Silvio e Giorgia, il patto si sfascia sull’asse Fiuggi – Atreju

L'alleanza nel Centrodestra è solo di facciata. Lo conferma la mattinata politica con gli interventi di Berlusconi a Fiuggi e Meloni ad Atreju. Forza Italia sta con l'Europa, FdI conferma l'interesse per Bannon

Il centrodestra va in frantumi. Il patto era solo cartastraccia di facciata. Tutto diventa chiaro mentre Silvio Berlusconi parla a Fiuggi alla kermesse di Antonio Tajani. E nello stesso momento ad Atreju Giorgia Meloni propone ufficialmente l’adesione di Fratelli d’Italia a The Movement di Steve Bannon. Forza Italia sta con l’Europa e vuole continuare a rimanerci, il progetto di Bannon invece è quello di disarticolare l’Ue e la sua potenza economica che indebolisce gli Usa.

 

Peggio dei comunisti

Più tonico dello scorso anno, cravatta che nel 2017 non indossava, Silvio Berlusconi a Fiuggi non nasconde preoccupazioni per la finanziaria: «Se con la manovra alzassimo il deficit e l’Europa dovesse respingerla, lo spread salirebbe e sarebbe un disastro. E purtroppo da quello che sento, la Banca Centrale Europea ritiene questo rischio molto elevato».

Il Cav. non lascia cadere l’invito lanciato sabato dal suo Numero 2. Promette che sarà in campo nella prossima tornata elettorale. Perché «Oggi la situazione è più grave di quella che trovammo nel ’94. All’epoca abbiamo salvato l’Italia dai comunisti, 25 anni dopo l’Italia si trova di fronte a un pericolo ancora peggiore, l’ignoranza, l’incompetenza, l’aspirazione continua all’odio sociale. Saremo ancora noi a salvare il Paese. Sarò ancora in campo alle prossime elezioni per salvare il Paese che amo».

Il nemico numero 1 è il Movimento 5 Stelle. Che Silvio Berlusconi non esita a definire «nemici della libertà».

 

Nemici delle imprese

Si inserisce nei concetti espressi l’altro giorno a Fiuggi dal presidente degli industriali, Vincenzo Boccia (leggi qui Fiuggi amara: manca il coraggio per dare una strada al Paese). Silvio Berlusconi dice che il M5S è nemico dello sviluppo, delle imprese, dei posti di lavoro, degli imprenditori.

«Ci sono due squadre, una della Lega, che si è presentata con il programma scritto al 95% da noi. E l’altra, quella del M5s, che si sta rivelando peggiore di quanto immaginavamo, peggiore della sinistra, nemico delle imprese e delle infrastrutture, propenso alle nazionalizzazioni».

 

Salvini, cose sgradevoli e inaccettabili

L’aria s’era capita sabato sera all’arrivo del Cav. a Fiuggi. (leggi qui Berlusconi acido a Fiuggi: «Salvini deve tenere i rapporti con M5s, bisogna capirlo») Silvio Berlusconi non ha gradito per niente la giravolta fatta da Matteo Salvini. (leggi qui Il sogno si smorza a Fiuggi, Giorgetti declassa l’intesa: «Solo locale e alle Regionali»)

«Il vertice del centrodestra ha confermato che la coalizione è definitiva per tutti e tre i partiti. Poi Salvini ha uscite non gradevoli e non accettabili da parte nostra. E forse lo fa con la scusa di non far scoppiare un diverbio con gli alleati del M5s, quel diverbio che noi vogliamo che scoppi».

Ed a proposito di cose sgradevole e inaccettabili. Ce n’è pure per Rocco Casalino, il portavoce del premier Conte. A proposito delle frasi ritenute minacciose sui tecnici del Ministero delle Finanze: «In una democrazia il signor Casalino starebbe fuori, con la valigia in mano».

 

I Fratelli vanno con gli anti Europa

A dire che il patto dell’altra sera sia solo di facciata, buono a malapena per le prossime Regionali, è il convegno di Fratelli d’Italia ad Atreju.

Mentre Berlusconi sta ancora parlando a Fiuggi, Giorgia Meloni dice ai suoi «Propongo l’adesione all’associazione ‘The Movement’ di Steve Bannon, è una grande occasione per mettere in relazione le nostre idee a quello che sta accadendo nel resto del mondo».

Bannon ha una visione del mondo che non è conciliabile con Forza Italia ed il suo europeismo. (leggi qui) Giorgia Meloni ne è consapevole e rivolgendosi alla platea di Fratelli d’Italia ad Atreju, spiega di guardare “con interesse” anche “a realtà come la Russia di Vladimir Putin o all’India di Modri“.

Per la leader di FdI «serve un coordinamento, sapere che non siamo soli e che altri condividono le nostre idee. L’idea di una confederazione di Stati liberi e sovrani che decidono di cooperare su materie comuni senza il giogo dei burocrati che vogliono normare ogni minima cosa».

 

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