Chiedendo un prestito ad Hollywood prendiamo dal maestro Stanley Kramer il titolo del suo film capolavoro ‘Indovina chi viene a cena‘ interpretato da un magistrale Spencer Tracy, una eterna Katharine Hepburn ed un brillante Sidney Poitier. Calando il tutto su Frosinone, nella sera in cui il prefetto Emilia Zarrilli ha organizzato a Palazzo di Governo la tradizionale cena per gli auguri di Natale, con qualche imbarazzo il titolo si trasforma in ‘Indovina chi non viene a cena (e neanche ti manda due righe per avvisare)‘
La lettera per ringraziare dell’invito ed avvertire che non poteva essere presente l’ha inviata il governatore Nicola Zingaretti: «Eccellenza, sono impegnato per un altro incontro istituzionale già fissato da tempo, grazie per l’invito, purtroppo non ce la farò ad essere con lei». Della sua giunta, tutti si sono premurati di fare altrettanto: «Cara Emilia (…) Concettina tua» ha scritto l’assessore alla Sicurezza Concetta Ciminiello, due righe le ha mandate anche il vice presidente Massimiliano Smeriglio, un po’ formale l’assessore alle Infrastrutture Fabio Refrigeri , più colorita l’assessore alla Cultura Lidia Ravera , calorose quelle inviate dall’assessore all’Agricoltura Sonia Ricci e dalle sue colleghe Lucia Valente e Rita Visini.
Nel Palazzo di Governo ieri sera c’erano più di settanta sindaci, il presidente della Provincia Antonio Pompeo con immancabile abito a righe ma cravatta (ahimè) a bande diagonali, il suo predecessore Giuseppe Patrizi con l’immancabile grisaglia più moglie e figlia giunta appositamente da Bergamo, il consigliere e già presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese in abito blu a tono chiaro con perfetta cravatta rosa che sembrava vestito dal fido Danilo Magliocchetti ieri con maglioncino, immancabile sulle sue camicie nei mesi invernali; un trafelato capogruppo regionale Marino Fardelli con tanto di cappello stile campo da golf calato sulla fronte altrettanto ampia a proteggerla dal freddo, ha ascoltato il discorso del prefetto Emilia Zarrilli e poi si è rinfilato nel paltò, seguito da Lavinia Conti ormai allenata a correre sui tacchi per tornare a macinare consensi in vista della campagna elettorale.
Le forze dell’ordine erano presenti al completo: il questore Filippo Santarelli è stato il più invidiato di tutti, un po’ per la gentile signora al suo braccio in impeccabile abito rosso ed un po’ per la piccola corte di belle dame che accompagnavano la coppia; ufficiali dei carabinieri in divisa d’ordinanza e non di gala, quasi tutti senza dama al seguito, per una serata tranquilla al punto che non è stato notato il taccuino nero che si materializza tra le mani del colonnello comandante Giuseppe Tuccio ogni volta che qualcuno prova a parlare. Niente stato maggiore al seguito invece per il colonnello della Guardia di Finanza Roberto Piccinini.
Confindustria e Federlazio erano a metà del salone, dove tutti si domandavano quale molecola abbia brevettato Alessandro Casinelli per riuscire ad ostentare un profilo a totale assenza di massa grassa; Coldiretti e Cia hanno fatto capannello; l’orafo delle dive Tonino Boccadamo ha notato in sala solo un paio delle sue creazioni. A metà serata sono apparsi il vescovo Ambrogio Spreafico ed il suo ex allievo all’università Gerardo Antonazzo entrambi in talare romana con bottoni bordi e fodera di colore rubino più ferraiolone paonazzo.
C’erano proprio tutti? A dire il vero qualcuno mancava. Assente il senatore Maria Spilabotte, giustificata: «Eccellenza siamo ancora in aula per le votazioni, non riesco proprio ad essere lì in orario»; trattenuto a Montecitorio il deputato Nazzareno Pilozzi «Impossibile che ce la faccia» ha comunicato la segreteria.
Si sono perse le tracce invece del presidente della Commissione Bilancio della Regione Lazio Mauro Buschini, atteso fino a tarda ora dai carabinieri in alta uniforme nell’atrio del Palazzo, come pure dal picchetto di poliziotti in mantella e tenuta da gala all’ingresso del Salone Purificato al Secondo Piano. Nessuno ha saputo fornire informazioni nemmeno del consigliere regionale Daniela Bianchi. Mentre per il senatore Francesco Scalia si è andati per deduzione: se la Spilabotte è a Palazzo Madama anche lui sarà stato trattenuto lì, «Ma ha fatto sapere, ha mandato due righe, fatto una telefonata? O ci dobbiamo preoccupare?» domandava premurosa e con discrezione Emilia Zarrilli alla signora Scandozza. «Qui nessuno ne sa niente, eccellenza». Forse era con l’ex deputato europeo Francesco De Angelis anche lui atteso inutilmente fino a tardi.
Poco prima della mezzanotte, Emilia Zarrilli si è rassegnata. Ha fatto aprire una bottiglia di prosecco: «Brindiamo tra noi, tra vecchi amici».