Sgarbi, Tajani e il centrodestra bloccato dalla ‘malattia’ del Cav

Il coordinatore nazionale degli “azzurri” ha zittito il critico d’arte, che invece aveva voluto aprire un varco politico. In realtà la coalizione rischia di naufragare pur avendo la maggioranza. La logica del “dopo di me il diluvio” impera. Eppure altri nomi ci sarebbero, magari anche quello di Tajani.

Berlusconi al Colle? “Non so se si candiderà, se lo conosco un po’, però, lui avrà valutato che l’impegno lo porterebbe a stare lontano da casa e dalle sue cose per molti anni“: Maria Rosaria Rossi è stata una delle collaboratrici più strette di Silvio Berlusconi; talmente vicina che i maligni l’avevano soprannominata ‘la badante‘. È lei a fornire un indizio sulle possibili decisioni del cav.

Già senatrice di Forza Italia, ora nelle file di ‘Cambiamo‘, Maria Rosaria Rossi, ospite di ‘Un giorno da pecora’ evidezia: “Il ruolo è un impegno importante e lui lo sa. Se non concorrerà a queste elezioni sarà per questo, per motivi anche di salute, avendo avuto il Covid e subito un intervento al cuore. Secondo me sta considerando anche questo“. Paura di non avere i numeri? La Rossi è convinta che non sia così. “Berlusconi qualunque cosa abbia fatto nella vita poi l’ha vinta. Non ha certo paura di non essere eletto, ne sono sicura”.

Tajani bacchetta Sgarbi

Antonio Tajani (Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica)

Alla fine Vittorio Sgarbi ha tagliato corto, dicendo che non ci sono i numeri per poter eleggere Silvio Berlusconi al Quirinale. Lo ha fatto al termine dell’ennesima giornata sospesa tra l’epica  e la commedia. Perché alla fine ha ragione Matteo Renzi: il centrodestra, pur avendo la maggioranza dei grandi elettori, rischia di rimanere con un pugno di mosche perché la presenza di Silvio Berlusconi è politicamente troppo ingombrante. (leggi qui l fattori Letta e Usa nella corsa di Draghi al Quirinale).

Nei giorni scorsi Vittorio Sgarbi ha perfino interpretato il ruolo di “centralinista”, telefonando a diversi parlamentari per capire se c’erano i numeri per l’operazione “scoiattolo”. Quindi, descrivendo come triste lo stato d’animo di Berlusconi, ha detto che l’operazione si era oggettivamente fermata. Durissimo l’intervento di Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia ed esponente di primissimo livello del Ppe. Ha affermato: “Sgarbi non è il portavoce di Silvio Berlusconi. Risponde a se stesso, sicuramente non parla a nome del Cav”.

Per il coordinatore nazionale di Forza Italia il centrodestra è ancora compatto e non esiste una candidatura alternativa a quella di Berlusconi per il Quirinale. Ha aggiunto Tajani: “Nessun dirigente di Forza Italia ha mai detto che il partito uscirebbe dal governo se Mario Draghi dovesse salire al Quirinale: noi diciamo una cosa diversa, c’è ancora bisogno di un governo di unità nazionale per combattere e sconfiggere la pandemia e senza Draghi sarebbe difficile andare avanti perché non c’è una personalità come lui”.

I numeri di Vittorio

Vittorio Sgarbi (Foto Paolo Lo Debole © Imagoeconomica)

Ma Vittorio Sgarbi ha spiegato a La Stampa: “Il centrodestra parte da 450 voti, ne servono 505 allo stato attuale dobbiamo contare la defezione di 10 o 20 per malattia, 10 o 20 perché sono no vax e non possono raggiungere Roma, altri 20 franchi tiratori. Ha bisogno di più di cento voti e dove li trova? Non ci sono”.

Insomma, la matematica non è un’opinione. Probabilmente Vittorio Sgarbi ha anche provato ad offrire una sponda al leader della Lega Matteo Salvini, il quale da giorni fa capire che il centrodestra può mettere in campo altri nomi in grado di vincere. E i nomi si sanno: Gianni Letta, Marcello Pera, Franco Frattini, Elisabetta Casellati, Letizia Moratti. Ma la logica che arriva da Silvio Berlusconi sembra essere quella del “dopo di me il diluvio”.

A proposito: magari tra quei nomi poteva esserci anche quello di Antonio Tajani.