Siccità, scatta lo stato di calamità nel Lazio

Arriva la grande sete. Lazio verso lo stato di calamità naturale. Scattato il razionamento dell'acqua per le coltivazioni nelle province di Frosinone, Latina e Rieti. Acea Ato5 teme il razionamento anche per le abitazioni. I numeri aggiornati

Il Lazio proclama lo stato di calamità naturale. Colpa della grande sete: sta arrivando ed ha iniziato a colpire i fiumi, le coltivazioni, le sorgenti presenti nella Regione. Al punto che il governatore Nicola Zingaretti ha annunciato: “dobbiamo muoverci anche noi. L’emergenza climatica non è un problema del futuro è un problema del presente. Vediamo quello che sta succedendo…”

L’allarme inascoltato delle Bonifiche

Sonia Ricci e Andrea Renna

Da almeno due anni l’Associazione Nazionale delle Bonifiche d’Italia lancia i suoi allarmi. Anche nel Lazio il clima è cambiato. E continuerà a farlo. I report aggiornati settimana dopo settimana dal direttore regionale Andrea Renna sono impietosi.  La situazione è grave se non drammatica un po’ ovunque.

Nei  Castelli Romani il termometro della situazione sono i due laghi vulcanici. Il Lago di Bolsena ed il Lago di Bracciano non hanno fiumi ad alimentarli, dipendono dagli apporti dei bacini imbriferi dei crateri. I dati della stazione pluviometrica di Marino rivelano che dal primo gennaio ad oggi sono caduti solamente 113 millimetri di pioggia, contro i circa 460 mm che mediamente cadono nel periodo gennaio-giugno. È il 75,36% in meno rispetto alla media. E’ il dato peggiore degli ultimi 20 anni.

Situazioni analoghe nei comuni di Frascati e Grottaferrata. Proprio il territorio dei Colli Albani, alimentato dagli acquedotti Simbrivio e Doganella è a maggior rischio rischio di turnazioni idriche per prossimi mesi. La popolazione potenzialmente coinvolta si aggira  sui 180.000 abitanti.

I fiumi si stanno asciugando

Foto: Carlo Carino © Imagoeconomica

I report di Anbi Lazio sulla scrivania del direttore Andrea Renna sono tragici anche su Roma. Il Tevere scende di 5 centimetri al giorno. La pioggia caduta in tutto il 2022 è stata irrisoria. La stazione pluviometrica Lanciani ha rilevato da gennaio fino ad oggi solo 143 millimetri, inferiori del 63% sulla media degli scorsi anni.

I record negativi di pioggia cumulata nel 2022, nel Lazio sono stati registrati nei comuni di: Ladispoli (83 mm, quando la media si aggira sui 300 mm), Fiumicino Maccarese (91 mm), Cerveteri (91), Tarquinia (92), Viterbo (94).

I campi non si stanno seccando solo grazie ai progetti messi in campo negli ultimi due anni su sollecitazione del direttore nazionale Massimo Gargano. Escluse Roma e Viterbo, in tutte le altre province (quindi a Frosinone, Latina, Rieti) l’irrigazione agricola è stata avviata con largo anticipo e per ora viene garantita con i turni.

I razionamenti per i terreni agricoli sono già una realtà a Frosinone e Latina: l’erogazione per i terreni viene sospesa tutti i giorni dalle ore 12 alle 18; per l’intera giornata del mercoledì nel frusinate; la domenica per alcuni impianti a Latina.

Si analizzano fabbisogni, colture in campo semine da fare. Insomma si cerca di fare prevenzione.

Acea Ato5 fa previsioni pessime

Roberto Cocozza, AD di Acea Ato5

La situazione è pessima: il rischio di dover razionare l’acqua e tornare a fare i turni anche nelle case è concreto. La conferma arriva direttamente da Acea che nei giorni scorsi ha inviato una lettera a tutti i sindaci per chiedergli di emettere un’ordinanza con cui vietare l’uso dell’acqua per scopi non potabili; ad esempio per riempire le piscine o lavare l’auto. «Ma non tutte le amministrazioni lo hanno fatto» commenta con amarezza una fonte di Acea Ato5.

L’ufficio statistiche del gestore idrico per la provincia di Frosinone prevede il rischio di una situazione simile a quella del 2003, fu uno degli anni peggiori sotto questo punto di vista. La paura è di riviverlo. Al momento, stimano che quasi un terzo dei Comuni ciociari stia andando verso il rischio di un razionamento.

Siccità nei fiumi e problemi a tavola

(Foto © IchnusaPapers / Alessioporcu.it)

La crisi idrica nel Lazio si appresta a superare livelli mai registrati dall’inizio del secolo scorso per Coldiretti.

I razionamenti stanno facendo aumentare i costi. Le aziende agricole sono costrette ad utilizzare motori e pompe elettriche, in un momento in cui i costi per il carburante e la corrente sono lievitati. Se l’emergenza a livello nazionale costa 10 miliardi di euro, una stima della federazione Coldiretti Lazio calcola che a causa della siccità si contano già danni per oltre 250 milioni di euro.

«Costi che riguardano investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito per ortofrutta, oltre ai cali produzione per vino e olio, che sono le più colpite» dice il presidente David Granieri. «La siccità ha portato a cambiare anche le scelte di coltivazione».

Preoccupa la riduzione delle rese in campo. Il grano fa segnare quest’anno un calo del 15% della raccolta. Sono in difficoltà anche le coltivazioni di girasole, mais e gli altri cereali oltre a quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali. In crisi anche ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.

I progetti urgenti

Foto Anrita1705 / Pixabay

Anbi e Coldiretti la loro proposta l’hanno fatta. Si chiama Piano Invasi. Un modo che senza intaccare l’ambiente vuole garantire il recupero dell’acqua piovana già scarsa. Solo l’11% delle piogge viene ‘catturata’ mentre tutto il resto finisce perduto.

C’è poi il tema del costo raddoppiato dell’energia elettrica senza la quale gli impianti non funzionano. Si tratta di oltre 5 milioni di euro di aumento.

Il Patto per il Suolo, lanciato da un anno, sta ancora raccogliendo le adesioni consapevoli con portatori di interesse, imprese ed Istituzioni per invertire un trend che mette davvero paura.  Si punta a tutelare le eccellenze del Made in Lazio che arrivano da territori come quelli pontini, della piana di Tarquinia, dell’agro romano dal reatino e dal frusinate.

Coldiretti ha presentato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali due emendamenti che prevedono l’estensione del credito di imposta anche al secondo trimestre 2022. E per le serre un sostegno per fronteggiare il caro carburante con i costi lievitati per l’acquisto del gasolio. 

Intanto, la Regione Lazio dichiara lo Stato di Calamità. A cosa serirà? Lo ha spiegato in giornata Nicola Zingaretti da Civitavecchia. «Servirà ad adottare immediatamente le prime misure, a invitare i sindaci alle prime misure di contenimento. Perché dobbiamo prepararci a una situazione che sarà molto critica e dovrà basarsi sul risparmio idrico in tutte le attività, a partire dai consumi familiari, e anche alla ricerca di forme di approvvigionamento e di presenza vicino alle amministrazioni comunali».