intende parlare soprattutto al mondo smarrito del centrosinistra. Dicono che a lui guardi con simpatia l’ex sindaco Domenico Marzi.


In tutto questo Fabrizio Cristofari sta frenando la sua natura, che lo spingerebbe nell’unica direzione possibile: ufficializzare due o tre liste civiche, mettere mano lui stesso alla lista del Pd e dire a Simone Costanzo che il tempo è scaduto. O con lui o contro di lui. Le benedizioni pubbliche servono a poco se poi le trattative private non sono nette.


Perché l’Italia, come ricorda sempre Paolo Mieli, resta il Paese del servo encomio e del codardo oltraggio.

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