Si fa presto a dire Area di Crisi Complessa

Non ci credevano. E probabilmente molti neppure sapevano della possibilità. Il riconoscimento del Sistema locale del lavoro di Frosinone come area in situazione di crisi industriale complessa ha spiazzato politici e associazioni di categoria.

Perfino qualche sindacato. Le prese di posizione sono arrivate tutte insieme, a pochi minuti di distanza le une dalle altre, molte anche simili. “Si tratta di un’occasione formidabile per la provincia di Frosinone”.

Ma è proprio così? La cassa integrazione verrà prolungata per un anno e sarà finanziata con gli 85 milioni annunciati dal ministro del lavoro Poletti: un punto che riguarderà i lavoratori che perderanno questo ammortizzatore sociale entro il 31 dicembre 2016. Ci sarà poi un sussidio di 500 euro al mese per un anno per chi è rimasto senza ammortizzatori, ma per usufruirne dovrà dare la sua disponibilità a intraprendere percorsi formativi o di riqualificazione professionale indicati dalla Regione.

Si tratta di quei lavoratori che hanno terminato o termineranno di trattamenti di Aspi, Naspi e Mobilità. Le politiche attive del lavoro fin qui non si vedono.

Sono previsti finanziamenti e sgravi per chi vuole riconvertire attività produttive dismesse o in crisi, ma i fondi verranno elargiti soltanto sulla base di progetti concreti e articolati. Non sarà semplice. Si fa riferimento all’area di crisi complessa del Piceno-Val Vibrata, ma in questo caso parliamo di una realtà interregionale, che coinvolge due regioni (Marche e Abruzzo) e tre province (Ascoli Piceno, Fermo e Teramo). Parliamo cioè di 54 Comuni e 4 sistemi locali del lavoro.

Ha visto giusto Mario Abbruzzese: “L’errore più grande che si possa fare è pensare di aver esaurito il proprio ruolo e quindi rilassarsi, mentre saranno necessarie ulteriori energie da parte di tutti per attrarre investimenti, realizzare strutture e creare quindi nuova occupazione”. La classe politica è stata colta di sorpresa e la stessa Regione Lazio (che pure ha avuto un ruolo decisivo) non se l’aspettava. Il ministro Calenda ha spiazzato tutti.

Adesso devono essere inserite nella legge di stabilità del Governo le risorse a sostegno del reddito per lavoratori sopra descritti. Se tutto andrà bene, ci sarà ossigeno per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali. Per il resto toccherà al sistema imprenditoriale mettersi in gioco. Cosa che non è stata fatta negli ultimi due decenni.

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