La Nostalgia Canaglia di Silvio Berlusconi, che sembra Pippo Baudo

Foto © Imagoeconomica, Vincenzo Serra

Il fondatore di Forza Italia rivendica il merito di aver “inventato” il centrodestra sdoganando “fascisti” e Lega. Ma in realtà fa soltanto fatica ad accettare che oggi il leader è Matteo Salvini. L’anomalia vera è la mancata evoluzione degli “azzurri”, ormai costretti ad un tramonto senza squilli.

Negli anni 1994-1995-1996 la fotografia del centrodestra che aveva appena vinto le elezioni, governava e poi veniva disarcionato per cominciare la lunga traversata nel deserto, culminata con il trionfo del 2001, ritraeva sul palco Silvio Berlusconi (leader di Forza Italia), Gianfranco Fini (numero uno dell’Msi prima e di An dopo), Umberto Bossi (padrone della Lega) e Pierferdinando Casini (segretario del Ccd).

Giorgia Meloni Matteo Salvini Giovanni Toti © Sara Minelli / Imagoeconomica

Oggi la fotografia del centrodestra dovrebbe vedere sullo stesso palco il Capitano del Carroccio Matteo Salvini, la leader dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il fondatore di Cambiamo Giovanni Toti e ancora lui, sempre lui, il fondatore e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Basta questo per individuare l’anomalia “azzurra”. La questione non è soltanto il ricambio generazionale, ma la normale evoluzione della vita politica di qualunque Partito. A destra c’è Giorgia Meloni, erede della tradizione e della cultura che 25 anni fa trovavano rappresentanza in Gianfranco Fini. La Lega è un partito già presente nella Prima Repubblica: un quarto di secolo fa il capo era Umberto Bossi, il Senatùr. Oggi c’è Matteo Salvini.

Pierferdinando Casini merita una citazione a parte: lui in Parlamento c’è ancora, ma non è più leader di nulla e siede tra i banchi del Pd. Anche se sta guardando con una certa attenzione a Italia Viva di Matteo Renzi.

Silvio Berlusconi

Il punto è che in Forza Italia Berlusconi c’era e Berlusconi c’è. A distanza di 25 anni nessun ricambio, nessuna evoluzione. Non è un fatto normale. E infatti un Partito che è arrivato a quote superiori al 35%, oggi nei sondaggi veleggia intorno al 7%. Quando va bene.

Ieri, partecipando ad una manifestazione a Milano (dove ha spopolato tra i pensionati), Silvio Berlusconi ha detto fra le altre cose: “Siamo stati noi a far entrare nel governo Lega e fascisti. Li abbiamo legittimati noi, li abbiamo costituzionalizati noi. Il centro destra lo abbiamo inventato noi. Siamo nel centrodestra di cui siamo il cervello, siamo il cuore e la spina dorsale. Senza di noi il centro destra non sarebbe esistito né esisterebbe. Siamo obbligati a stare nel centro destra, se loro non avessero noi sarebbero una destra estremista. Incapaci di vincere e di governare“.

Al termine del discorso le note di “Tanti auguri” per i suoi 83 anni. Domanda semplice semplice: esiste un solo Paese occidentale dove un Partito ha un leader politico di 83 anni che mira a dare ancora le carte a livello nazionale? No.

Foto © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Quanto alla solita operazione a metà tra la Nostalgia Canaglia di Al Bano e Romina e il “ti ho inventato io” di Pippo Baudo, l’analisi è corretta ma incompleta. Vero è che Berlusconi nel 1994 inventò il centrodestra, ma Lega e Msi esistevano già. Senza di loro lui stesso mai avrebbe potuto vincere e governare. Né allora né dopo. Oggi Berlusconi semplicemente non accetta la logica maggioritaria con la quale ha prosperato. Perché oggi è la Lega ad avere più voti e quindi è giusto che il leader del centrodestra sia Matteo Salvini. E Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha un ruolo strategico e “fresco”.

Al contrario di Forza Italia, Partito nel quale pronunciare la parola congresso equivale ad una sorta di eresia. Il mondo è cambiato e la politica pure. Silvio Berlusconi non farà mai il padre nobile, da Forza Italia sono usciti in tanti. E tanti altri usciranno ancora. Ma nulla cambierà. Anche per l’assoluta incapacità delle seconde linee di prendere in mano la situazione.

Oggi però c’è un rischio ulteriore: l’attrazione fatale verso il partito di Matteo Renzi. Da Forza Italia a Italia Viva il passo potrebbe essere breve.

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