Sfida Capitale all’ultimo… stadio. E Zingaretti potrebbe cercare la spallata a 5 Stelle

Lo scandalo sulla costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle che sta devastando Movimento 5 Stelle e Lega potrebbe essere l'occasione per Nicola Zingaretti di dare la spallata alle due forze politiche. E porre con forza la sua candidatura alla guida del Partito Democratico

Quanto sta emergendo nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma avrà inevitabilmente effetti politici.

Il Corriere della Sera descrive una fitta tela di relazioni intessuta nel gennaio scorso dall’imprenditore Luca Parnasi accusato ora di corruzione. Una “tela, utile per fare affari anche in un eventuale «nuovo corso» della politica italiana. Organizzava cene e incontri con i politici, si diceva a disposizione per concedere favori e regali”.

«Noi in questo momento – raccontava a un amico – con i 5 Stelle abbiamo una forte credibilità. Vuoi la previsione di Luca Parnasi? C’è un rischio altissimo che questi facciano il governo, magari con Salvini insieme … e quindi noi potremmo pure avere … incrociamo le dita, silenziosamente, senza sbandierarlo, un grande rapporto».

Due mesi dopo, a urne ormai chiuse, avviene una cena a tre fra Parnasi, Luca Lanzalone (l’ormai ex presidente di Acea, punto di riferimento dei 5Stelle in Campidoglio) e l’attuale sottosegretario a palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti, della Lega, indicato dai carabinieri come

«una delle evidenze acquisite che rivela come il dominus dell’associazione investigata (cioè Parnasi, ndr), avvalendosi dei suoi sodali, sia in grado di permeare le istituzioni pubbliche». E dunque di condizionare la politica locale e nazionale attraverso una rete che dagli iniziali rapporti con esponenti del Pd s’è estesa prima ai seguaci di Grillo e poi al centro-destra. Lega compresa”.

 

Ovviamente tutto da provare e da sviluppare. Ma i tempi della politica sono molto diversi da quelli giudiziari. Infatti si è già sviluppata una polemica furibonda tra la sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, con quest’ultimo che non risparmia critiche ai pentastellati.

Non è un caso che nel corso della registrazione della puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera, la sindaca Virginia Raggi abbia tentato di trascinare nella questione Stadio anche la Regione Lazio. Che ha subito respinto al mittente.

«La Regione Lazio – ha dichiarato lo staff di Zingaretti – non risulta coinvolta dall’inchiesta. Non un solo atto relativo alla Conferenza dei servizi svolta dagli uffici della Regione Lazio é stato acquisito dalla Magistratura. Da quanto trapela, invece, oggetto delle indagini sarebbe l’iter autorizzativo scaturito dalla decisione della Giunta Raggi di modificare il progetto dello stadio. Precisiamo, inoltre, che l’intero iter, a partire dalla proposta relativa allo stadio, è stato gestito sin dal principio dal Comune di Roma Capitale che è l’ente proponente e che ne ha seguito iter e autorizzazioni».

 

Zingaretti è uomo cauto, abituato a pesare le parole e a guardare i tempi. Il 7 luglio l’assembla nazionale Dem deciderà quando e come si celebrerà il Congresso. Lui sarà in corsa per la Segreteria. Sa benissimo che la vicenda dello stadio è l’inizio della fine (ammesso che sia mai iniziata) della tregua armata con i Cinque Stelle alla Regione.

Roberta Lombardi non ha sintonia con la Raggi, ma qui il discorso è diverso: il Movimento è chiamato a blindare politicamente Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede e perfino Davide Casaleggio.

Nicola Zingaretti potrebbe finire nel mirino dei Cinque Stelle e, senza la loro astensione, l’anatra zoppa potrebbe non alzarsi in volo. Anche perché, sul versante del centrodestra pure la Lega di Matteo Salvini potrebbe volere elezioni anticipate alla Pisana. Cercando di portare su questa posizione l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi.

 

Ma a quel punto potrebbe essere proprio Nicola Zingaretti a spingere per arrivare ad elezioni anticipate, con l’obiettivo di battere i Cinque Stelle e di ridimensionare la Lega, mettendo in evidenza le contraddizioni nel centrodestra. Con Forza Italia che alla Pisana ha un atteggiamento diverso rispetto al Carroccio.

Andare allo scontro (e vincerlo) con Virginia Raggi, Luigi Di Maio, Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini spingerebbe Zingaretti verso la segreteria nazionale del Pd.

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